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Sconfitta che sa di beffa quella subita dall’Inter all’esordio stagionale contro il Real Madrid. Lo stesso Carlo Ancelotti, allenatore dei merengues, ha ammesso le grandi difficoltà incontrate dalla sua squadra nel corso di un primo tempo interamente a tinte nerazzurre. 

Nel secondo tempo è subentrata una certa stanchezza degli interisti, il Real ha alzato il baricentro pressando con maggior intensità e allo scadere della partita è arrivato il gol di Rodrygo, esattamente come nel match dell’anno scorso di Madrid, che condanna i nerazzurri ad una sconfitta immeritata. 

Cosa ha funzionato: un gioco finalmente adatto alla cornice europea 

Nel corso del primo tempo l’Inter ha dato mostra di un gioco finalmente adatto alla dimensione europea: scambi veloci e scatti in profondità, in particolare lungo la catena di sinistra con un Perisic bravissimo a trovare i tempi degli inserimenti alle spalle di Carvajal. 

L’Inter ha effettuato 18 tiri, di cui ben 14 nel solo primo tempo. Era dal novembre 2010, contro il modesto Twente, che la squadra nerazzurra non totalizzava una tale quantità di conclusioni in una sola frazione di gioco. Averlo fatto contro una squadra come il Real Madrid è un sinonimo di grandissima personalità. 

La regia di Marcelo Brozovic è stata impeccabile: ben 123 palloni giocati dal regista croato, un numero che un giocatore nerazzurra non toccava in Champions da 11 anni: l’ultimo a far registrare una cifra del genere è stato Wesley Snejder nel 2010 contro il Tottenham. 

Dal punto di vista difensivo, si è assistito all’ennesima prestazione maiuscola di Milan Skriniar, baluardo difensivo capace di spegnere sul nascere qualsiasi velleità offensiva di Vinicius Junior. Anche un attaccante esperto e letale come Karim Benzema è stato completamente annullato dalla linea difensiva nerazzurra. 

Cosa non ha funzionato: sono mancati i gol e l’intensità nel finale 

Anche in questa partita casalinga di Champions l’Inter non è riuscita ad andare in gol, come nelle ultime due della scorsa edizione. Le occasioni avute nel primo tempo sono state innumerevoli e a fianco di alcuni grandi interventi di Courtois, le imprecisioni degli attaccanti sono state decisive, con il senno di poi. 

In particolare Dzeko è sembrato sempre meno presente in avanti con il passare dei minuti, e la scelta di tenerlo in campo fino alla fine sostituendo Lautaro Martinez, che per quanto ammonito sembrava avere ben altra energia, con Joaquin Correa ha destato qualche perplessità.

Alla stessa maniera il cambio simultaneo sulle fasce, con Dumfries al posto di Darmian e soprattutto Dimarco al posto di Perisic, ha scompaginato un po’ gli equilibri della gara, con i due nuovi entrati che ci hanno messo un po’ ad entrare in partita offrendo così al Real l’opportunità di alzare in maniera sensibile il baricentro. 

Al contrario, i cambi del Real Madrid hanno fatto la differenza, con Camavinga autore dello splendido assist al volo per il gol di Rodrygo, uno specialista dei gol improvvisi: il giovane brasiliano ha messo a segno ben 6 gol in Champions League (di cui 2 sempre contro l’Inter) tirando in porta solo 8 volte, spesso da subentrante. 

Nonostante molti problemi di assetto difensivo e assenze pesanti come quelle di Kroos, Bale e Hazard, il Real è una squadra che se riesce ad assorbire l’urto degli avversari è sempre pronta a venire fuori e approfittare della prima sbavatura, come successo nel finale di questa partita.

L’Inter deve ancora lavorare su questa mentalità e capire che in partite contro squadre del genere non si può vivere di rendita di quanto fatto nei minuti precedenti. 

In conclusione: una sconfitta che brucia ma che deve servire da lezione 

Se gli interisti vogliono cercare qualcosa di positivo in questa sconfitta, al di là della prestazione, possono ricorrere alla scaramanzia: l’ultima volta che l’Inter perse all’esordio stagionale in Champions League, contro il Trabzonspor nel 2011, riuscì comunque a superare il girone, cosa che invece non è successa nelle ultime occasioni nonostante i punti conquistati all’esordio. 

La sconfitta dello Shakthar Donetsk a Tiraspol rimescola notevolmente le carte in tavola: al momento infatti è lo Sheriff a guidare la classifica del gruppo in virtù della miglior differenza reti rispetto al Real Madrid. Visto il livello di Shakthar e Sheriff, il passaggio del turno è ampiamente alla portata dei nerazzurri e per quanto visto non è nemmeno troppo azzardato pensare di presentarsi a Madrid con velleità di vittoria. 

L’importante per Simone Inzaghi è avere tutti i suoi uomini al top della forma ed entrare nella dimensione mentale maggiormente adatta all’Inter, ovvero di una squadra che non può certo accontentarsi di un pareggio contro il Real Madrid ma che deve comunque cercare di giocare e vincere la partita nell’arco di tutti i 90 minuti più recupero.