Vai al contenuto

Una vola, una zoppica. Una convince, una frena. Quattro squadre in quattro punti, con la quinta a -10 dalla testa e staccata di sei dalla quarta.

C’è scompiglio nelle prime posizioni della classifica di Serie A; ostacoli e sorprese aumentano l’incertezza dopo il 17° turno. E c’è da scommettere che alla fine del prossimo, tutto sarà ancora diverso. Non è la stessa confusione che si è vista in occasione dei sorteggi di Champions, con Juve e (soprattutto) Inter che nel giro di due ore hanno visto cambiare i loro destini in una delle più clamorose figuracce della storia della Uefa. Ma questa corsa scudetto è un continuo rimescolare le carte. 

Quelle dell’Inter, giocate sapientemente da Inzaghi, hanno riportato i campioni d’Italia al primo posto. Per consapevolezza e qualità, i nerazzurri sembrano oggi la squadra più in forma. La partita contro il Cagliari non ha grande peso vista la differenza di valori, ma il distacco tra gol fatti (43) e subiti (15) aumenta sempre di più. Così come le certezze di un gruppo che da quando ha iniziato a spingere non sembra porsi limiti.

Inciampa invece il Milan, salvato da Ibra solo in extremis a Udine. Pioli conta gli assenti, vede le avversarie rosicchiare punti ma deve dimostrare di saper resistere in apnea, prima di tornare a respirare quando ritroveranno la condizione quei giocatori che hanno fatto le fortune del suo gruppo. E che mancano, tantissimo. 

Come al Napoli e a Spalletti la cui visione delle cose si è ribaltata. Quarto posto dopo tanti giorni in testa, troppe assenze nei ruoli chiave e pochi ricambi. Difficile trovare una quadra e quell’incisività delle prime giornate: gli azzurri stringono i denti di fronte ai continui intoppi e proveranno a ripartite già domenica sera contro il Milan. Uno scontro tra formazioni incerottate, che barcollano ma non intendono lasciare campo aperto a chi oggi ha un altro passo.

Come l’Atalanta, che da due mesi è inarrestabile. Segnali di forza continui e costanti, una scalata implacabile con 7 vittorie nelle ultime 8 gare, record di punti nel girone d’andata, intensità e personalità. 

Una realtà credibile, che sogna ma non stacca i piedi da terra; che è chiamata a confermarsi non si tira indietro. E che nel finale di stagione di solito mette la sesta… Per Gasperini parlare di scudetto “non ha senso”, ma i punti dalla vetta sono appena tre e i motivi per credere in un’impresa straordinaria molti di più.

Dalle sette sorelle alle Fab Four.

Quattro pretendenti superiori a tutte le altre: a una Juve che fa un passo avanti e tre indietro, alle romane che restano fragili, a una Fiorentina che come l’Empoli sorprende con idee e risultati.

Almeno fino a questo punto, in cui è vietato sparare sentenze: nulla è definitivo, tutto si trasforma in continuazione. In una corsa scudetto dagli equilibri decisamente precari.