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Il Real Madrid è in vetta alla Liga nonostante una catena allucinante di infortuni che ha colpito i blancos praticamente dal pre-campionato. Questo potrebbe essere un monito anche per i club di casa nostra, naturalmente.

Com’è potuto succedere? Dov’è il merito di Ancelotti in tutto questo? Come si ripercuoterà comunque anche questa serie di problemi fisici, quasi tutti traumatici, nel mercato dei blancos a gennaio?

Real Madrid, da Courtois ad Alaba

Il Real non ha mai giocato una partita con la formazione-tipo. Questo se per formazione-tipo intendiamo quella col portiere titolare in porta, Thibaut Courtois, rottosi il legamento crociato del ginocchio in precampionato e sostituito al volo da Kepa Arrizabalaga.

Il fatto è che praticamente subito dopo il belga si è rotto il crociato del ginocchio anche un altro pilastro della difesa come il brasiliano Eder Militao. Non è stato sostituito da nessuno, numericamente, visto che Ancelotti ha deciso di dare sempre più fiducia ad Antonio Rudiger: il tedesco, un vero stakanovista, a parte una gara della Liga saltata per squalifica le ha giocate tutte.

Accanto a lui ha quasi sempre giocato David Alaba, che però poche settimane fa ha avuto l’ennesimo grave infortunio della sua carriera nonché della stagione del Real Madrid: legamento del ginocchio andato e stagione finita. Quasi un cerchio si è chiuso, in questi ultimi 4-5 mesi in cui l’infermeria dei blancos è stata sempre piena.

Impossibile dimenticare anche i guai muscolari di Vinicius, che praticamente non si è ancora visto e che tornerà a metà gennaio, o i crac accusati in nazionale da Camavinga (fuori fino a marzo) e Tchouameni (appena rientrato). Lo stesso portiere Kepa ha dovuto fermarsi qualche settimana, sostituito degnamente dall’ucraino Lunin.

Come rimescolare le carte

In questo senso è stata ammirevole la risposta societaria alla raffica di infortuni: a parte Kepa, nessun arrivo extra, nessuno svincolato preso solamente per tappare i buchi. No, il Real Madrid ha lasciato le cose al loro posto affidandosi ai “soliti noti”, anche se un po’ vecchiotti come Nacho, un assoluto feticcio di Ancelotti.

Lo stesso Ancelotti ha tranquillamente pescato da chi non era visto come un titolare, ma che col tempo lo è diventato. Ha benedetto la piena salute di pedine-chiave come Bellingham o Valverde, per esempio, o di Rodrygo e Joselu; ma nelle ultime settimane ha avuto molto da Brahim Diaz o da Lucas Vazquez, decisivo nella partita pre-natalizia vinta 1-0 nella Liga contro l’Alaves.

Siamo oltre il gregariato, perché sarebbe offensivo chiamare così gente come Vazquez o Nacho che sono al Real Madrid da una vita e hanno vinto tutto, ma continuano a dare il loro contributo.

E anche per gennaio i blancos hanno deciso per adesso di non lasciar trasparire nessun obiettivo di mercato. Magari Tchouameni verrà adattato come difensore centrale consentendo di dare magari fiato a Rudiger.

Nella Liga il Real Madrid è inattaccabile, è in vetta col Girona e ha perso solo una partita, il derby; in Champions se possibile è ancora meglio, sei vittorie su sei. Facile vedere chi abbia avuto ragione fin qua.