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Eppure c’è speranza. E neanche così tanto flebile. Il futuro del calcio italiano potrebbe trovarsi in questo momento in Portogallo, e precisamente nella seconda squadra del Benfica: si tratta di Cher Ndour, classe 2004, un centrocampista, di qualità sopraffina e dagli ampissimi margini di miglioramento.

Roba che si può immaginare già qualcosa d’importante, ai livelli di una chiamata in nazionale. Del resto, Mancini aveva già inserito elementi come Nicolò Zaniolo e Giacomo Raspadori quando le promesse erano tutte da mantenere. In un modo o nell’altro, considerando anche i valori dei singoli, entrambi sono andati avanti. A vincere. A giocare. A farsi notare.

Ecco, la storia potrebbe ripetersi anche per Ndour: nato a Brescia e a lungo nel settore giovanile dell’Atalanta, è stato acquistato dal Benfica e lì sta crescendo, in una città meravigliosa come Lisbona, ma in una situazione oggettivamente utile, utilissima per innaffiare la qualità. Da sempre il Benfica ha preso e lanciato talenti, dando soprattutto una possibilità, curando gli ultimi aspetti prima di farli definitivamente sbocciare. Per poi rivenderli, chiaro: perché il fine ultimo è quello. Lanciare e ricavare. Vedi Enzo Fernandez, giusto per capire.

Da Fiumicello alla Nazionale

A Fiumicello, quartiere della città di Brescia dov’è cresciuto, l’hanno visto diventare un meraviglioso portento partita dopo partita. Nato in Senegal, Ndour è cresciuto totalmente in Italia. Il talento si vedeva da piccolissimo, e Brescia e Atalanta hanno messo immediatamente gli occhi sul ragazzo. E’ stato al centro subito di un derby – aspro – di mercato. Alla fine, la decisione è stata a metà: dapprima la Leonessa, poi la Dea. Per un passaggio che è stato fondamentale, anche per guardare ben altre situazioni per il futuro.

La chiamata è arrivata a 16 anni. E’ stato il Benfica a bussare alla sua porta, proponendogli non solo l’esperienza di vita, ma soprattutto un piano per portarlo immediatamente tra i grandi. La scelta non è stata semplice, naturalmente: Cher ha dovuto lasciare casa, abbandonare gli amici, mettere tutto se stesso nel sogno di diventare grande. Il talento è sempre stato vivido, era però da testarlo su tutto il resto.

E il test è andato bene, eccome, anche in momenti piuttosto complicati. Nel luglio del 2020, subito dopo il primo lockdown, Ndour ha accettato la chiamata e preso il primo volo per Lisbona, attendendo pazientemente la sua prima e grande occasione. 2021-2022, la stagione della verità: inizialmente aggregato alla seconda squadra, i primi passi sono stati tutti lì, andando a vincere la Youth League della scorsa stagione, battendo la Juventus proprio in semifinale.

Nella squadra B del Benfica

Dall’inizio di questa stagione, Ndour è in maniera fissa nella squadra B del Benfica, in attesa di fare il grande salto nel super team di Roger Schmidt. Il classe 2004 sta imparando a essere versatile e si sta divertendo nelle varie forme che può assumere il suo gioco. Ha iniziato – e continua – da centrocampista centrale per poi arrivare anche a giocare negli ultimi metri, per il passaggio vincente o per cercare la via della rete.

Papà senegalese e mamma bresciana, ma lo seguono ovunque. E chiaramente, il tema gli è stato proposto: chi vorrebbe rappresentare? L’Italia. Zero dubbi. Mancini l’ha già convocato nell’ultimo stage, può tornare anche per le prossime chiamate, questo sempre per il discorso del futuro: dopo gli Europei, la necessità si è ripresentata in maniera praticamente stringente. Anche perché l’obiettivo è partecipare ai prossimi Mondiali e nel 2026 Ndour avrà 22 anni, l’età perfetta per iniziare a imporsi in maglia azzurra. Contratto in scadenza a fine giugno e gli occhi di metà Europa su di lui, comprese le big di Serie A. Al momento, Cher non ci pensa: vuole il suo posto nel Benfica. Vuole diventare grande, grandissimo. E sempre in maglia azzurra.