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Lo strappo tra la Lazio e Luis Alberto ha radici profonde, che vengono da lontano. Per la precisione, la rottura risale al dicembre del 2020. Dopo aver infatti annunciato l’acquisto dell’aereo ufficiale per il trasporto della squadra allenata allora da Simone Inzaghi, il centrocampista spagnolo si lanciava in una pericolosa dichiarazione dal proprio canale Twitch.

In sintesi, Luis Alberto si lamentava della inutile spesa della società a discapito del mancato pagamento degli stipendi da parte del patron Lotito. Il quale, appena pochi giorni dopo, metteva a tacere tanto la mezzala quanto il mormorio mediatico alimentato dalla facile polemica.

Un atteggiamento, quello di Luis Alberto, che sapeva già di collisione con la società biancoceleste. Già lì, già a quel tempo, solamente l’abile diplomazia di Angelo Peruzzi e di Simone Inzaghi era riuscita laddove Tare e Lotito avevano fallito: far rientrare il centrocampista spagnolo nei piani e nel progetto biancocelesti, dopo aver intimato a Luis Alberto di chiedere scusa alla società pubblicamente.

La modalità? Sempre la stessa, ma su differente piattaforma: questa volta il profilo Instagram del giocatore. Curiosamente, tanto Inzaghi – ora allenatore dell’Inter – quanto Peruzzi – svincolato e al momento lontano dalla società – hanno lasciato la Lazio al termine della stagione.

Ora, tenendo fede al non c’è due senza tre, anche Luis Alberto sembra destinato a lidi lontani da quello romano.

La rottura definitiva

Nel giorno tanto atteso della presentazione ufficiale del nuovo mister Maurizio Sarri, infatti, il tecnico toscano era chiamato ad esprimersi sul mancato atterraggio a Roma del centrocampista spagnolo, in ritardo rispetto ai compagni di squadra pronti a partire per il ritiro di Auronzo di Cadore. Vacanze prolungate? Aereo mancato? Mancanza di rispetto?

Tutte e tre le cose, riassunte da Sarri con una frase che non ha lasciato spazio ad alcun dubbio: «Luis Alberto è un problema della società. Se quando arriverà da noi chiederà scusa, il problema morale sarà risolto. Altrimenti, dovrà spiegarci le motivazioni del suo ritardo». Che, detto più semplicemente, significa già addio.

Anche perché Luis Alberto, passati già diversi giorni dalla conferenza stampa dell’ex tecnico della Juventus, non ha dato notizie. Un desaparecido di lusso, che ha però incontrato in Claudio Lotito un nemico assai temibile. Come già successo per Zarate o Goran Pandev, il destino di Luis Alberto sembra segnato: o l’addio, o la messa fuori rosa.

Probabilmente, però, avendo Luis Alberto ancora diversi mesi di contratto con la Lazio, dovrà lui ascoltare Lotito, e non viceversa. È il patron biancoceleste ad avere il coltello dalla parte del manico. E a Luis Alberto, attratto dalle sirene del Sevilla e del Villarreal, non rimane che attendere.

Luis Alberto e il Milan: scenario possibile

Ma a quanto pare non sono queste le uniche squadre sul fuoriclasse biancoceleste. Su di lui si sarebbero posati anche gli occhi del Milan.

Se il suo arrivo ad Auronzo è atteso per mercoledì, o al massimo giovedì, gli agenti del giocatore sembrano aver già preso contatti col Milan. Il quale, dopo aver perso Çalhanoğlu destinazione Inter, cercano un giocatore che possa assomigliargli almeno tatticamente.

Ironia della sorte, Luis Alberto era il primo e vero obiettivo di Inzaghi dopo il dramma sfiorato con Christian Eriksen. Ma l’occasione a zero del centrocampista turco aveva sparigliato i dubbi del tecnico piacentino.

Da un punto di vista tattico – se dovessimo rispondere alla domanda: quale squadra in Serie A avrebbe più bisogno di Luis Alberto? – è senza dubbio la Lazio, in primis, e il Milan in seconda battuta, ad aver bisogno di Luis Alberto.

In un mercato bloccato dagli indici sballati di liquidità e dalle fatiche arretrate di due stagioni senza introiti economici, prendere (o perdere) lo spagnolo sposta di tanto gli equilibri.

L’anno scorso Luis Alberto ha mancato il fondamentale che lo aveva reso celebre due anni fa alla Lazio: l’assist. Ma ha migliorato decisamente la propria media realizzativa passando dai 6 gol della stagione 19/20 (condita di 16 assist, solo in Serie A) ai 9 della passata (con appena 2 assist in Serie A). Sono numeri che, stando ad una disposizione tattica praticamente identica della Lazio rispetto alla stagione passata, indicano una maggiore propensione del giocatore al gioco offensivo, all’incisività sottoporta. Alla voglia di incidere non solo con gli assist, ma con le reti.

Ecco perché Luis Alberto, al momento valutato 45 milioni (dati Transfermarkt), potrebbe essere per il Milan un gran colpo. A differenza di Çalhanoğlu, Luis Alberto tende a prendersi più pause nel corso della stagione. Ma la sua classe non è paragonabile a quella del centrocampista turco, più gregario che cantore, più soldato che artista. E i gol che Çalhanoğlu ha sempre faticato a trovare in maglia rossonera – ricordiamo i lunghissimi digiuni senza reti – potrebbero essere garantiti da un giocatore che si trova nel fulcro della propria carriera (classe 1992).

Tutto sta nel capire se e come la Lazio giocherà al ribasso.

45 milioni sono troppi, ma 30 più bonus potrebbero bastare. Il condizionale, comunque, quando dall’altra parte del tavolo c’è Lotito, è d’obbligo. Occhio anche alla possibile contropartita Romagnoli + cash. Anche perché, in tutto ciò, la clausola di Luis Alberto alla Lazio reca un dettaglio non indifferente: il 30% dell’incasso derivante dalla cessione spetterebbe al Liverpool. Attendiamo, curiosiamo, immaginiamo. Ma è lui(s) il grande nome del calciomercato estivo italiano.