Si abusa spesso della parola rivoluzione, ma in questo caso forse non andiamo lontani dalla realtà. L’Inter, dopo quattro stagioni condite di successi e fallimenti, di gioie e dolori, ha salutato Simone Inzaghi, diretto in Arabia Saudita come nuovo allenatore dell’Al-Hilal. Inzaghi ha parlato di «ciclo finito», e in effetti una rapidissima ricerca anagrafica mostra come l’Inter sia la squadra più anziana della Serie A (28.3 anni: un dato che arriva a 29.1 anni considerando l’undici in campo).
Per il dopo-Inzaghi, un post tanto delicato quanto – e forse più di quanto – lo era stato quello dopo-Conte, è stato scelto un nome inedito, un giovane allenatore che conosce l’ambiente – ha lavorato parecchio tempo (dal 2018 al 2024) con le giovanili alla Pinetina, oltre ad aver giocato con l’Inter 7 stagioni (2007-2014) – reduce da una breve, ma intensa e significativa, esperienza da allenatore del Parma, in Serie A: Christian Chivu. Di lui sono state già dette molte cose, forse troppe.
Qualcuno lo ha dipinto come un perfetto mix tra Guardiola e Ancelotti. Sarebbe più giusto, per il suo bene, dire che Chivu ha bisogno di tempo, come e più di tutti, per dimostrare il proprio valore. Sul quale non ha dubbi Marotta, che ci ha puntato senza indugi. Al contempo, è altrettanto giusto non scaricare tutta la responsabilità su di lui, ma analizzare la rosa dell’Inter, nei suoi pregi, nei suoi difetti e nelle sue potenzialità.
Come si prospetta, alla luce di tutto ciò, il mercato dei nerazzurri? Quali obiettivi si pone? Quali necessità dovrà tenere in considerazione?
L’esigenza di sfoltire
Come il sibilio del Biscione che ne è simbolo, nell’ambiente nerazzurro gira una parola, quasi sottovoce, come un antico segreto che si ha paura di pronunciare: è l’esigenza di sfoltire. Questo mostro silenzioso, quasi trasparente alla vista, è dato essenzialmente da un fattore: tecnico-anagrafico. Come ha scritto G.B. Oliviero su Gazzetta, «l’Inter non ha alcuna necessità di vendere [Oaktree fornisce garanzie di un certo tipo rispetto al passato, ndr],e quindi può davvero decidere con serenità la strategia da seguire. […] Anche per stare al passo con i top club stranieri, che dispongono di un potenziale economico ben diverso, l’immobilismo va evitato: stare fermi equivale a fare un passo indietro. E i tempestivi acquisti di Sucic e Luis Henrique trasmettono la sensazione che Marotta abbia colto l’importanza del momento».
Se questo è vero in entrata, però, lo è altrettanto in uscita. Alcuni giocatori (Taremi, Arnautovic, Correa) non hanno convinto, e sono ai saluti (Correa ha già raggiunto gli USA per giocare con la sua nuova squadra, il Botafogo), altri – per evidenze anagrafiche – potrebbero finire sul mercato (più che Acerbi, ormai paradossalmente troppo in là con gli anni, pensiamo a giocatori come Mkhytarian – sul quale pure Chivu ha speso parole al miele). Altri ancora, per ragioni tecniche (Frattesi, Asslani) o di stimoli (Calhanoglu), non possono essere dichiarati incedibili.
Su Calhanoglu, che qualcuno si stupirà a vedere in questa lista, stanno arrivando conferme prepotenti dalla Turchia, la terra madre che vorrebbe riportarlo a casa anche in vista dei prossimi mondiali. La destinazione più gradita all’ex Milan, che ha già strizzato l’occhio ai giallorossi in passato, è il Galatasaray, che (dopo Sane) è intenzionato a costruire una squadra per lottare fino in fondo in Champions League. Secondo i media turchi Calhanoglu avrebbe dato il proprio benestare all’operazione, che rimane però difficile da pensare alle cifre caldeggiate dall’Inter.
La società nerazzurra chiede infatti almeno 35 milioni, contro i 25 che il Galatasaray – al massimo – arriverebbe ad offrire. Calhanoglu ha un contratto fino al 30 giugno 2027 con un ingaggio da 6,5 milioni di euro netti a stagione, ma sarebbe pronto a fare uno sforzo economico, a rinunciare a qualcosa per agevolare il trasferimento. «All’Inter sto bene ma sarebbe un onore un giorno poter giocare per il Galatasaray» aveva detto il diretto interessato in un’intervista di qualche settimana fa. Mentre radio mercato lavora, intanto, il papà di Hakan, con una storia su Instagram, ha fatto sognare i tifosi: “Speriamo che un giorno tu possa venire al nostro Galatasaray”.
Come detto, l’Inter non ha necessità di vendere. Certo è, però, che vendendo Calhanoglu a certe cifre, potrebbe permettersi con più facilità almeno altri due colpi in entrata, o uno più dispendioso. I nomi ci sono già.
I colpi in entrata tra centrocampo e attacco
Il possibile addio di Calhanoglu aprirebbe scenari importanti in entrata. I due nomi caldeggiati da Chivu a Marotta sono Nicolò Rovella e Samuele Ricci.
Entrambi hanno 23 anni, entrambi hanno una valutazione che si aggira sui 30 milioni di €. Entrambi hanno caratteristiche molto simili a quelle del turco, ma con meno gol nelle gambe – almeno per ora. L’operazione sarebbe difficile, ad ogni modo, perché né la Lazio né il Torino vogliono privarsi dei due gioielli. Nelle ultime ore, tuttavia, ha preso piede un’ipotesi affascinante, quella dello scambio secco: Rovella-Frattesi. Il centrocampista ex Sassuolo è cresciuto nelle giovanili della Lazio, che così d’un sol colpo avrebbe un ottimo innesto con qualche gol nelle gambe – come richiesto da Sarri a Fabiani – e uno slot libero in più per i giocatori non facenti parte del vivaio. Al momento si tratta solo di una voce, ma si sa: nel calciomercato le voci si trasformano molto velocemente in fatti, e quindi in trattative.
Una soluzione low-coast che l’Inter potrebbe sposare, forse a prescindere dalla cessione di Calhanoglu, sarebbe l’innesto di Mandela Keita (giocatore dalle caratteristiche simili rispetto a Rovella e Ricci), uno dei tre calciatori del Parma che Chivu avrebbe messo nel mirino e proposto a Marotta, insieme a Leoni (difensore 18enne, valore 6 milioni di €) e Bonny (attaccante 20enne da 20 mln di €). Le alternative, in attacco, rispondono ai nomi – più ambiziosi – di Lucca (24 anni, 22 mln di € il suo valore di mercato), seguito anche dal Napoli, e di Hojlund (22enne del Manchester United, valore 35 mln €), al momento solo una suggestione.
Infine, capitolo difesa, l’Inter cerca di rinforzarsi sapendo bene che Bisseck potrebbe salutare – destinazione United, per la cifra totale di 60 mln di €. Sono seguiti da vicino Mosquera del Valencia (20 anni, 30 mln il valore di mercato) e Gila della Lazio (24 anni, stesso valore di mercato: ma vendendolo i biancocelesti dovrebbero versare il 50% del profitto nelle casse del Real Madrid). Per la fascia, caldo il nome di Tchachoua dell’Hellas Verona.