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Come può non aver vinto uno scudetto con 28 gol all’attivo e una stagione semplicemente da Re Mida? Zlatan Ibrahimovic se lo chiedeva ogni giorno, prima di tornare al tricolore nella scorsa stagione: nel 2011-2012, il primo anno in assoluto in cui ha perso un titolo nazionale dopo averne infilati dappertutto tra Olanda, Italia e Spagna, il fuoriclasse svedese vedeva il trionfo nella classifica capocannonieri come una gioia estremamente effimera.

Il suo Milan, infatti, aveva perso lo scudetto nelle ultime giornate contro la Juventus di Antonio Conte. La quale, paradossalmente, di un bomber così non disponeva. Eppure era riuscita a ridistribuire le reti e i marcatori, lungo tutta la rosa, fino ad arrivare ad Andrea Barzagli, in gol nell’ultima giornata.

Iniziava così la grande era bianconera, con un titolo che nessuno attendeva o si aspettava. Finiva così l’altra grande era, quella rossonera: il Milan ha impiegato altri dieci anni per tornare alla vittoria in Italia, ancora nel segno di Ibrahimovic.

Nella stagione iniziata nell’estate del 2011, comunque, furono segnati ben 972 gol in 380 partite. Media per gara: 2,56. Niente male.

La classifica dei marcatori

Detto di Ibra, andiamo a dare un’occhiata alla classifica marcatori di quel periodo. Non era certamente il calcio italiano degli anni Novanta o primi Duemila, ma che bomber incredibili c’erano in Italia appena un decennio fa. Oltre allo svedese, quella del 2012 fu l’ultima, grande stagione di Diego Milito, da 24 gol in 33 partite.

Continuava a macinare reti anche Antonio Di Natale, a 34 anni e con 36 partite sul groppone: quella era la stagione che l’avrebbe portato poi a un Europeo da protagonista, terminato con la finale persa dall’Italia contro la Spagna. Al quarto posto, Cavani aveva già infilato 23 reti, mentre Palacio si prendeva la scena del Genoa con 19 gol in 32 partite.

Miccoli continuava a stupire a Palermo, Denis a segnare a Bergamo. E’ stata, però, anche la stagione di Sebastian Giovinco: 15 gol in 36 partite. Una prima consacrazione al Parma, che gli riaprì le porte della Juventus.

Ecco la classifica marcatori 20112012.

  1. Ibrahimovic (Milan): 28 gol, 10 rigori, 32 presenze
  2. Milito (Inter): 24 gol, 8 rigori, 33 presenze
  3. Di Natale (Udinese): 23 gol, 4 rigori, 36 presenze
  4. Cavani (Napoli): 23 gol, 3 rigori, 35 presenze
  5. Palacio (Genoa): 19 gol, 3 rigori, 32 presenze
  6. Miccoli (Palermo): 16 gol, 2 rigori, 28 presenze
  7. Denis (Atalanta): 16 gol, 3 rigori, 33 presenze
  8. Giovinco (Parma): 15 gol, 4 rigori, 36 presenze
  9. Jovetic (Fiorentina): 14 gol, 4 rigori, 27 presenze
  10. Klose (Lazio): 12 gol, nessun rigore, 27 presenze

Il re dei bomber: Ibrahimovic

L’ultimo anno al Milan, prima di quattro al Manchester United. Zlatan Ibrahimovic era già nella seconda fase della carriera, in un momento di dominio assoluto, praticamente di strapotere. Lo svedese, dopo aver vinto lo scudetto nel primo anno della gestione Allegri, ci stava riprovando ancora, con i rossoneri assolutamente favoriti.

Galliani lo aveva riscattato nel giugno 2021 per 24 milioni di euro: vince subito la Supercoppa, e in campionato l’inizio è straripante. Solo la Juve, che mantiene un ritmo irreale, è davanti al Milan al girone d’andata. Intanto, reti su reti, fino alla beffa finale. A fine stagione però è per la seconda volta di fila il miglior marcatore del Milan, con 35 gol in 44 partite, di cui 28 in campionato. Record personale.

Bomber a sorpresa: Rigoni e Nocerino

A proposito di Milan: chi ricorda la connessione tra Ibra e Nocerino? Gli vale la palma di bomber a sorpresa, perché mai nella vita il buon Antonio poteva immaginare di finire in doppia cifra, con la maglia rossonera. Merito anche di Zlatan e dei suoi assist, ma soprattutto di un Milan che girava bene, nonostante le difficoltà finali.

Menzione d’onore e forse più per Rigoni, al Novara: 11 gol in stagione, 6 su calcio di rigore, con 7 assist all’attivo: a 32 anni, una favola vera.

Bomber assente ingiustificato: Forlan

Il grande flop fu probabilmente Diego Forlan. L’Inter l’aveva acquistato al posto di Samuel Eto’o. E il paragone finì per schiacciarlo, perché l’uruguaiano non riuscì ad ambientarsi e continuò ad avere problemi per tutta la stagione. Anche fisici.

Forlan arriva nell’agosto del 2011, dopo aver giocato i turni di Europa League con l’Atletico Madrid: questa scelta gli costerà la Champions con l’Inter. Il debutto in A arriva l’11 settembre, è subito gol contro il Palermo. Inizia bene, poi il crollo. Con tanto di infortunio in nazionale. Due gol all’attivo a fine stagione, risoluzione del contratto praticamente immediata.