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La battuta più semplice sarebbe: è uno scontro Capitale.

E il motivo risiede nella storia d’Italia, perché Torino prima e Roma per sempre sono stati il centro nevralgico del potere tricolore. E un po’ quest’aria di storia si sente, in Juventus-Roma. E si aggiunge al secolo di incontri, scontri, lotte, scudetti vinti e persi in sfide senza domani.

Bianconeri e giallorossi che torneranno ad affrontarsi in campionato, stavolta con vecchi protagonisti alla guida di nuove storie. Allegri e Mourinho sono due grandi ritorni della nostra Serie A, ma sono anche ulteriore miccia in un mezzo derby già infuocato. Tutto il resto? Un passato intrecciato, tra allenatori e giocatori in comune, e una vecchia rivalità che non sarà mai davvero assopita.

Ecco i doppi ex di Juventus e Roma.

Portieri e difensori

Peruzzi: cresciuto nella Roma e diventato grandissimo alla Juventus. Ma andiamo in ordine: dal 1987 al 1989 è il giovane e rampante estremo difensore giallorosso. La grande occasione è nel 1991, ma finirà per fare panchina. E per optare per la Juventus: dal 1991 al 1999 tra i migliori portieri al mondo. In bianconero.

Manfredonia: Uno che di trasferimenti azzardati se ne intende. Cresce nella Lazio, poi il passaggio alla Juventus per due anni di qualità. Infine il ritorno a Roma, ma sponda giallorossa, con una carriera interrotta dal grave malore in campo del Dicembre 1989.

Benatia: tre anni all’Udinese sono una rampa di lancio, il passaggio alla Roma nel 2013 è la consacrazione. Una sola stagione, poi arriva il Bayern Monaco, dove vivrà due stagioni particolari e travagliate. La Juve lo prende nel 2016: tre stagioni di livello, ma oscurato dalla BBC.

Zebina: Cannes, Cagliari e poi la ghiotta occasione con la Roma. Arriva nel 2000 e vince subito lo scudetto con Capello. Quattro anni dopo, passa alla Juve proprio per volontà di Don Fabio: resterà fino al 2010, Serie B compresa.

Vierchowod: una sola stagione alla Roma, ma è quella successiva alla vittoria Mondiale, quando è ancora di proprietà del Como. 30 presenze, poco prima dei 12 anni(!) alla Sampdoria di Mantovani. Alla Juve per un’unica annata: quella 1995-96, con la Champions a fine stagione.

Pellegrini
: nasce, cresce e vive giallorosso. Poi la cessione, dopo sole 4 presenze alla Roma, proprio alla Juventus, dove ha iniziato a giocare dalla stagione 2021. Poco prima, i prestiti a Cagliari e Genoa. Non fortunatissimi.

Spinazzola: percorso inverso di Pellegrini, in mezzo tante altre storie. Cresce alla Juve che lo dà in prestito ovunque, ma l’esplosione arriva all’Atalanta nel 2016. Nel 2018 torna a casa, nonostante un brutto infortunio sembra l’inizio di una storia seria. Nel 2019, il passaggio alla Roma, proprio per Pellegrini.

Spinosi: Arrivato a Torino con Landini (e Capello). Dal 1970 al 1978 diventa una colonna bianconera. Ma Roma gli era rimasta nel cuore, nato e cresciuto nella Capitale e allora sceglie anche di tornarci dopo esservi cresciuto dal 1966 al 1970. Nel 1978 firma per altri quattro anni. Tutti meravigliosi.

Centrocampisti

Pjanic: due grandi stroie, di vero amore. Miralem Pjanic passa alla Roma dal Lioen nel 2011. Oltre 150 presenze e 5 stagioni di altissimo livello. Il passaggio alla Juve arriva nel 2016 con la clausola rescissoria: la saluta dopo 4 anni, parecchio a malincuore.

Aquilani: il principino di Roma, dietro Re Totto e il Principe De Rossi. Durerà appena cinque anni l’esperienza di Aquilani, che va al Liverpool e nel 2010 torna in Italia. In prestito proprio alla Juventus, per una sola stagione.

Emerson: Un tormentone di mercato con risvolti quasi da commedia all’italiana. Arriva alla Roma per vincere uno storico scudetto e si conferma uno dei centrocampisti top della sua generazione. Nell’estate del 2004 il colpo di scena: Capello sposa la causa bianconera e vuole a tutti i costi il Puma, che fa il diavolo a quattro per raggiungere il suo allenatore sotto la Mole. Saranno altri trionfi cancellati poi dalla giustizia sportiva.

Perrotta: forse non tutti ricorderanno, ma Simone Perrotta, dopo l’esplosione alla Reggina, passò alla Juventus nel 1998-1999. Tanti talenti, lui parecchio offuscato. Da lì il passaggio al Bari, al Chievo e… i 9 anni alla Roma. In mezzo, pure un Mondiale con l’Italia.

Brighi: la Juve lo prende dal Rimini a soli 19 anni. Per tutti è il centrocampista del futuro, e invece nel 2002 è già del Parma. Stagione dopo stagione, la svolta arriva al Chievo, nel 2006. Un anno più tardi affronterà il primo dei quattro campionati in maglia Roma. La sua storia più bella.

Hassler: non esattamente fortunata, la sua missione alla Juventus, che andò a prelevarlo dal Colonia (dov’era cresciuto) nel 1990. Un anno e poco più, in bianconero. Parecchio di più in giallorosso: 3 stagioni, 11 reti, tanti ricordi.

Attaccanti

Vucinic: tre grandi amori italiani nella carriera di Mirko Vucinic. Il Lecce, innanzitutto, dove passa gli anni più incredibili tra il 2000 e il 2006. Poi la Roma: dal 2006 al 2011, dove sfiora uno scudetto e vincerà una Coppa Italia e una Supercoppa. Poi la Juventus: tre anni, tre titoli di campione d’Italia.

Borriello: alla Juve di passaggio, per sei mesi dal 2012 (vincendo uno scudetto da protagonista); alla Roma per parecchio, e pure per bene dal 2010 al 2012. E nel 2013. E nel 2014. In mezzo, parecchi prestiti.

Osvaldo: se ha dei rimpianti per la sua carriera – ed è naturale credere di sì -, Osvaldo li avrà soprattutto per come ha lasciato la Roma. E’ stata quella, al pari della Fiorentina, l’esperienza più grande della sua vita. Dal 2011 al 2013, tanti gol e mille emozioni. Nel 2013 passa al Southampton: farà poco. Ma abbastanza per strappare un prestito alla Juventus. Vince uno scudetto. Con gol a Roma. Beh.

Boniek: ‘bello di notte’, per Agnelli, e alla fine più da movida romana che torinese. Zibi Boniek, talento maestoso, ha vissuto la grande era bianconera dal 1982 al 1985. Ma la Roma l’ha amata parecchio di più: dal 1985 al 1988, è stato il grande protagonista della squadra giallorossa.

Landini: dal 1968 al 1970 alla Roma, con 44 presenze e 6 reti; alla Juve non è arrivata la svolta, una sola stagione fino al 1971 e 0 gol in 5 gettoni.

Allenatori

Capello: la storia di Capello è esattamente incastrata in tre squadre. Nel 1967 passa alla Roma dalla Spal: tre stagioni di pura qualità. Nel 1970, l’approdo alla Juve dove rimarrà per ben 6 stagioni. Alla fine, il Milan: 1976 fino alla fine e quindi al 1980. Tre squadre che segneranno anche la sua carriera da allenatore. Stavolta percorso inverso: prima Milan, poi Roma, quindi Juve. E quante vittorie.

Ranieri: romano e romanista, cresciuto in giallorosso da giocatore prima di emigrare verso una carriera al sud, tra Catanzaro, Catania e Palermo. Ecco, la chiamata in panchina si è fatta attendere. Prima c’è stato un biennio alla Juventus, dal 2007 al 2009, con i bianconeri freschi di rientro dalla B. E la Roma? 2009-2011, anni magici, con uno scudetto praticamente sfiorato. Poi il post Di Francesco, nel 2019.