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L’Italia si è presentata per la prima volta da campione d’Europa giovedì sera sul campo di Firenze, non riuscendo però ad andare oltre ad un pareggio contro la Bulgaria. Segno X che si è ripetuto anche domenica a Basilea, quando gli azzurri hanno impattato per 0-0 contro la Svizzera

Come da tradizione, purtroppo, settembre è sempre un mese abbastanza complicato per la nazionale italiana che comunque, grazie a questi due pareggi, ha raggiunto quota 36 partite consecutive senza sconfitte, record assoluto. 

Appesantiti dalla preparazione e con un attaccco poco incisivo

Gli azzurri hanno sicuramente deluso le aspettative, ma i motivi alla base di queste prestazioni sottotono possono lasciare comunque fiduciosi per il proseguimento dell’avventura mondiale. I nostri azzurri sono apparsi stanchi, probabilmente a causa della preparazione estiva iniziata più tardi, viste le vacanze extra post-europeo, e questo si è visto in particolare nel caso di Florenzi

Il neo-terzino del Milan, che già aveva chiuso l’Europeo accusando vari fastidi fisici, è ancora ben lontano dal top della forma e la sua mancanza di lucidità ha causato il gol del pareggio della Bulgaria. 

Più in generale comunque tutta la squadra ha dimostrato di non essere ancora in grado di reggere tutti i 90 minuti a pieno ritmo, e la progressiva perdita di lucidità si è vista anche nel secondo tempo contro la Svizzera. 

La necessità di non spremere troppo i giocatori è stata alla base della scelta di Mancini di schierare contro gli elvetici Berardi al posto di Chiesa, l’uomo che aveva siglato il vantaggio contro la Bulgaria dopo una sua fantastica accelerazione. Inserito nella ripresa contro la Svizzera, dopo una clamorosa occasione non concretizzata da Berardi, l’esterno juventino si è subito messo in mostra con uno scatto dei suoi, ma poi non è più riuscito ad incidere sul match. Impreciso alla conclusione anche Lorenzo Insigne, sempre volenteroso ma che non inquadra sempre la porta con il suo caratteristico tiro a giro. 

L’infortunio di Belotti ha poi tolto a Mancini l’alternativa più immediata ad Immobile, attaccante che purtroppo in nazionale smarrisce inspiegabilmente quel feeling con la porta che lo caratterizza con la maglia della Lazio. Invece che sostituirlo con un giocatore più abituato al ruolo di centravanti, come possono essere Raspadori o Kean, contro la Svizzera Mancini ha optato per un falso nove come Zaniolo al posto della punta laziale.

Così come ai suoi compagni di reparto, ad Immobile non gli si può certo rimproverare l’impegno e il gioco al servizio della squadra, ma l’incisività sotto porta sta iniziando a diventare un serio problema. 

Il recupero di un giocatore come Zaniolo a questo proposito è un’ottima notizia per il futuro, per cercare nuovi meccanismi offensivi, ma al momento il ragazzo è ancora imballato dall’anno di inattività forzata e dalla preparazione effettuata in estate.

Difesa e centrocampo offrono garanzie al di là dell’errore di Jorginho

Detto dei problemi dell’attacco ad essere incisivo, non si può certo sorvolare sul fatto che se Jorginho avesse messo a segno il rigore guadagnato da Berardi l’Italia avrebbe probilamente portato a casa la vittoria. Si tratta del secondo errore di fila dal dischetto di uno specialista come l’italo-brasiliano, eventualità più unica che rara e da ascrivere anche alla bravura di un portiere preparatissimo come Sommer. L’errore ha però pesantemente condizionato il regista azzurro, che nel finale, sia per la stanchezza che per il contraccolpo psicologico, ha offerto una prestazione decisamente sotto il suo standard. 

Il centrocampo dell’Italia è comunque il reparto che offre più garanzie: il terzetto di base composto da Jorginho, Barella e Verratti ha trovato un titolare aggiunto in Locatelli, ormai maturo e in grado di sostituire agevolmente qualsiasi compagno. Dietro di loro, oltre a Pessina, è tornato in gruppo anche Pellegrini

La linea difensiva dell’Italia offre sempre moltissime garanzie: l’intesa tra Chiellini e Bonucci è oramai automatica e Acerbi e Bastoni sono ottime riserve.

Qualche dubbio sulle fasce: se Emerson Palmieri fa del suo meglio per non far sentire la mancanza di Spinazzola (che rientrerà solo a qualificazioni concluse), sull’altro lato Florenzi è apparso decisamente in ritardo di condizione e non si capisce bene perché Mancini, volendo preservare Di Lorenzo per la Svizzera, abbia puntato su di lui piuttosto che su Calabria che al momento gli è avanti nelle gerarchie nel Milan.  

La strada verso Qatar 2022

La Svizzera ora è distante 4 punti, con 2 partite in meno rispetto agli azzurri. La formazione di Yakin è sicuramente l’avversaria più forte del girone e l’unica accreditata a contenderne la testa agli azzurri.

Diventa quindi essenziale presentarsi all’appuntamento del 12 novembre, quando ospiteremo gli svizzeri all’Olimpico di Roma, al meglio della forma. Una vittoria in quel frangente metterà con ogni probabilità la qualificazione al sicuro da ogni possibile sorpresa. 

Ad ottobre saremo impegnati nella Final Four di Nations League, mentre gli elvetici giocheranno il ritorno contro l’Irlanda del Nord (dove saranno di scena già mercoledì) e contro la Lituania sul Mar Baltico. Facile mettere in preventivo che possano ottenere il punteggio pieno in tutti questi match.

Per Mancini diventa già importantissima quindi la partita di mercoledì contro la Lituania, dove è ovviamente imperativo vincere per poter quindi ospitare gli svizzeri a novembre mantenendo un minimo vantaggio.