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Il match tra Inter e Roma non è il match più importante della 10ª giornata di Serie A (questo è un titolo che spetta a Napoli-Milan), ma è di sicuro quello che ha suscitato maggiori discussioni.

Al di là della storia ricca di confronti spettacolari e dell lungo duello vissuto dalle due squadre all’indomani di Calciopoli, i tifosi nerazzurri devono fare i conti con due ex verso i quali provano sentimenti opposti come José Mourinho e Romelu Lukaku. Se per l’allenatore portoghese l’affetto dei nerazzurri resta altissimo, la curva interista ha annunciato la distribuzione di 50.000 fischietti prima della partita da utilizzare contro l’attaccante belga.

José Mourinho ha dichiarato che non capisce perché l’addio di Lukaku all’Inter sia da considerarsi molto diverso da quello di Calhanoglu (passato dal Milan all’Inter), e il direttore sportivo giallorosso Tiago Pinto ha detto che chi si scaglia contro Lukaku in passato ha elogiato le operazioni che hanno portato Mkhitaryan e Dzeko a passare dalla Roma all’Inter.

Ma in realtà la ferita nei tifosi interisti è molto più profonda, dal momento che nel caso di Lukaku non si tratta, come dice Mourinho, semplicemente di uno dei tanti giocatori che hanno vinto un trofeo con l’Inter: l’attaccante belga, con i suoi atteggiamenti, ha pesantemente condizionato il mercato nerazzurro nelle ultime tre stagioni, nel bene e nel male.

Cronaca del caso Lukaku

Romelu Lukaku è stato l’acquisto più caro nella storia dell’Inter, fortemente voluto da Antonio Conte al suo arrivo sulla panchina nerazzurra e pagato 75 milioni di euro al Manchester United.

Il rendimento del belga nei due anni agli ordini di Conte è stato a dir poco eccellente: 34 reti in tutte le competizioni (eguagliando un certo Ronaldo), di cui 23 gol in campionato nella prima stagione (chiusa al secondo posto), 30 gol (24 in campionato) in 44 presenze nella stagione in cui l’Inter conquista lo scudetto e Lukaku vince il premio di miglior giocatore della Serie A.

Il primo addio di Lukaku, troppo tardi per “salvare” Hakimi

In seguito all’addio di Antonio Conte, però, sono iniziati i problemi. L’Inter, per esigenze di bilancio, ha bisogno di cedere un giocatore di primo piano: la scelta ricade su Achraf Hakimi, che viene ceduto al Paris Saint-Germain per 68 milioni di euro.

Con questa cessione l’Inter, appena affidata a Simone Inzaghi, può tranquillamente programmare la stagione, anche facendo conto dello stop forzato di un’altra delle sue stelle, Christian Eriksen, bloccato da problemi cardiaci.

Nel bel mezzo dell’estate però Lukaku decide di accettare l’offerta del Chelsea, squadra che già lo aveva acquistato da giovanissimo: l’Inter accetta i 113 milioni messi sul piatto dai londinesi. I tifosi faticano un po’ a digerire la scelta del belga, ma il prestigio della squadra londinese e l’impareggiabile offerta economica ne danno quantomeno un senso. L’idea però è che se Lukaku avesse comunicato prima le sue intenzioni, il sacrificio di Hakimi non sarebbe stato necessario.

Il ritorno a Milano e il sacrificio di Dybala

L’Inter comunque ritrova i suoi equilibri con Edin Dzeko, mentre Lukaku fatica a dismisura a Londra. Nell’estate successiva l’Inter ha in mano lo svincolato Paulo Dybala, per il quale è già pronto il contratto da firmare. Da Londra però arriva la notizia che Lukaku vuole assolutamente tornare a Milano, ed è pronto anche a ridursi lo stipendio che prende dal Chelsea per questo.

L’Inter ovviamente non può permettersi di riacquistare il cartellino del giocatore, venduto solo la stagione precedente per 113 milioni. Si trova quindi un accordo per il prestito annuale sulla base di quasi 8 milioni, con l’accordo di rinnovarlo eventualmente in seguito, mentre il giocatore trova un ingaggio che lo rende comunque il più pagato della rosa nerazzurra. Paulo Dybala, abbandonato da Marotta, firma per la Roma di Mourinho diventando in poco tempo il faro della squadra e l’idolo della tifoseria.

Il ritorno di Lukaku all’Inter non va benissimo inizialmente, per problemi fisici e per la concorrenza di Edin Dzeko. Il cambio ai vertici del Chelsea dopo la cessione della società rimette in discussione gli accordi con l’Inter, e, dato anche lo scarso rendimento del belga, i vertici nerazzurri annunciano che il giocatore sarebbe rientrato a Londra a fine stagione.

Nella seconda parte di stagione però il rendimento di Lukaku cresce esponenzialmente di pari passo con la sua forma fisica e con il rendimento della squadra, che arriva a giocare la finale di Champions League e a chiudere in crescendo il campionato, anche se Inzaghi deve sempre gestire il dualismo tra Dzeko e Lukaku optando più spesso per l’esperienza del primo nelle partite più importanti.

La scelta tra Dzeko e Lukaku e la fuga del belga

La dirigenza interista deve fare i conti però a fine stagione con il contratto in scadenza del trentasettenne attaccante bosniaco. Viene presa la decisione di lasciare libero Dzeko (che firma con il Fenerbahce) e riscattare Lukaku dal Chelsea. La trattativa con gli inglesi non è facile ma l’accordo si trova. Al momento di concludere, però, il giocatore è irrintracciabile e non risponde al telefono.

Si scopre che, all’insaputa della società, aveva dato mandato ad alcuni altri suoi rappresentanti di cercare il trasferimento verso altre società italiane (Juventus soprattutto). Una mossa che lo porta anche a interrompere il rapporto con l’agenzia Roc-Nation di Jay-Z, che aveva puntato moltissimo dal punto di vista comunicativo sulla sua permanenza in maglia nerazzurra.

In realtà l’accordo con la Juventus non viene trovato, ma l’Inter, offesa per il comportamento dell’attaccante (a cui fanno seguito reazioni molto piccate dei vari ormai ex-compagni di squadra) chiude definitivamente la trattativa. Il Chelsea lo considera fuori rosa e lo manda ad allenarsi con la squadra riserve mentre lui rifiuta offerte dall’Arabia Saudita. Alla fine arriva l’offerta della Roma, mentre l’Inter vede stravolti i suoi piani per l’attacco e deve ripiegare sull’acquisto di Marko Arnautovic e sul ritorno di Alexis Sanchez.

L’addio di Lukaku brucia particolarmente per i tifosi interisti non tanto perché è andato a giocare per una concorrente: con tutto il rispetto, la Roma non è né la Juventus né il Milan, e comunque gli interisti hanno accettato tanti ex che hanno cambiato maglia.

È il fatto che dopo tanti sforzi fatti dalla società il giocatore abbia deciso di anteporre la sua soddisfazione personale a quella del gruppo, dopo che se ne era autoproclamato leader. Nonostante il dualismo con Dzeko, nessuno può pensare che, quando era in forma, Lukaku fosse comunque un protagonista dell’Inter di Inzaghi, e lo sarebbe stato ancora di più se fosse rimasto in nerazzurro.

Inter – Roma: le info utili

Quando e dove si gioca

La partita tra Inter e Roma, valida per la 10ª giornata di Serie A, è in programma allo stadio Giuseppe Meazza di San Siro, Milano, domenica 29 ottobre alle ore 18:00.

Dove vedere la partita

Il match tra Inter e Roma sarà trasmesso in streaming dalla piattaforma DAZN attraverso l’app e il sito, ma può anche essere visibile agli abbonati che abbiano attivato l’opzione per il canale satellitare Zona DAZN (214 sul bouquet Sky).

L’arbitro dell’incontro

Il direttore di gara designato è il signor Fabio Maresca della sezione di Napoli, affiancato dagli assistenti Peretti e Bresmes. Il quarto ufficiale sarà Manganiello, mentre in sala VAR siederà Di Paoli assistito da Dionisi.

Le probabili formazioni di Inter-Roma

  • Inter (3-5-2): Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni; Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Thuram, Lautaro. All.: Simone Inzaghi

Roma (3-5-2): Rui Patricio; Mancini, Llorente, N’dicka; Karsdorp, Cristante, Paredes, Aouar, Spinazzola; Belotti, Lukaku. All.: José Mourinho (squalificato, in panchina Salvatore Foti)