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Il Betis Siviglia è l’avversaria della Fiorentina nella semifinale di Conference League. Andata l’1 maggio 2025 allo stadio Benito Villamarin, ritorno l’8 maggio all’Artemio Franchi.

Per la prima volta nella storia i biancoverdi andalusi si sono spinti così avanti in una competizione europea, mentre i viola puntano alla terza finale consecutiva in Conference.

Ma come gioca il Betis? Che tipo di squadra è? Andiamo a vederlo con questa breve analisi.

Betis, il cambio di marcia da febbraio

Se questa partita si fosse giocata in inverno, diciamo pure a metà 2025, non ci sarebbe stata storia, a favore della Fiorentina.

Dopo l’1-3 in casa contro l’Alaves il Betis si trovava infatti con 25 punti ad appena 6 lunghezze dalla zona-retrocessione. Il Benito Villamarin fischiava e temeva il peggio.

Invece grazie ad alcuni colpi di mercato ben assestati la squadra ha compiuto un inversione a U clamorosa: da allora infatti sono arrivate 9 vittorie in 13 partite, con 2 pareggi e 2 sconfitte.

Battuto 2-1 il Real Madrid, 1-1 in casa del Barcellona, soprattutto la vittoria nel derby contro il Siviglia: questi alcuni dei risultati più importanti.

Morale, adesso il Betis Siviglia sta lottando per il quinto posto, quindi per entrare nella prossima Champions League, in lotta con il Villarreal.

E in Conference League, dopo aver passato per il rotto della cuffia il maxi-girone grazie a un doppio 1-0 contro Petrolul e Hjk, non proprio due corazzate, ecco il crescendo con Genk, Vitoria Guimaraes e Jagiellonia eliminate.

Mercato di gennaio decisivo

Alcuni colpi di mercato ben assestati, dicevamo, oltre che un paio di recuperi di giocatori fondamentali. Andiamo comunque con ordine e torniamo agli affari realizzati dal Betis a gennaio.

Uno in realtà è stato in uscita, e lo conosciamo bene: Diao, finito al Como per 13 milioni. Con quei soldi però sono arrivati due giocatori che hanno risolto una volta per tutte il maggior problema della squadra: l’attacco.

Il primo, in prestito dal Manchester United, è stato il brasiliano Antony. Giocatore pagato 100 milioni dai Red Devils e finito nel dimenticatoio, o come carne per i meme, è letteralmente rinato al Betis: 5 gol e 4 assist tra Liga e Conference.

L’altro, questo invece pagato non poco (13 milioni, quelli di Diao), ha il volto e il fisico di Cucho Hernandez, attaccante colombiano ancora piuttosto giovane ma già finito a svernare nella Mls nordamericana.

Caterve di gol, un campionato vinto, ma la qualità non era sparita. Piccolo ma robusto, Cucho ha dato tutto quello che i precedenti centravanti dei sivigliani si erano dimenticati di fare: soprattutto la capacità di associarsi con i tanti piedi buoni della squadra.

Isco, la stella

E qui veniamo alla vera stella del Betis Siviglia, un calciatore mai abbastanza celebrato come invece avrebbe meritato: Isco. Vincitore di tutto con il Real Madrid, esterno sinistro ma più che altro fantasista di classe assoluta, ha iniziato tardi la stagione per via di un infortunio al perone, ma quando è rientrato a dicembre ha ricominciato ad illuminare.

Qualità che prosegue con un regista arretrato di conosciuto valore come Giovani Lo Celso, argentino e raffinato interprete del ruolo.

In difesa attenzione poi agli ex “italiani”: se Diego Llorente (ex Roma) è fuori per il resto della stagione per uno strappo muscolare, il suo posto al centro è stato preso da Natan (ex Napoli) mentre a sinistra giostra Ricardo Rodriguez (Milan e Torino).

L’allenatore: Manuel Pellegrini, “L’Ingegnere”

Tutto questo nelle mani di un allenatore ormai esperto del nostro calcio europeo: Manuel Pellegrini. Il tecnico cileno è sempre andato fortissimo con le “outsider” spagnole: Villarreal (semifinale di Champions nel 2006), Malaga (quarti di finale nel 2013) e ora il Betis.

Certo, ha avuto anche esperienze al Real Madrid e al Manchester City, ha vinto una Premier, ma non ha mai davvero lasciato il segno come con i più piccoli club della Liga.

Il suo 4-2-3-1 non è mai cambiato: grande attitudine difensiva, ricerca dei piedi buoni, la perenne ricerca di un centravanti in grado non solo di segnare, ma di associarsi con i fantasisti.

Al Betis “L’Ingegnere” è arrivato nel 2020 e ha portato a casa un titolo, la Coppa del Re nel 2022 battendo ai rigori il Valencia. Insomma, fin qua un bilancio più che positivo, che potrebbe arricchirsi di una (storica) Conference League.

25
Vieites
12
R.Rodriguez
6
Natan
5
Bartra
24
Ruibal
20
Lo Celso
4
Cardoso
36
Jesus R.
22
Isco
7
Antony
19
Cucho