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Sul rapporto tra calcio e bellezza si è parlato e si parla tanto, una buona parte delle volte a sproposito. Fiorentina-Juventus è una di quelle, perché con il suo contrapporsi di due prestazioni così vistosamente opposte da parte delle due squadre, ha dato sponda a una serie di opposte considerazioni, ognuna con porzioni di verità e inevitabili banalità. L’unico gol della partita, però, ci racconta molto di più di quanto si pensi.

Da McKennie a Miretti: i 20 tocchi dello 0-1 in Fiorentina-Juventus

Dal minuto 8:43 al minuto 9:09 intercorrono 26 secondi, durante i quali si è di fatto decisa un’intera partita. Siamo ancora alle fasi di studio di Fiorentina-Juventus, tra Weston McKennie e Cristiano Biraghi c’è già stata una piccola polemica per un presunto fallo del bianconero, polemica che l’arbitro Chiffi ha però abilmente spento sul nascere. Della conseguente rimessa laterale si incarica lo stesso statunitense, che decide di tornare nella sua metà campo da Federico Gatti. L’ex Frosinone parte con il classico giropalla che coinvolge tutto il terzetto difensivo della Juve, verso Bremer e poi Rugani sulla sinistra. Quest’ultimo, pressato dal pimpante Nico González, decide di tornare da Bremer. L’ex Toro la passa in avanti a Rabiot, eludendo in un colpo il pressing di Beltran e Kouame, mentre Barak pare tagliarsi fuori da solo.

Rabiot la controlla e serve di esterno sinistro McKennie, che nel frattempo è tornato appena dentro la sua metà campo. L’americano la serve di prima in avanti su Kean che è venuto incontro, giocata apparentemente banale ma che invece dà il “La” al gol. Kean fa infatti sponda, a sua volta di prima, per Rabiot che nel frattempo si è fatto trovare pronto alla chiusura del triangolo e può sfruttare la maggior fisicità e velocità per liberarsi della guardia di Arthur.

Il francese innesca poi Kostic sulla sinistra, non lontano dal limite dell’area. La palla è abbastanza lenta, ma Parisi è in ritardo sul riallineamento e non ha la collaborazione necessaria da Mandragora, a sua volta frastornato. Così l’ex Empoli prova ad accorciare ma si accorge goffamente di essere in ritardo, la palla arriva a Kostic che avanza e mette un intelligente rasoterra sul primo palo. Sulla palla si avventa Miretti, mollato qualche istante prima da Mandragora e sul quale Martinez Quarta arriva in ritardo. Gol.

In totale, la Juve è andata in gol partendo dalla sua difesa, con un totale di 10 passaggi e 24 tocchi consecutivi: da McKennie a Gatti (2 tocchi), a Bremer (2), a Rugani (3), quindi di nuovo a Bremer (2), Rabiot (2), McKennie (1), Kean (1), Rabiot (4), Kostic (2) e Miretti (1).

Il paragone con il gol di Higuain a San Siro

Viene istintivo il paragone con un celebrato gol, segnato a San Siro contro l’Inter nell’anno di Maurizio Sarri sulla panchina bianconera. In quel caso, si era arrivati alla rete di Higuain con 24 passaggi consecutivi e 33 tocchi, stavolta siamo a 10 con 24 tocchi, ma la caratura tecnica e le capacità di palleggio di quella Juve erano francamente non paragonabili a quella attuale. In quel caso la costruzione passò da Cuadrado, Pjanic, Cristiano Ronaldo, Bentancur e Higuain, per dire…

Perché è un gol bello e crudele

La bellezza di questa azione, pur viziata dall’errore individuale di Parisi (che ha l’attenuante di essersi dovuto adattare a destra da terzino sinistro di ruolo), sta nella semplicità con cui scoperchia i limiti della Fiorentina di Vincenzo Italiano in fase di non possesso.

I tre attaccanti vanno tutti a pressare sul giropalla dei difensori bianconeri, Barak rimane a fare lo spettatore e Arthur si ritrova da solo sul triangolo di prima McKennie-Kean-Rabiot. Si crea così una superiorità numerica che taglia fuori il brasiliano e apre una voragine su cui Mandragora si mostra indeciso, mollando colpevolmente Miretti che poi si proietterà a concludere l’azione.

L’errore individuale di Parisi è la ragione ultima della rete, insieme al ritardo di Martinez Quarta nella chiusura sul match-winner. Tuttavia, la facilità con cui una squadra dagli evidenti e noti problemi di fluidità nella manovra, riesce a creare scompiglio a difesa teoricamente schierata, dicono quanto sia stata scaltra la Juventus e rivedibile la capacità di lettura delle situazioni da parte della Fiorentina e di alcuni suoi elementi.

La verità degli xG

Le statistiche di fine match hanno poi disegnato un copione perfetto per fare click-bait da parte di ciascuna fazione, quella che vuole massacrare la Juve di Allegri perché difensivista oltre ogni immaginazione, e quella che invece fa leva sul risultato (quando arriva) per esaltare il pragmatismo del tecnico livornese. La verità, come quasi sempre, sta nel mezzo, e ce lo confermano alcune statistiche avanzate come quella sugli xG. Nonostante 25 tiri contro 4, 18 occasioni da gol contro 4 e un possesso palla da netto predominio, la Fiorentina è stata tremendamente inefficace, la Juve tremendamente cinica. Lo conferma un dato molto amato dai “giochisti” come quello degli expected goals: la Fiorentina ha prodotto 0,68 xG, mentre la Juve col suo autobus davanti a Szczesny ha fatto di più: 0,86 xG. È tutto, vostro onore.