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Gli stessi punti in classifica, l’uguale ambizione di centrare la fase playoff. Solo che una si chiama Juventus e l’altra è invece il Pafos, che è la squadra di Pafo, che è una zona meravigliosa del Cipro, che è alla prima esperienza assoluta in Champions League. Sono le storie più particolari, più belle, ma anche più scivolose di questa competizione, in cui se dai qualcosa per scontato finisci solamente per bruciarti. E bruciarsi, in Europa, fa più male. Perché spesso in gioco è pure un discorso economico, non è solamente una questione di status.

Tant’è, per la Juve sarebbe vitale andare oltre, fare il proprio dovere e sperare di poter coltivare le ambizioni il più possibile. A volte può capitare di stupire, soprattutto in annate in cui non ci si aspetta granché. La scia di questo stupore è ciò che motiva Spalletti, reduce dal ko di Napoli e da un po’ di riflessioni più cupe sulla sua squadra.

Chi potrebbe giocare?

Intanto, si potrà rivedere una Juve con una punta. Che non è una banalità. Anzi. Dopo l’esperimento con Yildiz falso nove al Maradona, la sensazione è che Spalletti possa tornare al punto di partenza per trasformarlo in un ricominciare. E allora, ricominciare da David, ricominciare anche dallo stesso numero dieci, e magari Conceiçao o McKennie sul lato opposto. Le vere novità potrebbero vedersi invece a centrocampo, con Miretti candidato a una maglia dal primo minuto. Dietro è tornato Bremer, ma non sarà della partita, al limite per un piccolissimo spezzone.

Il Pafos dello spagnolo Carcedo è invece una squadra ben differente: più offensiva e meno accorta. Sarà 4-2-3-1 e ci sono un po’ di giocatori da vedere: Dragomir, Anderson, Quina (passato dall’Udinese) e Luckassen, tra quelli che possono creare caos. David Luiz – sì, quel David Luiz – è il faro.

I numeri del Pafos sono importanti

Il faro di una squadra che si sente importante, che non ammette distrazioni perché sa che curare i dettagli è la vera differenza tra fare la storia e pensare di scriverla. Fino a questo momento, i ciprioti hanno pareggiato tre partite e persa solamente una, contro il Bayern Monaco. Mentre con il Villarreal – cosa che non è riuscita invece alla Juventus – sono stati in grado persino di vincere il match, portandosi a 6 punti totali e all’ultimo posto disponibile per la zona playoff. Sì, sono 24esimi.

La squadra è stata allestita da una vecchia conoscenza del calcio italiano: si tratta di Cristiano Giaretta, che è stato direttore sportivo del Novara (fu lui a portare Bruno Fernandes, oggi capitano del Manchester United, in Italia) e dell’Udinese, dove aveva colpito per acquisti importanti. Un paio: Zielinski, ora all’Inter, preso dalla Serie B polacca; Joao Pedro, colpo da 70 milioni del Chelsea, preso al Watford prima dell’esplosione definitiva.

Il momento della Juventus

Ecco, ma il Pafos può sognare davvero di ribaltare la Juventus? Ammesso che nel calcio possa davvero accadere di tutto, si può dire che sarebbe comunque un harakiri devastante per i bianconeri trovarsi a perdere altri punti contro la squadra cipriota. Il ko di Napoli avrà certamente lasciato delle scorie, ma questa è una partita solamente da vincere. Servono tre successi effettivamente per cambiare la propria classifica e certificare il passaggio del turno.

Dunque, vietato fallire. E vietato fallire anche per non affondare: perché se vincere aiuta a vincere, perdere aiuta solo a trovarsi in un buco nero da cui la Juventus più volte ha dimostrato di non poterne uscire, non da sola.