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La giornata 36 di Serie A conferma che nulla è ancora scritto. La corsa Scudetto si riapre clamorosamente grazie al pareggio del Napoli contro il Genoa e al contemporaneo successo dell’Inter sul campo del Torino: ora il distacco tra le due è ridotto a un solo punto. Tutto può succedere, e lo stesso vale per le altre grandi sfide della classifica.

Lazio e Juventus si annullano nello scontro diretto per la Champions, mentre la Roma cade per la prima volta in campionato nel 2025, trafitta da una grande Atalanta che si assicura matematicamente un posto nell’Europa che conta. In fondo alla classifica, il colpo del Venezia contro la Fiorentina riaccende il brivido della zona retrocessione. È il momento dei nervi saldi e delle individualità che fanno la differenza: ecco gli undici che hanno brillato nella 36ª giornata.

Di Gregorio (Juventus)

Se il portiere è il migliore in campo, spesso significa che la squadra ha sofferto. Ma la prestazione di Di Gregorio va oltre: interventi risolutivi, leadership e una sicurezza totale fino al 96′, quando anche lui deve arrendersi a Vecino. Un punto che pesa, ma senza di lui sarebbe arrivata la sconfitta.

Vasquez (Genoa)

Il suo colpo di testa vale oro: il 2-2 al Maradona non solo regala un punto prezioso al Genoa, ma cambia gli equilibri della lotta Scudetto, riportando l’Inter a -1 dal Napoli. Un gol che lascia il segno.

De Vrij (Inter)

Dentro per dare riposo ad Acerbi, finisce per sembrare il titolare fisso. Prestazione impeccabile contro il Torino, confermando il suo ottimo momento, già intravisto anche nella grande serata europea contro il Barcellona.

Coppola (Verona)

Autore del gol del pareggio contro il Lecce, è sempre più leader di un Verona che lotta per salvarsi. Le sue prestazioni hanno attirato l’attenzione di club come il Milan: maturità, coraggio e senso del tempo.

Pulisic (Milan)

Quando il Milan fatica, Pulisic è spesso l’ultima luce a spegnersi. L’americano raggiunge quota 11 gol in Serie A, 17 totali stagionali: un rendimento da top player in una stagione complicata per i rossoneri.

McTominay (Napoli)

Stavolta non segna, ma costruisce. Due assist, premi individuali e la sensazione costante che sia l’uomo più continuo della fase centrale di stagione azzurra. Piccola consolazione, però, per una vittoria che sfuma.

Anjorin (Empoli)

Seconda perla in due settimane: dopo il Venezia, punisce anche il Parma con un destro imprendibile. L’Empoli torna a vincere dopo cinque mesi, e il merito è in gran parte suo.

Zalewski (Inter)

Inzaghi lo accentra e lui lo ripaga. Il gol con cui trafigge il Torino è il primo in maglia nerazzurra, ma già basta per convincere l’Inter a riscattarlo dalla Roma: talento e duttilità al servizio di una squadra che punta in alto.

Strefezza (Como)

Il Como sogna e lui lo trascina. Gol pesante contro il Parma, tiro a giro da applausi: sesta vittoria consecutiva e zona sinistra della classifica nel mirino. L’ex Lecce sta vivendo un finale di stagione da protagonista assoluto.

Lookman (Atalanta)

L’uomo della Champions. Con una doppietta da urlo spezza l’imbattibilità 2025 della Roma e regala all’Atalanta l’aritmetica qualificazione europea. Se sarà davvero un addio, è il migliore dei saluti.

Gimenez (Milan)

Conceiçao sorride: l’ex Feyenoord si prende il Milan sulle spalle, segna due volte al Bologna e si candida per essere il 9 titolare nella finale di Coppa Italia. Il ‘Bebote’ è in forma, e si vede.