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Torna in campo la Champions League con i quarti di finale: si parte con quello che sta diventando un “tormentone” della competizione, Real Madrid-Manchester City (alla terza replica nelle ultime tre stagioni) e con Arsenal Bayern-Monaco, per proseguire poi con la sfida tra i campioni della Ligue 1 e quelli della Liga, Paris Saint-Germain-Barcellona, e il confronto tra “outsidersAtletico Madrid-Borussia Dortmund.

Nessuna squadra italiana in corsa dopo l’uscita ai quarti di finale di Inter, Napoli e Lazio (il Milan è retrocesso in Europa League dopo la fase a gironi), ma il tricolore è ancora rappresentato sia in panchina, con Carlo Ancelotti che cerca la sua quinta Champions da allenatore, sia sul campo, con Gigio Donnarumma tra i pali del PSG e Jorginho nel centrocampo dell’Arsenal.

Andiamo a vedere un po’ nel dettaglio le quattro sfide di andata di questi quarti di finale di Champions League.

Real Madrid-Manchester City

Alla terza sfida consecutiva nelle ultime tre stagioni, è ormai ripetitivo andare a parlare del blasone storico del Real Madrid contrapposto al progetto alimentato dai petroldollari del Manchester City. Soprattutto alla luce della vittoria della Champions League del City nella scorsa stagione, che lo colloca finalmente a pieno diritto nella nobiltà del calcio europeo, e alle mosse del Real Madrid degli ultimi anni che tra le cifre spese per giocatori come Bellingham o il probabilissimo prossimo ingaggio di Mbappé riesce a far apparire anche gli sceicchi come morigerati.

È la sfida tra due allenatori che conoscono la Champions League come le proprie tasche: 2 vittorie da giocatore e 4 da allenatore per Ancelotti, 1 da giocatore e 3 da allenatore per Guardiola.

Possiamo leggerla come la sfida tra il talento e l’imprevedibilità dei singoli da un lato, quello del Real di Vinicius, Rodrygo e Bellingham, e l’organizzazione di gioco dall’altra, ma vorrebbe dire sottovalutare l’apporto che splendide individualità come De Bruyne, Bernardo Silva o Foden riescono a dare al City in termini di fantasia e tecnica.

Più interessante forse notare come un allenatore come Guardiola che ha costruito parte della sua carriera sull’introduzione di un falso nueve come Messi e più in generale sul gioco senza un vero e proprio centravanti ora faccia affidamento sull’incarnazione del numero nove più completa e dominante che si sia mai vista, Haaland, mentre un Ancelotti che ha sempre fatto affidamento sulle sue punte per vincere (da Pippo Inzaghi a Benzema) ora lasci ad un centrocampista come Bellingham il compito di occupare l’area di rigore in fase di attacco.

Quello che è sicuro è che siamo di fronte alla sfida tra le due maggiori favorite alla vittoria finale, vincitrici delle ultime due edizioni: lo spettacolo è garantito.

Arsenal-Bayern Monaco

Da un lato una squadra giovane e in crescita, dall’altra un gigante intorpidito che fa fatica a rialzarsi. In qualsiasi altra competizione la sfida tra Arsenal e Bayern vedrebbe favoriti gli inglesi, ma in Champions League contano moltissimo l’esperienza e l’abitudine a giocare a certi livelli, e da questo punto di vista il Bayern Monaco può contare su gente che in carriera ha vinto tutto come Neuer e Muller, oltre che su un centravanti che in Inghilterra conosco benissimo come Harry Kane.

I Gunners di Arteta giocano con velocità e intensità, sono solidi in difesa e pungenti in attacco, mentre i bavaresi soffrono in fase difensiva e spesso faticano a sviluppare in maniera fluida l’azione offensiva. Ma i 32 gol finora in Bundesliga (oltre ai 6 in Champions) di Harry Kane fanno sempre paura, e Thomas Tuchel con il Chelsea nel 2021 ha già guidato una squadra che aveva parzialmente compromesso la stagione alla vittoria della Champions League.

Se da un lato l’Arsenal è impegnato anche nella corsa ad una Premier League che non vince da 20 anni, il Bayern ha ormai abdicato dal trono tedesco in favore del Leverkusen dopo 11 vittorie consecutive del Meisterschale: se c’è una squadra che non può permettersi passi falsi in Champions è quella tedesca.

Paris Saint-Germain-Barcellona

Sfida sicuramente dal sapore particolare per Luis Enrique, che affronta la squadra con cui tra il 2014 e il 2016 ha vinto qualsiasi trofeo possibile.

Ora alla guida di una delle squadre più ricche del mondo, al tecnico spagnolo viene chiesto di far compiere anche al PSG quel salto di qualità riuscito al Manchester City di Guardiola nella scorsa stagione, ovvero togliersi definitivamente quell’etichetta di “parvenu” ed entrare definitivamente nel gotha del calcio europeo aggiungendo la Champions League alla propria bacheca.

È un PSG che fa affidamento al talento, alla velocità e alla potenza di Kylian Mbappé, all’ultima recita con la maglia parigina prima di andare alla ricerca della consacrazione definitiva con una maglia ricca di storia come quella del Real Madrid (sempre per quella questione del blasone…).

Il Barcellona invece è sempre in quella situazione che oscilla tra esaltazione e disperazione che ha pervaso il club catalano nelle ultime stagioni: Xavi, cuore blaugrana che sembrava dovesse rappresentare l’inizio della rifondazione del club, ha annunciato il suo addio a fine stagione. Da allora, paradossalmente, la squadra si è ritrovata, nuovi talenti provenienti dalla Masia come Lamine Yamal e Pau Cubarsì si sono presi i riflettori e la fiducia nel futuro del Barça è tornata a crescere.

Pensare di recuperare gli 8 punti di distacco dal Real in campionato è utopia, ma quanto meno si sta riuscendo ad evitare lo smacco di arrivare alle spalle del Girona (sarebbe come se Inter o Milan arrivassero alle spalle del Monza in Serie A).

Negli anni scorsi l’incrocio tra PSG e Barcellona ha sempre significato gol e spettacolo, e tutto lascia presagire che anche quest’anno non mancheranno le emozioni.

Atletico Madrid-Bayern Monaco

Atletico Madrid e Borussia Dortmund sono sicuramente due presenze consuete della Champions League, ma non era sicuramente preventivabile vederle a questo punto e soprattutto con la prospettiva che una delle due arrivi in semifinale.

Da un lato l’harakiri dell’Inter che ha portato alla vittoria ai rigori dell’Atletico, dall’altro un sorteggio favorevolissimo che ha visto il Dortmund affrontare il PSV Eindhoven, e infine l’accoppiamento nell’urna di Nyon hanno dato vita ad un quarto di finale tra outsiders che si preannuncia scoppiettante.

Nessuna delle due squadre infatti sarà verosimilmente in soggezione di fronte all’altra, ed entrambe possono contare su una cornice di pubblico davvero imponente.

Sia l’Atletico che il Dortmund sono impegnate in una serratissima lotta per agguantare il quarto posto in campionato, protagoniste di una stagione fatta di alti e bassi, di goleade e di incredibili svarioni difensivi.

Il livello della rosa è simile, tra giocatori ritrovati una volta tornati a “casa” (Griezmann e Morata da un lato, Sancho dall’altro), e certezze ormai consolidate (Koke e De Paul per gli spagnoli, Reus e Brandt per i tedeschi). Ma attenzione alle sorprese in un confronto che già di per sé è una sorpresa.