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Il dado è tratto.

Mentre Spezia, Cremonese e Sampdoria sultano la massima categoria, Frosinone, Genoa e Cagliari tornano a calcare il palcoscenico della Serie A.

Ciociari e liguri direttamente promossi dalla Serie B, con gli isolani che hanno messo le mani sull’ultimo pass a disposizione vincendo con il cuore in gola i playoff, dopo una rimonta stratosferica nella stagione regolare: nel segno di Claudio Ranieri al timone, 30 anni dopo la prima volta.

Adesso però viene il bello, o se preferite, la parte più difficile. Operare nel mercato estivo per rinforzare le rispettive rose, per superare l’impatto con la Serie A: il famoso salto di categoria, che spesso le neo promosse falliscono.

Ai campioni del Mondo Fabio Grosso (Frosinone) e Alberto Gilardino (Genoa), oltre che al già citato Claudio Ranieri, il compito non certo facile di portare verso la salvezza le rispettive squadre.

Vediamo nel dettaglio.

Frosinone: Grosso ha bisogno di giocatori di esperienza

Lo scorso agosto in pochi avrebbero messo in prima fila, in un’ipotetica griglia di partenza, la formazione di Fabio Grosso allo start della Serie B.

Dieci mesi dopo, le 38 giornate della serie cadetta ci hanno detto ben altro. Gialloblu imprendibili e dopo un avvio in sordina, i ciociari hanno dato il primo strappo ancor prima dello stop per il Mondiale qatariota e nel 2023 hanno gestito alla perfezione la fuga verso la promozione.

Una squadra che ha dominato e regalato gran calcio, nonostante tanti giovani e molti debuttanti. Fabio Grosso ha saputo creare il vestito giusto attorno a questa squadra e il suo 4-3-3 è diventato un must che gli avversari non sono riusciti ad arginare.

Quattro anni dopo, i laziali tornano ad assaporare il gusto della Serie A per la terza volta e sperano di evitare l’immediata retrocessione, come accaduto nelle altre due occasioni. All’ossatura che verrà confermata, con appunto tanti giovani, servono quei giocatori di esperienza e abituati a lottare in Provincia per la salvezza.

Il presidente Maurizio Stirpe ha dato mandato di costruire la squadra nella direzione che abbiamo appena spiegato, con il supporto di uno stadio di Proprietà: una cosa più unica che rara nel mondo del pallone Made In Italy, ma che può permettere al Frosinone di aumentare i ricavi e di conseguenza di lavorare con maggior budget per il mercato.

Genoa: la storia e il blasone nella mani del Gila

Dodici mesi dopo l’incubo della retrocessione, il Genoa è tornato immediatamente in Serie A e con una sorta di passaggio del testimone con l’altra sponda della città: quella Sampdoria caduta nell’incubo.

Non ci sarà il derby della Lanterna nella prossima stagione in Serie A, ma il Grifone ha l’obbligo di costruire una squadra all’altezza: della storia e del blasone dei rossoblu, per evitare un’altra stagione all’insegna della sofferenza, per un pubblico che non ha mai smesso di seguire la squadra e infine, per Alberto Gilardino.

L’altro campione del Mondo 2006 è arrivato in punta di piedi sulla panchina del Grifo, in un giorno di metà dicembre. Doveva essere un allenatore traghettatore, ma la sua presenza è diventata sempre più costante e grazie anche all’ottimo lavoro nei giorni finali di dicembre, l’ex attaccante del Milan ha ottenuto la conferma alla guida del Genoa.

Con lui in panchina la squadra ha cambiato pelle e mentalità. Da formazione fragile e gigante d’argilla, il Gila ha alzato il muro a livello difensivo, con i suoi uomini sempre più cinici e concreti. Una trasformazione totale, con Marassi in versione fortino e un Genoa chirurgico in trasferta.

Un passo alla volta i liguri hanno rimontato il gap dalla zona alta della classifica e da febbraio in poi la squadra è decollata sulle tracce del Frosinone, scrollandosi di dosso, Reggina, Sudtirol e il mai domo Bari. Un secondo posto che vale appunto il ritorno in Serie A.

Per rimanerci serve però un mercato importante e fra le tre neo promosse, il Genoa è quella che sulla carta ha più liquidità di tutte per investire. Serve sfoltire e integrare, con giocatori adatti al gioco del Gila e adatti ovviamente alla massima categoria.

Rispetto al passato, la speranza è di vedere meno investimenti su meteore straniere e affidarsi a quei giocatori italiani che nella storia della formazione rossoblu hanno sempre lasciato il segno.

Piazza non facile, ma che sogna e ha fame di vittorie.

Cagliari: Sir Claudio, l’uomo delle imprese

31 anni dopo la sua prima esperienza sulla panchina sarda, Claudio Ranieri lo scorso gennaio è tornato alla guida degli isolani. E da quel momento, come è successo per il Genoa, è cambiato tutto. Da una stagione anonima e tendente alla bassa classifica, i rossoblu hanno iniziato a correre verso i playoff.

La ricetta giusta, di una squadra compatta e solida, nel segno di Lapadula bomber indiscusso della serie cadetta. Troppo tardi per ambire alla promozione diretta, ci ha pensato la post season a regalare al Cagliari la promozione: il tutto condito da una vittori centrata a Bari a pochi secondi dalla fine del sogno.

Come detto, Claudio Ranieri è stato l’artefice e il valore aggiunto dei rossoblu verso il ritorno in Serie A, 12 mesi dopo. E attorno al “Sor Claudio” da Testaccio va costruita la rosa per ottenere una salvezza in carrozza. Imparando anche dagli errori di mercato degli scorsi anni, con troppi giocatori a fine corsa che non sono stati utili alla causa sarda.

C’è un’ottima ossatura da cui ripartire, fra giocatori esperti e giovani. Serve almeno una pedina importante per ruolo: un modo netto per rinforzare una rosa che già adesso potrebbe ottenere un piazzamento di tutto rispetto in Serie A. Ma tutto gira attorno a Claudio Ranieri: l’uomo delle imprese impossibili, che dopo un titolo con il Leicester ha riportato il Casteddu nel calcio che conta.

Il “Baronetto” romano indica la rotta, sta alla società e squadra seguirlo verso nuovi orizzonti.