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Una crisi senza fine per l’Arsenal.

Peggior partenza di sempre per i gunners in 118 anni, tra First Divisione e Premier League. Zero punti in 180 minuti di campionato, 0 gol fatti, 4 subiti, Arteta scaricato anche dai tifosi e una squadra che non appare in grado di riprendersi.

Il buio più totale avvolge il glorioso club londinese, per una emorragia di sconfitte e mancanza di gioco che mette non poco in allarme la tifoseria Gunners. Gran parte delle colpe sono da attribuire ad Arteta che da allenatore ha sbagliato tantissime decisioni, sia dal punto di vista tattico e sia nel mercato.

E l’ombra di Antonio Conte si fa ancora più grande, come neo manager dell’Arsenal.

Vediamo nel dettaglio da cosa deriva la crisi dei londinesi.

Arteta: cuore gunners, ma senza grande esperienza

Sembrano lontani i fasti dell’Arsenal degli Invincibili che conquistava titoli su titoli, con Arsène Wenger in panchina e il duo Henry-Bergkamp a regalare gol e spettacolo in campo. Oltre 15 anni dopo, la notte sembra davvero calata sui “cannonieri” del Nord di Londra.

Una crisi in parte iniziata nelle ultime stagioni con Wenger in panchina, ma che si è acuita totalmente negli 12 mesi. E pensare che l’avventura di Arteta sulla panchina dei “Gunners” era iniziata anche bene. Preso il posto di Emery, l’ex centrocampista dell’Arsenal ha permesso al club di recuperare posizioni in classifica e chiudendo la prima annata con la vittoria della FA Cup in finale contro il Chelsea, per poi alzare ad agosto 2020 anche il Community Shield contro il Liverpool.

Da quel momento in poi però, è stato un crollo dietro l’altro. Arsenal anonima in campionato e nelle coppe nazionali, così come in campo internazionale. Gioco non eccelso, giocatori non all’altezza del nome del club e una serie di risultati altalenanti che hanno portato il club alla mancata qualificazione alle coppe europee dopo 26 anni. Un disastro in tutti i sensi.

Arteta ci ha messo il cuore da giocatore dell’Arsenal e anche da allenatore, ma un conto è essere il vice di Guardiola e un conto è tenere ben saldo il timone gunners. L’errore principale sta tutto qui. Aver scelto per riconoscenza, un giovane tecnico, sicuramente affamato dal punto di vista della conoscenza del nuovo ruolo, ma senza alcuna esperienza diretta come allenatore.

E come volevasi dimostrare, tutti i nodi sono venuti al pettine. Non solo sul versante tattico della squadra, ma anche nel mercato e nella gestione di uno spogliatoio che ha più le sembianze di una babele. I rapporti sono tesi fra Arteta e alcuni elementi di spicco della squadra, con Pierre-Emerick Aubameyang che vive da separato in casa. Insomma, problemi su problemi, per un allenatore che ha sicuramente le sue colpe.

Mercato ricco, ma a casaccio

Se le cose in campo non vanno bene, molto dipende dal mercato condotto dall’Arsenal. I gunners sono quelli che più hanno speso nella sessione estiva che va a concludersi fra pochi giorni, ma i risultati non si stanno vedendo. Come sempre il club londinese acquista giocatori che si stanno formando, possibili campioni che fra qualche anno avranno un valore di mercato molto alto. Insomma il target 18-23 anni non è cambiato, rispetto all’epoca Wenger, per una strategia simile a quella del Borussia Dortmund in Germania (che però può vantare ben altri risultati).

Ma se con il manager francese vi era una parvenza di progetto sul medio-lungo termine con gli acquisti di giocatori giovani, con Arteta c’è la sensazione che il mercato venga condotto a vista, per non dire a casaccio.

Basti pensare che da giugno ad ora sono arrivati Ben White (58 milioni versati al Brighton), Martin Odegaard (35 milioni al Real Madrid), Aaron Ramsdale (28 milioni allo Sheffield United), Sambi Lokonga (18 milioni all’Anderlecht) e Nuno Tavares (otto milioni al Benfica), tutti calciatori sotto i 23 anni e con enormi prospettive di crescita.

147 milioni di sterline spesi, ma senza andare a coprire quelle falle che si erano già viste nella passata stagione. La difesa su tutte è il reparto che più da preoccupazioni e per questo motivo ci si aspettava acquisti mirati per il pacchetto arretrato, dopo che lo stesso Pablo Marin strapagato 12 mesi fa non da quelle garanzie necessarie per sperare in qualcosa di meglio.

Invece si prosegue sulla falsa riga dello scorso calcio-mercato estivo: giocatori strapagati rispetto alle loro reali potenzialità, doppioni se non tris di giocatori in alcuni ruoli, lasciando scoperti altre zone del campo e giocatori stessi che non sembrano adatti alla filosofia di gioco della formazione londinese.

Almeno nel gioco richiesto dallo stesso Arteta, il quale prova la carta della disperazione tentando di prendere per circa 30 milioni di sterline Trippier dall’Atl. Madrid: il terzino inglese, ex Tottenham, è sicuramente un acquisto di spessore, ma da solo non risolve di colpo i problemi dell’Arsenal.

Arsenal inguardabile

Tutto questo poi si ripercuote sui risultati e sulle prestazioni della squadra. Due Ko nei primi 180 minuti di campionato, con 0 punti in classifica, per la peggior partenza di sempre dal 1903 ad oggi. Qualcuno parla già di retrocessione, ma sembra quanto meno avventato. Sta di fatto che i londinesi non hanno ancora segnato una sola rete e con 4 gol al passivo.

Oltre alle sconfitte, preoccupa come esse sono arrivate. Contro il neo promosso Brentford il derby è stato un crescendo di delusioni, con la rete del raddoppio delle Api che sembra uscita dal peggior campo amatoriale al mondo. Piccola reazione di orgoglio che però non è bastata. Contro il Chelsea è stato un autentico gioco al massacro. Il 2-0 va a dir poco stretto ai Blues che avrebbero meritato la goleada a loro favore.

Che la formazione di Tuchel sia più forte in questo momento non ci piove, ma quello che ha lasciato tutti i tifosi Arsenal con la rabbia in corpo, è la mancata reazione della loro squadra. Il gol dopo 14 minuti di Lukaku ha fatto sciogliere gli uomini di Arteta e da quel momento in poi, la truppa biancorossa è uscita dal derby, fatta eccezione per qualche pericolo creato da palla inattiva.

Zero gioco, zero idee, zero personalità. Quasi abulici, per non essere definiti come delle comparse rassegnate al loro destino. E nel prossimo turno c’è il Manchester City che arriva dalla trionfale cinquina sul Norwich, quel Norwich che sarà l’avversario dei londinesi alla quarta giornata, quando la Premier League riprenderà dopo la pausa per le nazionali. Difficile ipotizzare che sarà ancora Arteta sulla panchina gunners quel giorno.

Tra tifosi arrabbiati e l’ombra di Antonio Conte

Il KO contro il Chelsea è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Tifosi arrabbiati, con dirigenza, società, giocatori e ovviamente Arteta, il quale è stato bloccato in macchina alla fine del derby dai tifosi stessi. Parole chiare e coincise: vattene dalla panchina. La luna di miele è finita da tempo.

C’è poi la grana Pierre-Emerick Aubameyang. L’attaccante e capitano dell’Arsenal è ormai ai ferri corti con il tecnico e ha chiesto ufficialmente la cessione. A 32 anni è l’ultima occasione anche per il Club per monetizzare la sua partenza. Dunque la società valuterà offerte e probabilmente già a fine settimana potrebbe arrivare l’epilogo di questa storia.

Allo stesso tempo la dirigenza conferma pieno supporto ad Arteta, ma resta difficile da credere una sua lunga permanenza in sella alla panchina, sé le cose non miglioreranno. Per questo motivo, da più parti, si vocifera l’arrivo di Antonio Conte, già nel caso in cui l’Arsenal dovesse uscire con zero punti in mano contro il City.

Conte lo conosciamo bene: non è uno che ama inserirsi a stagione in corsa e per di più con il mercato ormai agli sgoccioli. A maggior ragione, non è tipo da sedersi al ristorante da 100 euro, con appena 10 euro in tasca. Nel nord della capitale inglese sono già avvisati.