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Ci sono dei segnali nel corso di una stagione che indicano che gli astri sono allineati nella maniera giusta e che il fato guarda con favore una squadra: Benfica-Inter può essere uno di questi per Simone Inzaghi.

Le riserve dell’Inter travolte dal Benfica di Joao Mario

In una partita praticamente inutile per i nerazzurri, che si giocheranno il primo posto nel girone all’ultima giornata in casa contro la Real Sociedad, Inzaghi ha scelto di dare ampio spazio a tutti quei giocatori che hanno trovato poco spazio in questa stagione.

Dei giocatori regolarmente impiegati dal tecnico piacentino hanno infatti trovato spazio solo Acerbi, de Vrij e Darmian, avanzato in posizione di esterno. Poi giusto Frattesi e Carlos Augusto tra quelli che in stagione hanno avuto un minutaggio consistente.

La formazione è stata quindi completata da coloro che finora sono state poco più che comparse nella squadra nerazzurra: Bisseck in difesa, Klaassen e Asllani a centrocampo, Sanchez e Arnautovic in attacco, fino all’esordio assoluto (in Champions League così come con la maglia dell’Inter) di Emil Audero in porta.

Una formazione così inedita era naturale che pagasse qualcosa in termini di compattezza, ma il primo tempo dell’Inter è stato un vero incubo, il peggiore della sua storia in Champions League: tre gol subiti, e tutti firmati dall’ex decisamente mai troppo amato Joao Mario, uno dei peggiori affari del mercato interista degli ultimi decenni e capace di fare danni anni dopo la rescissione del contratto.

Non ha funzionato nulla nell’Inter del primo tempo se non una bella verticalizzazione di Frattesi per Arnautovic e qualche tempestiva chiusura di de Vrij su Tengstedt e su Rafa Silva: errori individuali in marcatura e di impostazione, distanze tra i reparti sballati, tempi del pressing sbagliati e un atteggiamento spaventato e poco propositivo per tutta la frazione di gara.

Il riscatto dei perdenti: nessun cambio nell’intervallo e fiducia ripagata

Nell’intervallo qualcosa è decisamente cambiato nella testa degli interisti. Inzaghi ha scelto di parlare a tutto il gruppo (gli unici che sono stati mandati a fare riscaldamento sul campo sono stati i tre Primavera aggregati, Stankovic, Stabile e Kamate). Non sapremo mai cosa si sia detto di preciso in quei momenti, ma il succo del discorso deve essere stato “Voi ci avete messo in questa situazione e voi ce ne dovete tirare fuori“.

Al rientro in campo, senza nessun cambio, l’Inter è sembrata una squadra decisamente diversa, e ha subito trovato la via della rete in maniera molto più fluida. Dopo una bella conclusione di Carlos Alberto, per la prima volta capace di arrivare al tiro, i nerazzurri sono riusciti a superare Trubin prima con un tocco sottoporta di Arnautovic dopo spizzata di Bisseck su calcio d’angolo, poi con una splendida girata al volo di Frattesi su cross di Acerbi.

La stessa squadra che era sembrata completamente disunita nel primo tempo era riuscita a riaprire la partita in 13 minuti. Solo a questo punto Inzaghi ha chiamato in causa alcuni dei titolari: dentro Cuadrado, Thuram e Barella per Darmian, Arnautovic e Klaassen (l’unico che in realtà non ha dato alcun segno di risveglio). Alla prima palla toccata Thuram entra in area e si guadagna un rigore che, con intelligenza, lascia all’altro attaccante che era partito titolare, Sanchez.

Nel finale una decina di minuti anche per Dimarco e per il capitano Lautaro Martinez, con l’Inter che sfiora clamorosamente la vittoria con un missile di Barella che si infrange sul palo della porta del Benfica.

Perché la rimonta sul Benfica può essere meglio di una vittoria per il morale dell’Inter.

Con la qualificazione già in tasca e il primo posto che dipende comunque dallo scontro diretto con la Real Sociedad a San Siro, aver dato fiducia ai giocatori protagonisti della disfatta del primo tempo e avergli dato la possibilità di rendersi protagonisti di una clamorosa rimonta può avere effetti più benefici sul morale dello spogliatoio piuttosto che una vittoria di misura ottenuta attraverso l’utilizzo dei titolari.

Certo, una vittoria (che comunque non è arrivata per una questione di centimetri) avrebbe messo l’Inter in condizione di potersi accontentare del pareggio all’ultima giornata, ma in ogni caso essere usciti indenni dal Da Luz, uno degli stadi più caldi d’Europa, senza stressare i giocatori attesi da una difficile sfida contro il Napoli e avendo comunque coinvolto anche tutti quei giocatori finora i margini può rivelarsi, alla lunga distanza, un bottino più importante per Inzaghi rispetto ai tre punti.

Ad oggi l’Inter dimostra di essere una squadra in grado di uscire indenne in casa dei campioni di Portogallo schierando tutte le riserve, pochi giorni dopo aver pareggiato in casa della Juventus e aver mantenuto la testa della classifica sia in Serie A che in Champions League: la gestione delle forze da parte di Inzaghi al momento pare impeccabile.