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A soli 24 anni, Houssem Aouar è uno dei calciatori che hanno saputo abbinare uno straordinario talento alla tenerissima età.

Gioca nell’Olympique Lione, e i tifosi juventini più attenti hanno già potuto apprezzare il cambio di passo durante la Champions 2020, ma anche l’intelligenza nelle giocate, la voglia di metterci anche tanta grinta all’interno dei novanta minuti.

Non esattamente dote comune tra i centrocampisti offensivi francesi, spesso adombrati dalla condanna della giocata differente, che apra gli spazi e possa riempire i giornali.

Ma Houssem è diverso. Nel senso proprio stretto: che uno come lui c’entra poco con tutto il resto.

Rudi Garcia se l’è ritrovato al Lione nel 2019/20 e ne ha fatto un capolavoro d’inserimento e di dominio del gioco. Del resto, con quei piedi lì, con quella testa lì, il percorso di crescita sembrava naturale.

Come oggi è naturale la possibile cessione, con un altro inquilino di lusso della panchina romanista come Mourinho che osserva…

Come gioca?

Come gioca? Gioca bene. Partiamo da questo presupposto che sembra scontato ma non lo è neanche per un secondo.

Aouar è un centrocampista di tocco e possesso, ma sa anche buttarsi dentro e creare superiorità numerica nella trazione offensiva targata OL.

Oggi vale 30 milioni (era arrivato anche fino a 50) e forse mai come quest’estate le sirene del mercato finiranno per imbrigliarlo e per regalarlo a una nuova tifoseria, complice il contratto in scadenza a Giugno 23′.

L’unico dubbio che hanno in Francia: sperano tutti che non abbia simile sorte di Tolisso. Capiamoci: non che non gli augurino il Bayern Monaco, ma lo vorrebbero stella in una grande squadra. Non un puntino in mezzo ai fuoriclasse. Servirà un giusto compromesso.

Compromesso che comunque è difficile da individuare nel Madrid, interessato a lui un paio d’anni fa soprattutto per la mancanza di gol dal centrocampo. Kroos, Modric e Casemiro rappresentano un problema? Difficile che sia così e comunque dalla Francia sono già arrivati Camavinga la scorsa stagione e Tchaoumeni quest’anno.

Aouar è inoltre un polivalente: parte dal centrocampo e si piazza sulla trequarti, agisce mezzala e fa l’esterno aggiunto con tanto di sovrapposizione. Un fungo a tutto campo, bravo palla al piede. Squadre con l’ossessione del possesso, cortesemente, fatevi avanti. Aouar è ciò che, ai tempi, è ed è stato Thiago Alcantara.

È stato lo stesso ragazzo a svelare il suo ottimo “equivoco tattico”: “Inizialmente mi vedevano come un numero dieci, ma anche quando giocavo in quella posizione finivo per allargarmi un po’ a sinistra. È normale che abbia dei punti di riferimento ma sono pronto per giocare nelle squadre top. Non mi stressa il pensiero: sono qui con personalità“.

E che personalità. Forte come il suo destro.

Sotto il segno di Zizou

Così, quasi al volo, ricordate un franco algerino che ha fatto la storia della Francia? Che continua a fare quella del calcio?

Houssem aveva solo 8 anni quando Zidane colpì Materazzi nella finale di Berlino, quello tedesco è il primo Mondiale di cui ha memoria. Conserva ancora tutta la bellezza del percorso, le giocate del dieci della Francia nonostante l’età e la decisione di smettere al vertice.

Aouar è uno dei tanti figli d’Algeria adottato dalla Francia, conserva la scia di Zizou e anche di Benzema, ne venera il talento e allo stesso tempo mantiene alto il rendimento.

Dovranno fare i conti con il presidentissimo Aulas, famoso per mantenere la bottega decisamente cara. Houssem, ha però contratto con il Lione fino al 2023 e questo potrebbe essere l’ultimo anno per monetizzare dalle parti di Lione, per non correre il rischio di perderlo a zero.

La Roma ci pensa in caso di addio a Zaniolo e sembra un filo del destino: ricordate l’inizio della storia di Aouar? Arriva con Rudi Garcìa che a Roma ha lasciato comunque un gran ricordo.

Un unico rimpianto? La nazionale, prima trovata nel folgorante 2020 e poi persa con un leggero calo avuto dal ragazzo, in coincidenza con l’ultima travagliata stagione vissuta dal Lione.

Forse i tempi sono maturi per prendere ognuno la propria strada e questo farebbe bene sia ad Aouar, che al Lione e magari anche alla Francia.

Quando viveva con la madre

Insomma, anche la testa calda si è poi raffreddata.

A Lione, preoccupati del suo temperamento (nelle giovanili, dopo un tot di falli subiti per il suo talento, la reazione scattava di fatto naturalmente), decisero di affidarlo… alla madre!

Niente appartamento in solitaria, niente addio ai familiari, niente indipendenza: non era ancora il momento. Così decise Aulas, che alla fine ha avuto anche ragione.

Nella prima, vera, stagione con il Lione Aouar mise insieme 44 partite e realizzò numeri spaventosi nel collettivo. Uno su tutti: l’85,7% di passaggi giusti verso i compagni.

Aveva 18 anni e già la capacità di smistare calcio, come un veterano.

Per questo insistiamo: è un giocatore completamente differente. In grado di ampliare il gioco e con gol propri in dote. Che affare per chi riuscirà a prenderlo… Che affare.