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Tare lo ha presentato come «un girone da Champions».

E in effetti, dando una rapida occhiata alle squadre del girone E d’Europa League confrontandole con quelle del gruppo F della scorsa Champions League, si comprende senza difficoltà il giudizio post-sorteggio del direttore sportivo biancoceleste.

L’anno scorso, la Lazio aveva affrontato – in Champions – Dortmund, Brugge e Zenit. Quest’anno affronterà – in Europa League – Galatasaray, Olympique Marseille e Lokomotiv Mosca.

Quali sono i punti di forza delle avversarie biancocelesti? Quali i punti deboli? Prima di analizzarli nel dettaglio, è bene far presente un dato di non poco conto: il pubblico.

Non soltanto lo scorso anno non erano presenti i tifosi allo stadio, ma soprattutto non si trattava di questi tifosi. Per quanto calorose, le curve di Dortmund (passi pure), Zenit e Brugge non sono paragonabili con nessuna delle tifoserie avversarie dei biancocelesti quest’anno.

Giocare in Turchia non è mai una passeggiata, è noto. Come non lo è giocare al Velodrome di Marsiglia, uno degli ambienti più caldi a livello di tifo nel mondo (senza contare la storica rivalità coi tifosi della Lazio), e a Mosca – trasferta già difficile a livello temporale e spaziale.

Insomma, a prescindere dalla forza tecnica delle avversarie della Lazio in Europa League, già solo la forza ambientale potrebbe giocare un peso fondamentale nel passaggio del turno – ricordiamo che chi arriva primo va agli ottavi, chi arriva secondo dovrà vedersela con una squadra (uscente) di Champions League.

Galatasaray: l’imperatore Terim all’ennesimo ballo europeo

L’ultimo campionato turco è stato uno spettacolo fino all’ultima giornata. Letteralmente, perché Besiktas (il vincitore), Fenerbahce e proprio Galatasaray si erano ritrovate a pari punti a 24 h dall’ultimo turno stagionale. La squadra di Fatih Terim, che ha finito il campionato con gli stessi punti del Besiktas, è arrivata seconda solo per scontri diretti e differenza reti.

Il modulo utilizzato dallo storico allenatore del Gala è il 4-2-3-1. In porta l’ex laziale Muslera, che con i biancocelesti ha giocato quattro stagioni, dal 2007 al 2011.

Il Galatasaray è una squadra solida, difficile da penetrare e creativa davanti, con le “vecchie glorie”, Babel e Arda Turan pronti ad inventare in qualsiasi momento la giocata vincente.

Emiliano Viviano, che gioca in Turchia col Fatih Karagumruk, ha detto che «l’insidia maggiore per la Lazio sarà il pubblico. L’ambiente è caldissimo, ma la squadra di Sarri è più forte sotto il profilo tecnico e tattico. Il Gala più che altro va a fiammate».

Viviano ha inoltre ricordato come il Galatasaray rispetto allo scorso anno abbia cambiato poco o nulla. Non sono arrivate cessioni, ma è arrivato un grosso investimento di 23 milioni di euro sul mercato in entrata, nonostante il miglior acquisto sia giunto in Turchia a zero: Patrick van Aanholt dal Crystal Palace.

Curiosamente, il giocatore più rappresentativo – Falcao – è anche quello più indesiderato dal club, che gli ha chiesto di cercarsi una sistemazione per le spese troppo elevate d’ingaggio, portando alla fine del rapporto e al conseguente allontanamento del bomber colombiano che si è accasato al Rayo Vallecano.

Tra i biancocelesti e i turchi sono ben cinque i precedenti. La Lazio ha giocato con il Galatasaray nel 2001, nel 2012 e nel 2016. Il primo confronto fu di Champions, quando in panchina sedevano rispettivamente Zoff e Zaccheroni. L’andata si giocò l’11 settembre, giorno dell’attentato alle Torri Gemelle, e vinse per 1-0 il Galatasaray grazie al gol di Karan. Il ritorno arrise invece ai biancocelesti grazie ad una rete di Dejan Stankovic.

Al 2012 risale una semplice amichevole vinta dal Gala, mentre è del 2016 l’ultimo scontro ufficiale tra i due club, con l’andata pareggiata 1-1 e il ritorno vinto 3-1 dai biancocelesti.

Formazione Tipo

formazione tipo galatasaray

Galatasary (4-2-3-1): Muslera; Yedlin, Nelsson, Marcao, Van Aanholt; Cicaldau, Kutlu, Feghouli, Morutan, Babel; Dervisoglu

Olympique Marsiglia: squadra d’attacco

L’Olympique Marsiglia è da anni in cerca della propria identità. Dopo Rudi Garcia e Villas Boas, forse con l’arrivo di Jorge Sampaoli è arrivato il nome che serviva davvero alla panchina francese. Curiosamente, si tratta di un profilo a lungo seguito dalla Lazio – e dal direttore sportivo Igli Tare – l’anno prima dell’arrivo poi smentito sul più bello di Marcelo Bielsa, sorta di maestro per l’ex allenatore del Cile.

Nell’ultima stagione l’OM ha chiuso al quinto posto, distante anni luce dal Lille campione di Francia. Interrogato sui sorteggi di Europa League, lui che ha guidato quelli di Conference, Lorik Cana, doppio ex, ha detto: «Essendo tifoso del Marsiglia sin da bambino tiferò OM, ma resto molto legato alla Lazio. Vivo a Roma con la mia famiglia e ho un rapporto di amicizia con Igli (Tare)». Nell’ultima sfida vinta 3-1 contro il Saint-Etienne, erano presenti 67.394 spettatori. Un numero enorme se consideriamo il momento storico che stiamo vivendo. La sfida è stata decisa da due ex Roma, Under e Gerson.

Il modulo utilizzato da Sampaoli è il 3-4-2-1. Un modulo che nasconde bene una grossa verità di campo: il Marsiglia attacca con veemenza ma si scopre pericolosamente. Se ci fosse ancora Inzaghi sulla panchina della Lazio, probabilmente il pronostico cadrebbe a vantaggio dei biancocelesti, ma con Sarri la sfida assume contorni epici. È una partita tra due rivoluzionari. Tra due allenatori che, in ogni caso, intendono dominare l’avversario.

Nell’OM, occhio, oltre ai già citati Under e Gerson, ai talentuosissimi Payet e Milik. Esperienza – Mandanda in porta – e gioventù – De La Fuente, Guendouzi, Saliba e Kamara su tutti –, ecco il mix ideale per Jorge Sampaoli, che ha costruito insieme ai dirigenti una squadra pronta a lottare su più fronti. L’OM è senza dubbio l’insidia numero uno per la Lazio di Sarri.

I precedenti rievocano dolci ricordi nella mente dei cuori biancocelesti. Le quattro reti record proprio di Simone Inzaghi all’Olimpico nel 1999, in Champions League (5-1), la vittoria sempre della Lazio di Eriksson al ritorno al Velodromo; infine, lo scontro in Europa League nel 2018-2019 con Inzaghi in panchina, e con altri due successi dei biancocelesti. La storia è tutta dalla parte della Lazio, ma il presente è pronto a smentirla.

Formazione Tipo

FORMAZIONE TIPO OLYMPIQUE MARSIGLIA

Olympique Marsiglia (3-4-2-1): Pau Lopez; Luan, Balerdi, Saliba; Dieng, Kamara, Gueye, Lirola; Harit, Under; Milik

Lokomotiv Mosca: cenerentola ambiziosa

Attenzione massima alla locomotiva russa. Il Lokomotiv non è forse la squadra più forte del girone E, ma è comunque un pessimo cliente per la Lazio di Sarri.

Terza lo scorso anno, al momento è quarta dopo sei giornate a soli due punti dalla prima – lo Zenit. I rossoverdi hanno vinto l’ultima Coppa Nazionale, la nona della loro storia. A proposito di storia, l’amarcord coi biancocelesti risale alla stagione 1998/99, nella doppia sfida in semifinale di Coppa delle Coppe – competizione vinta dalla Lazio in finale col Maiorca.

La squadra allenata da Marko Nikolic, che ha partecipato alle ultime tre Champions League, ed è dunque abituata a certi palcoscenici, ha in Smolov – già cinque reti quest’anno – e Anton Miranchuk, fratello dell’atalantino Aleksei, i due fuoriclasse assoluti da tenere d’occhio per i biancocelesti – che non fanno della difesa il loro punto di forza, come è noto.

La cessione in estate di Krychowiak, giocatore di grande personalità accasatosi al Krasnodar, è arrivata insieme al grande investimento di 16 milioni del club per il promettente Beka Beka, talentissimo ex Caen.

Dietro, l’ex Roma Jedvaj è andato a completare un reparto già solido – per quanto non impenetrabile. Nikolic utilizza un 4-4-2 classico, in linea, semplice ma efficace. Occhio sulla fascia alle discese di Zhemaletdinov e del guineano Kamano. Occhio, soprattutto, al fattore sorpresa. Mai sottovalutare la cenerentola del girone, specie se viene dalla fredda Russia.

Formazione Tipo

formazione tipo lokomotiv mosca

Lokomotiv Mosca (4-4-2): Guilherme; Rybus, Jedvaj, Pablo, Zhivoglyadov; Kamano, Beka Beka, Barinov, Zhemaletnidov; Kerk, Smolov