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Nella fantastica estate sportiva 2021 l’Italia si è laureata campione d’Europa, una vittoria che dona sicuramente prestigio al movimento calcistico azzurro e riaccende i riflettori sul nostro campionato.

Ma la vittoria della Nazionale di Mancini in campo europeo riflette anche il valore delle squadre di club italiane? Vediamo un po’ come è andato il confronto con gli altri paesi nel turno di esordio delle coppe europee. 

Italia-Inghilterra: la qualità c’è, ma si paga l’intensità 

In questa prima giornata di coppe europee abbiamo assistito alle trasferte in terra d’Albione di Milan e Napoli, rispettivamente contro Liverpool in Champions League e Leicester in Europa League, che si sono risolte nella sconfitta di misura per 3-2 dei rossoneri e nel pareggio in rimonta per 2-2 dei partenopei. 

Il Milan aveva sicuramente l’impegno più ostico: il calcio del Liverpool di Jurgen Klopp è noto da anni per i suoi ritmi altissimi e per l’intensità del pressing portato in ogni zona di campo. La squadra di Stefano Pioli è stata praticamente travolta dai Reds, non riuscendo a trovare le giuste contromisure allo strapotere fisico messo in campo dagli avversari, peraltro in una formazione priva di diversi titolari. 

Nonostante l’evidente mismatch atletico, il Milan era comunque riuscito a ribaltare la gara nei minuti finali del primo tempo, anche se in maniera fortunosa. La qualità dei giocatori rossoneri è di un livello più che adeguato alla competizione, ma dal punto di vista dell’intensità paga ancora troppo ad una squadra di un campionato come quello inglese in cui i ritmi sono decisamente più elevati.

Resta da vedere se questo divario rimarrà tale nel corso di tutta la stagione: normalmente le squadre italiane effettuano una preparazione atletica più pesante nel precampionato che permette ai giocatori di avere una forma fisica più costante nell’arco di tutta la stagione, a differenza di quanto accade in Inghilterra dove spesso arrivano a fine campionato con le batterie scariche. 

Il diverso livello di intensità si è visto anche nel pareggio tra Leicester e Napoli: le Foxes hanno subito aggredito gli azzurri, lasciandogli poco spazio nella prima parte di gara e arrivando a portarsi in vantaggio di 2 gol, con una terza rete annullata a Daka per un leggero fuorigioco. 

Non è un caso che Spalletti abbia risolto la gara grazie ai cambi, con un fresco Politano a portare energie nel finale, e grazie al giocatore fisicamente più strutturato dell’attacco partenopeo, quel Victor Osimhen che nel finale di partita, dopo essere stato una costante spina nel fianco della difesa inglese, ha trovato le energie per mettere a segno la doppietta che è valsa un punto importantissimo in ottica qualificazione.

Al contrario, i giocatori di qualità ma abituati a giocare la palla a ritmi più lenti, ovvero Fabian Ruiz e Piotr Zielinski, sono quelli che hanno mostrato le maggiori difficoltà. 

Italia-Spagna: il divario è praticamente colmato 

Il doppio confronto tra Italia e Spagna in Champions League ha visto un grande classico del calcio europeo come Inter-Real Madrid e l’inedita sfida tra Villareal e Atalanta. Se a San Siro si è assistito ad una vera e propria beffa, con i campioni d’Italia puniti nel finale da un gol di Rodrygo dopo aver dominato la partita per larghissima parte del match, a Villareal abbiamo assistito ad una partita divertentissima aperta ad ogni risultato. 

La crisi delle due grandi di Spagna, Real Madrid e Barcellona, ha di fatto ridimensionato molto il livello del calcio spagnolo. A parte l’Atletico Madrid, unica squadra di livello che si è effettivamente rinforzata, il miglior risultato sul mercato per le varie squadre spagnole è stato riuscire a mantenere il proprio livello. 

Di conseguenza il Real Madrid si è dimostrato squadra decisamente alla portata di un’Inter colpevole solamente di non aver concretizzato le innumerevoli occasioni avute nella prima ora di gioco. Il vantaggio dei merengues si è rivelato la mentalità e l’abitudine alla competizione, incarnata da una serie di giocatori con grandissima esperienza in Champions, anche a dispetto della giovane e età, e dall’allenatore più esperto della competizione, Carlo Ancelotti. 

Viceversa nell’altro scontro il ruolo della veterana della competizione è stato ricoperto dall’Atalanta, ormai alla terza partecipazione consecutiva alla Champions. Il Villareal, detentore dell’Europa League, è stato praticamente travolto dal ritmo e dal pressing atalantino nella prima parte di gara. Con il passare dei minuti la qualità del Villareal è venuta fuori, dando vita ad un match che si è concluso con un pareggio divertente e tutto sommato giusto

Il divario tra le squadre spagnole e le squadre italiane, nonostante l’abisso che le separa in termini di ranking, sembra quindi decisamente ridotto, con le squadre italiane che hanno dato però l’impressione di avere maggiori margini di crescita 

Italia-Resto d’Europa: importante restare concentrati 

Per quanto riguarda gli incontri tra le squadre Italiane e quelle di altri campionati europei, abbiamo visto la Juventus in Champions disporre agevolmente degli svedesi del Malmo vincendo 3-0 in trasferta, la Roma esordire nella neonata Conference League schiantando il CSKA Sofia per 5-1 e la Lazio subire una dolorosa sconfitta per 1-0 ad Istanbul per mano del Galatasaray, a causa di un incredibile autogol del portiere Strakosha. 

Appare evidente come il livello delle squadre italiane sia decisamente superiore dal punto di vista tecnico a quello degli avversari, ma la differenza l’ha fatta l’atteggiamento mentale. La Juventus era chiamata ad un pronto riscatto dopo il disastroso inizio di campionato, e ha risposto prontamente con una partita impeccabile: l’elemento dal lodare è sicuramente l’approccio al match, con attenzione e intensità costanti nonostante un avversario di livello inferiore.

La Roma, che al contrario in campionato sta andando più che bene, è scesa in campo contro i bulgari con un po’ di sufficienza, andando in svantaggio dopo soli 10 minuti con il gol dell’irlandese Graham Carey. Suonata la sveglia però la squadra di Mourinho si è ripresa in fretta, chiudendo il match con un perentorio 5-1 che ha messo in luce il grandissimo divario tra le due squadre. 

Delusione invece per la Lazio in Europa League, che forse ancora frastornata dalla sconfitta in campionato contro il Milan, si è resa protagonista di un match dai toni blandi in quel di Istanbul.

In una partita in cui gli uomini di Sarri non sono riusciti a produrre un gioco soddisfacente, anche grazie all’aggressività del Galatasaray, il fattore chiave è stata la deleteria sufficienza con cui Thomas Strakosha prima non ha chiamato una palla in area costringendo Lazzari ad alzare un pericoloso campanile, e quindi ha mancato una clamorosa presa alta, senza nessun disturbo, facendosi rimbalzare la palla sui palmi delle mani e mandandola così in porta. 

Senza questo incredibile errore, i biancocelesti avrebbero portato a casa un punto comunque soddisfacente nell’economia del girone. Se la Lazio avesse giocato con il ritmo e l’intensità del campionato, probabilmente avrebbe potuto anche puntare al bottino pieno, ma per fare strada in Europa League è necessario mantenere sempre alta la concentrazione, elemento che è chiaramente mancato in questa occasione.