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«Quattro vittorie su quattro per agganciare la vetta prima della sosta». Così Massimiliano Allegri aveva presentato – e caricato di ulteriori motivazioni – la sfida del Via del Mare di Lecce tra i giallorossi neopromossi guidati da Di Francesco e il Milan dell’allenatore livornese, al suo canto del cigno sotto Berlusconi.

Per come l’aveva introdotta, quel primo tempo appare allora inspiegabile. Il Lecce è una buona squadra, in casa soprattutto. Dopo 8 giornate la piazza sente di avere una squadra pronta alla salvezza, magari anche con relativa serenità. Quella rossonera, invece, storce il naso di fronte a qualche eccessivo balbettio del Diavolo in questo avvio (quinto in classifica prima della partita col Lecce), con una Juventus che appare decisamente più in palla – e che infatti a fine anno vincerà lo Scudetto.

Per ora, comunque, sembra ancora tutto aperto. E così sarà comunque fino alla penultima giornata. Allegri sembra sereno, al fischio d’inizio del signor Peruzzo. È un modo di fare, certo, ma è anche la consapevolezza di chi sa di avere la squadra più forte tra le mani.

Primo tempo da incubo per i rossoneri

Eppure il Lecce passa subito quando Grossmuller disegna un calcio di punizione parabolico dalla sinistra e Giacomazzi, di testa, la schiaccia di precisione beffando Abbiati. Esplode il Via del Mare, Lecce già in vantaggio dopo 4’.

I giallorossi quasi in trance agonistica continuano a spingere e Cuadrado sulla fascia sinistra crea più di un patema al povero Abate, in grande difficoltà. Il Milan reagisce, e crea una buona potenziale occasione con il triangolo Cassano-Robinho-Ibrahimovic, ma lo svedese viene anticipato sul più bello.

La partita è bellissima e il Lecce non si ferma un attimo. Cuadrado, con un tiro da 35 metri, spaventa Abbiati – immobile. Lo stesso Abbiati poco dopo commette un’ingenuità su Corvia, atterrandolo in area di rigore dopo aver respinto male un pallone da corner. Rigore, non ci sono dubbi. Dal dischetto Oddo, ex e grande rigorista già dai tempi della Lazio, trafigge l’estremo difensore del Milan: Lecce 2 Milan 0, dopo 30’.

A quel punto Allegri quasi in preda ad un attacco isterico chiede ai suoi di reagire, ma quelle urla sono persino più nocive. Al 37’, 7’ dopo il 2-0, il Lecce va addirittura sul 3-0: a segnare il gol dell’apoteosi salentina è Grossmuller, al termine di un’azione carambolesca ‘rifinita’ da Antonini, anche lui in grandissima difficoltà.

Il Milan è al tappeto.

Il ribaltone firmato Boateng

Ma poi qualcosa cambia. Quel giorno il Milan indossava la fascia nera, in lutto per la morte del milanistissimo Marco Simoncelli. Ed è bello pensare che la riscossa sia partita quel giorno proprio dalle stelle.

Certo è che al fattore trascendente va aggiunto quello tattico, perché Allegri fa due cambi decisivi: fuori Robinho e Ambrosini, dentro Boateng e Aquilani.

Dopo appena 240 secondi dall’avvio del secondo tempo, ad opera del signor Peruzzo, il ghanese segna la rete del 3-1 – con un sinistro chirurgico di controbalzo su situazione pericolosa da corner. Poco prima aveva sfiorato il gol con un tiro simile, uscito di poco: ancora qualche istante prima aveva tirato uno scaldabagno da 35 metri al volo, dimostrando di avere una carica addosso persino eccessiva.

Tre occasioni create in 4’. In tutto il primo tempo il Milan non aveva prodotto che un tiraccio sporco di Nocerino da fuori area sul 2-0. Boateng non è umano: sembra un videogioco catapultato nella realtà, e con la 27 sulle spalle illumina il prato del Via del Mare.

Lo dimostra con prepotenza prima al minuto 10, quando con una stecca di mezzo esterno buca il povero Benassi – che non può che ammirare la sfera incastonarsi poco al di sotto del ‘sette’. Poi al 18’, quando cogliendo una respinta su tiro di Abate calcia forte e preciso, bucando nuovamente il portiere leccese.

A 27’ dalla fine, il Milan può vincere una partita che sembrava persa.

E infatti la vince, con Mario Yepes, al minuto 87 su assist di Cassano, decisivo a livello tecnico quasi quanto il ghanese per quella strepitosa rimonta. Per chiudere, un ricordo nostalgico di quella giornata: in quel Lecce-Milan nacque anche la leggenda del ‘Boa-boa-boa teng-teng-teng’ (ripetuto tante volte quante le reti segnate dal ghanese, tre appunto) di Tiziano Crudeli. I tifosi del Milan se lo ricorderanno bene, ma quelli di tutta Italia non possono averlo dimenticato.