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La nona di Serie A è una sinfonia soprattutto per il Milan, che con la vittoria in undici contro nove a Bologna guadagna due punti sulle rivali, tutte fermate sul pareggio negli scontri diretti.

La Juve raggiunge di rigore l’Inter all’ultimo minuto, mentre Roma e Napoli non sbloccano la sfida che finisce a reti inviolate. Anche l’Atalanta viene ripresa sul finale dall’Udinese, mentre la Lazio crolla Verona sotto i gol di Simeone.

Insomma anche in questa tornata tanti sono gli spunti da ricordare e approfondire, con le nostre consuete dieci curiosità dai campi di gioco.

1. Quando Dzeko non basta

Sembrava mettersi bene la partita per l’Inter, con il solito Edin Dzeko che la sbloccava dopo appena un quarto d’ora di gioco. Con questo sono già sette i gol realizzati dal bosniaco in stagione, ovvero tanti quanti tutta la scorsa annata in maglia giallo rossa (su 27 partite giocate però).

In casa poi, Dzeko è una macchina da gol con ben 5 reti in quattro partite. Nell’Inter soltanto Mauro Icardi (nel 2017) e Marco Branca (nel 1995) erano riusciti a fare meglio, con sei gol realizzati. In Europa comunque solo Haaland (con sette gol) e Lewandowski (sei) hanno fatto meglio nei cinque maggiori campionati.

2. Dybala è super, di rigore

Paulo Dybala evidentemente si esalta in maniera particolare contro l’Inter, visto che è il primo giocatore della Juventus a segnare per tre partite consecutive in campionato contro i nero azzurri.

Questa volta la rete arriva su rigore e solo nell’ultimo minuto di gara, ma conferma anche la buona vena dal dischetto dell’argentino, capace di mettere in rete 18 dei 20 tiri dal dischetto calciati in Serie A. Il pareggio ritrovato, non basta però alla Juventus per evitare il record di gol subiti dal 1992 a oggi, con già 11 reti incassate dopo nove partite.

3. Roma e Napoli, il pareggio che non ti aspetti

Che fosse una partita complicata per entrambe si sapeva, visto che da una parte dopo otto vittorie di fila c’era la pressione di non farsi agguantare la Milan, mentre dall’altra dopo la scoppola rimediata in Europa, non si poteva fallire davanti al proprio pubblico. Finisce così con una via di mezzo che lascia tutti scontenti a metà.

E infatti un pareggio non è così comune tra queste due squadre, che all’Olimpico non chiudevano a reti inviolate dal 1980 e che in generale non finivano per 0-0 dal 2015 e con un pareggio dal 2012 (2-2 a Roma nel 2012). Resta che entrambe le squadre sono quelle che in Serie A (insieme al Toro) hanno chiuso più volte il primo tempo senza subire gol alcuno (sette su nove).

4. Il Genoa perde, ma Destro vola.

Che questa sia una delle migliori stagioni di Mattia Destro in Serie A lo dicono i numeri. Da settembre a oggi in tutti i maggiori cinque campionati d’Europa, solo Karim Benzema ha segnato di più (sette reti), con Destro al pari di Haaland a quota sei reti.

All’attaccante non capitava di segnare in quattro partite di seguito dal 2014, così come con la maglia del Genoa, dal 1994 a oggi soltanto un altro giocatore era riuscito a segnare di più a questo punto della stagione, con Piatek che arrivò a quota 8 nel 2018. Peccato che le super prestazioni di Mattia (e di Caicedo, per la prima volta in carriera autore di gol e assist), non siano servite per togliere il Genoa dal terzultimo posto in classifica.

5. Simeone fa un Poker da record

Quando Giovanni Simeone vede la Lazio, per i bianco celesti sono dolori. A nessuna squadra in Serie A l’attaccante argentino ha mai segnato tanto (sette gol in undici partite). Sette sono anche i gol a cui ha partecipato Simeone nelle ultime quattro partite di campionato, con sei gol e un assist all’attivo.

Il poker di gol rifilato alla Lazio, gli regala un posto d’onore nella storia del Verona, essendo il secondo giocatore di sempre ad aver segnato almeno quattro gol in un singolo match del massimo campionato. L’altro è Emanuele del Vecchio, che ne mise a segno addirittura cinque contro la Sampdoria nel 1958.

6. Valanga Viola

Dopo le due sconfitte di fila e le tante polemiche per il “caso Vlahovic”, era fondamentale per la Fiorentina tornare alla vittoria. E lo fa in maniera decisa e imperiosa sul malcapitato Cagliari di Mazzarri. I tre gol di scarto rifilati ai sardi senza subire reti, rappresentano un qualcosa che per i Viola non si vedeva in Serie A dal febbraio scorso (paradossalmente proprio contro lo Spezia di Italiano, sconfitto con il medesimo 3-0).

Protagonista in qualche modo proprio Dusan Vlahovic, che prima lascia a Biraghi il rigore (già quattro rigori su quattro per la Fiorentina in campionato, contro i sei totali della scorsa stagione), e poi pennella una punizione magica sotto il sette, mettendo in rete il suo primo calcio da fermo dopo sette tentativi andati a vuoto.

7. Malinovskyi e Beto, botta e risposta

Non sta girando bene per i bergamaschi in questa stagione, soprattutto in casa dove hanno ottenuto solo una vittoria su cinque partite. Stava per arrivare la seconda, bloccata però proprio in over time dal gol di Beto dell’Udinese, che oltre a segnare il gol più tardivo dei friulani dal 2019 a oggi, è anche il primo giocatore dopo Kevin Lasagna a trovare il gol in tre partite di fila.

Non basta invece un ottimo Malinovsky per l’Atalanta, che mette a segno la sua rete da fuori area, come già gli era capitato in altre 11 occasioni: solamente Lionel Messi ne ha segnati di più dalla distanza (17) dal 2019 a oggi.

8. Zlatan disfa, Zlatan fa

Ci sono volute due espulsioni per il Bologna (la squadra con più espulsioni tra i cinque maggiori campionati in Europa, con quattro rossi all’attivo, come solo il Lione), ma alla fine il Milan ha portato a casa la sua ottava vittoria in stagione su nove partite, come era successo solo nel 1954/55.

Protagonista, nel bene e nel male, il solito Zlatan Ibrahimovic, che prima serve l’assist per Leao che sblocca il risultato, poi realizza un autogol di testa che riapre il match e poi nel finale segna il quarto gol dei rosso neri che chiude la partita. Diventa così il quarto marcatore più “vecchio” di sempre all’età di 40 anni e 20 giorni (prima di lui solo Costacurta, Piola e Vierchowod).

9. Un Empoli da record

Avvio ottimo dei toscani di Andreazzoli, che con i 12 punti già messi in cascina, sono soltanto uno dietro al record assoluto in Serie A fatto registrare nel 2005 e nel 2002 (13 punti allora). Il poker contro la Salernitana, rappresenta la seconda quaterna in trasferta mai siglata nella massima serie (l’altra era uno 0-4 al Pescara nel 2016) e la prima in assoluto realizzata tutta nella prima metà di gioco.

L’Empoli è anche la squadra che ha segnato più gol di tutta la Serie A nella prima mezz’ora di gioco (8). Merito anche dei suoi avanti, con Pinamonti che è al momento il quarto giocatore nato dal 1999 ad aver già segnato tre gol in stagione in campionato (con Vlahovic, Diaz e Leao). Cutrone invece, è finalmente tornato al gol in Serie A dopo ben 23 partite (ultimo gol nel luglio 2020 contro il Torino).

10. Profondo amaranto

Di tutt’altro tenore i record negativi della Salernitana, a cui per il momento il cambio di allenatore non sembra aver giovato (ma diamo tempo a Colonatuono). Intanto questa rimane la peggior partenza di sempre in Serie A per i campani, con solo quattro punti all’attivo contro i sette del peggior precedente risultato nel 1998.

Prima volta anche per il poker di gol preso nel primo tempo (non era mai successo), specie se pensiamo che ne aveva subiti 3 in tutto nei restanti otto primi tempi della stagione. Magra consolazione, il fatto che con l’assist di Ribery, il giocatore diventi il terzo più “anziano” ad aver dato un passaggio decisivo ai compagni, dopo Reina e Quagliarella.