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Quant’è cambiata la Serie A negli ultimi dieci anni? Oh, di un elemento siamo certi: non era più il campionato più bello del mondo. Ma aveva grandi bomber, storie intriganti, racconti a loro modo unici nel proprio genere.

Il 111° torneo è stato disputato tra il 25 agosto del 2012 e il 19 maggio del 2013: l’ha vinto la Juventus, secondo di nove di fila, che all’epoca era ancora allenata da Antonio Conte, pronto a debuttare a sua volta in Champions League.

I bianconeri non ebbero praticamente avversari: al secondo posto arrivò il Napoli, a 9 punti di distanza; terzo, il Milan, autore di una rimonta strepitosa. E quarta la Fiorentina di Montella, trascinata da uno Stevan Jovetic in forma meravigliosa.

E la classifica dei bomber? È stato, quello, l’anno del Matador. Di Cavani nella sua purezza. L’anno in cui il suo Napoli, soprattutto, ha abitato per la prima volta le colline. I piani alti della classifica.

Tutto grazie a Cavani, l’uomo chiamato per sostituire Quagliarella – acquistato dalla Juventus – e l’uomo che aveva dato una nuova dimensione alla squadra azzurra. Da quel momento in poi, con la fortissima ambizione di ritrovarsi ogni anno in Champions League.

La classifica dei marcatori

Considerate questo: la Juve vinceva lo scudetto con 71 gol fatti – terza dopo Napoli (73) e Fiorentina (72) -, ma nessuno dei bianconeri è entrato nella top 10 della classifica marcatori di quell’anno. Per quale motivo? Tanti cambi, anche tra i titolari, nel corso della stagione sotto la guida di Antonio Conte. Il migliore fu Arturo Vidal, aiutato anche dai calci di rigore: 10 come le reti di Mirko Vucinic. A seguire, le 9 marcature di Quagliarella e le 7 di Sebastian Giovinco. Tutti aiutarono, nessuno si prese lo scettro.

Ecco, al miglior attacco, quello azzurro, bastò un Cavani da 29 gol: semplicemente mostruoso. Mostruoso come rimase lo stesso Antonio Di Natale: dopo la finale persa agli Europei del 2012, Totò si rimboccò le maniche e portò a casa una stagione incredibile.

La Roma è invece la squadra che ne piazzò di più nella top 15: dopo l’exploit da 16 gol di Osvaldo, Lamela ne fece 15 e capitan Totti si fermò a 12. Menzione anche per i milanisti: super El Shaarawy da 16 reti, Pazzini a 15 e Balotelli a 12 in appena 13 partite!

Ecco la classifica dei marcatori della stagione 2012-2013.

  1. Cavani (Napoli): 29 gol, 7 rigori, 34 presenze
  2. Di Natale (Udinese): 23 gol, 4 rigori, 33 presenze
  3. El Shaarawy (Roma): 16 gol, nessun rigore, 37 presenze
  4. Osvaldo (Roma): 16 gol, 2 rigori, 29 presenze
  5. Denis (Atalanta): 15 gol, 5 rigori, 36 presenze
  6. Lamela (Roma): 15 gol, nessun rigore, 33 presenze
  7. Klose (Lazio): 15 gol, nessun rigore, 29 presenze
  8. Pazzini (Milan): 15 gol, 3 rigori, 30 presenze
  9. Bergessio (Catania): 13 gol, nessun rigore, 32 presenze
  10. Jovetic (Fiorentina): 13 gol, un rigore, 31 presenze

Il re dei Bomber: Cavani

0,85 reti a partita, un gol ogni 103 minuti. Semplicemente inafferrabile, Edinson Cavani: il Matador che aveva fatto sognare il Napoli, a soli 26 anni trovava una consacrazione che non era scontata, con doti da attaccante infallibile che a Palermo non aveva certamente mostrato.

L’uruguaiano era arrivato nel 2010 in azzurro per 17 milioni di euro, firmando un contratto fino al 2015. E’ subito amore: 47 presenze e 33 reti nella prima stagione (26 in campionato), azzurri qualificati in Champions League. Nella stagione successiva, altre 23 reti e Napoli tenuto a galla anche grazie al suo talento. Talento che decide la finale di Coppa Italia del 2012.

L’anno della definitiva consacrazione è il 2013: 29 reti in 34 partite di campionato, diventa il secondo giocatore del Napoli dopo Maradona a vincere la classifica marcatori di Serie A. A luglio passerà al Psg.

Bomber a sorpresa: El Shaarawy

Non perché non ci fossero le doti, ma perché a 20 anni dimostrò di essere già un campione. Cresciuto nel Genoa e passato dal Padova, nel 2011 debutta con il Milan, ma solo nel 2012 le sue doti diventano fondamentali per i rossoneri, in un periodo di estremo cambiamento.

El Shaarawy chiude un girone d’andata irreale: 14 gol in 19 partite, nei turni di ritono segna meno e porta il suo score totale a 19 gol. Dalla stagione successiva in poi inizieranno i tanti problemi fisici.

Bomber assente ingiustificato: Robinho

Dal Milan al Milan. Per un El Shaarawy salito in cattedra (poi toccò a Balotelli), un Robinho che si avviava verso il viale del tramonto. Passa dal 70 al 7, ereditato da Pato. Ma con un po’ di infortuni e tante difficoltà, riuscirà a mettere insieme soltanto 3 reti.

Nonostante ciò, il Milan gli rinnova il contratto per altri 3 anni, portandolo al trasferimento al Santos già nel 2014.