Vai al contenuto

Nella quattordicesima giornata di Serie A, la Roma di Josè Mourinho guadagna tre punti fondamentali contro il sassuolo di Dionisi. Una vittoria che ha un sapore dolcissimo dato che le permette di superare di nuovo la Fiorentina, che nella partita delle ore 15 aveva sconfitto la Salernitana superandola momentaneamente, e il Bologna che, nell’ora di pranzo invece, si è fatto raggiungere al centesimo minuto dal Lecce pareggiando una gara già vinta. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, il giorno dopo la vittoria contro il Sassuolo, è un perfetto inizio di giornata perché i giallorossi sono quarti in classifica, anche se in compagnia del Napoli, sconfitto ieri sera nel posticipo contro l’Inter. Ma adesso ci siamo, ora più che mai la squadra giallorossa può credere alla qualificazione Champions. È vero, il percorso è ancora lunghissimo ma la strada tracciata fin qui sembra essere proprio quella giusta.

L’arte di vincere

La Roma ha meritato di vincere contro un Sassuolo che ha espresso veramente poco calcio. Nonostante lo svantaggio del primo tempo, gli uomini di Josè si sono compattati ancora di più e hanno, sin da subito, provato a riequilibrare il match. Sulla strada della rimonta hanno trovato un Consigli in versione Superman, prima su Dybala, dove compie una parata sensazionale, e poi, nella seconda frazione di gara, su Lukaku. La forza dell’allenatore portoghese sta proprio nel saper tirare fuori, da ogni singolo calciatore della rosa, quella dedizione alla causa che genera inevitabilmente una marcia in più rispetto agli avversari. Chissà cosa avrà detto negli spogliatoi a gente come Kristensen e Azmoun che, entrati subito nella ripresa, hanno letteralmente spaccato la partita.  

Sono stati proprio quest’ultimi a suonare la carica per i giallorossi che, nel secondo tempo, hanno annientato il Sassuolo sul piano del possesso palla e delle azioni create. L’uomo decisivo è sempre lui: Paulo Dybala. Quando la palla “scotta” sale in cattedra la Joya e, da vero leader, spiana la strada per la rimonta.

Al mio segnale scatenate l’inferno!

Non è certo una novità che, ogni domenica, la Roma può contare sempre sull’appoggio del proprio pubblico ma questo sta diventando un fattore importante per i giallorossi che va sottolineato. Infatti, se in casa la squadra giallorossa può contare su sessantamila tifosi, ormai anche in trasferta può affidarsi a un gran numero di supporters. Insomma, i ragazzi di Mourinho giocano sempre in casa e anche ieri, al Mapei Stadium, è stato così.

Nel secondo tempo, quando la Roma ha cercato ripetutamente prima il goal del pareggio, poi il goal della vittoria, dietro le spalle di Consigli c’era letteralmente un muro giallorosso. È qui che il condottiero Josè Mourinho ha tutto il merito perché, da quando siede sulla panchina della squadra della capitale, ha saputo prima riportare i tifosi allo stadio e, successivamente, generare tutto quest’entusiasmo che si sta rivelando un vero e proprio fattore decisivo per la Roma. Il famoso “dodicesimo uomo” che non si vede in mezzo al campo ma si sente, eccome se si sente.

“Al mio segnale scatenate l’inferno”, così come recitava Russell Crowe nel film “Il Gladiatore” quando, prima di scendere in battaglia, incitava i propri soldati con questo motto così sembra fare Josè Mourinho quando chiede ai propri tifosi di incitare la squadra a suon di grida, cori, inni e applausi. Durante la partita c’è stato un momento che rappresenta tutto ciò: dopo il pareggio di Paulo Dybala su rigore (perfetto all’angolino), si è vista esattamente la vera forza dell’allenatore portoghese che, avvicinandosi verso la curva giallorossa, chiede a gran voce, e con un plateale gesto, di non gettare fumogeni nel rettangolo di gioco e, al contrario, di incitare i propri ragazzi. Come per magia “detto fatto” e, a distanza di qualche minuto la Roma trova addirittura il vantaggio.

Si è vero non esprimerà un gioco bellissimo la formazione di Josè ma ciò che sta creando Mourinho attorno alla Roma è qualcosa che va oltre tutto questo. Con questo entusiasmo si possono vincere le partite e non solo, si può arrivare lontano. Un allenatore, un gladiatore, un condottiero e un imperatore, Josè Mourinho rappresenta tutto questo per i tifosi romanisti e per la Roma.