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Non è andata come i tifosi della “Dea” si auguravano al termine dell’appendice dell’ultima giornata del Gruppo F di qualificazione, che vedeva di fronte Atalanta e Villarreal, match slittato al giovedì in virtù delle proibitive condizioni meteorologiche di mercoledì notte.

La squadra bergamasca abbandona la Champions League dopo le prime sei partite del Girone e l’unica consolazione è il paracadute dell’Europa League, che i nerazzurri affronteranno con la consapevolezza di aver sbagliato approccio nello spareggio contro gli spagnoli allenati da Emery.

Zapata isolato, Ilicic larghissimo

Il rammarico sta tutto nella presa di coscienza che l’impresa di passare agli ottavi di finale, si sarebbe potuta compiere ai danni di una squadra alla quale non si possono concedere ben tre gol di cui uno arrivato subito dopo il fischio di inizio dell’arbitro, l’inglese Taylor.

Un’occasione mancata da parte degli uomini del “Gasp”, letteralmente imbrigliati dall’ordinatissimo 4-4-2 messo in campo da Emery e dalla carica agonistica, questa sì, marchio di fabbrica delle squadre spagnole.

Il Villarreal ha messo in vetrina un Dani Parejo versione 5 stelle, signore del centrocampo e punto focale del raccordo tra le due fasi. Il resto lo hanno fatto una difesa molto attenta sulle sfuriate, per la verità pochine nella prima ora di gioco, dell’Atalanta e la doppia segnatura di Danjuma unita alla rete di Capoue.

Merito va dato alla prestazione dei due centrali difensivi del Villareal, Albiol e Pau Torres, che hanno limitato lo strapotere fisico di Zapata, per la verità apparso fin troppo solo quando c’era da impensierire il portiere Rulli.

Gasperini ha deciso di giocare con Ilicic di fianco alla punta colombiana, ma l’ottimo lavoro di Moreno, Parejo ed Estupinan sulla catena di sinistra, hanno costretto lo sloveno ad allargarsi fin troppo sull’out di destra per trovare palloni giocabili ed accentrarsi per provare ad andare al tiro come spesso lui sa fare.

Sveglia tardiva

Il risultato è stato quello appena riportato: Zapata a lottare da solo contro i due mastini difensivi e Pessina, schierato nel solito ruolo di trequartista, fin troppo evanescente in una partita in cui servivano rifornimenti continui in fase di conclusione, visto che il pareggio non sarebbe valso a nulla.

Gasperini è corso ai ripari dopo il riposo, inserendo Malinovskyi e Djimsiti in luogo di Pessina e di un distratto Demiral, ma subito dopo è arrivato il terzo gol degli avversari.

L’allenatore di Grugliasco si è allora giocato il tutto per tutto, levando De Roon sostituito da Muriel, ridisegnando la squadra con uno spregiudicato 3-4-3 che ha visto giostrare sull’out di sinistra Muriel, Zapata al centro, Ilicic ancora a destra e Malinovskyi trequartista.

La scelta ha sortito i suoi effetti e la manovra ne ha giovato, l’Atalanta ha trovato il gol a 20 minuti dal 90° con lo stesso Malinovskyi e a quel punto gli spagnoli hanno accusato il colpo, subendo la seconda segnatura con Zapata, imbeccato da uno splendido assist di Ilicic.

La miracolosa rimonta sembrava cosa fatta a 5 minuti dal termine, quando Muriel ha calciato con violenza alla destra di Rulli, ma il palo ha respinto la conclusione dell’ex viola e la partita si è praticamente chiusa lì.

Bene ma non benissimo

Non si può dire che l’Atalanta non ci abbia provato, ma regalare un tempo intero, in casa, contro una squadra alla quale sarebbe bastato un pareggio e per giunta in Champions League dove al minimo errore ti puniscono, è un errore da non commettere.

In realtà, alla fine dei conti, sono stati 19 i tiri totali della squadra di Gasperini, contro i 9 degli avversari, ma nell’arco della partita non si può certo dire che il Villarreal non abbia meritato, tutt’altro.

Sempre primi sul pallone, con un centrocampo in palla e alcuni effettivi della “Dea” fin troppo deludenti, il risultato finale appare giusto.

Come ha dichiarato Gasperini a fine partita, il gol a freddo di Danjuma ha ovviamente messo le cose in discesa per gli ospiti che si sono poi difesi con ordine e sono ripartiti spesso, senza mai abusare del contropiede, più di una volta mettendo in difficoltà gli orobici, sovente irriconoscibili quando c’è stato da dare velocità alle azioni offensive.

Adesso l’Atalanta si rituffa in campionato dove è attesa dall’insidiosa trasferta di Verona nel pomeriggio di domenica. Il cammino europeo non è ancora concluso, adesso arriva l’Europa League alla quale la “Dea” deve guardare comunque con fiducia e orgoglio, visto che non saranno poche le squadre di rango che la affronteranno. Staremo a vedere.