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I giochi sono fatti e tutti i verdetti sono finalmente arrivati.

Il Milan si aggiudica lo scudetto 2022, mentre Inter, Napoli e Juventus si ritroveranno ai gironi di Champions.

Roma e Lazio hanno il pass per l’Europa League, mentre la Fiorentina strappa il posto in Conference League.

In coda oltre alle retrocesse Venezia e Genoa, arriva il verdetto anche per il Cagliari, che non riesce ad approfittare della debacle della Salernitana che però trova la miracolosa impresa salvezza.

Insomma, ecco il riassunto di questa 38ª e ultima giornata di Serie A, nei nostri consueti dieci punti.

1. Il ritorno del Diavolo

Sono passati esattamente 1976 giorni da quando il Milan ha alzato il suo ultimo trofeo, in quel caso la Supercoppa Italiana del 2016 (contro la Juventus). Ma questo scudetto ha ovviamente una valenza differente, al di là degli undici anni di attesa dall’ultimo targato Allegri.

Soltanto nel 2005/06 i rosso neri sono andati oltre gli 86 punti di questa stagione (allora furono 88), mentre per Pioli si tratta non solo del suo primo campionato di Serie A, ma anche dell’unico trofeo ottenuto da allenatore fin qua.

Con la doppietta a Sassuolo, Giroud diventa il terzo francese in maglia rosso nera ad arrivare in doppia cifra in una singola stagione (dopo Papin con 13 nel 1992/93 e Menez con 16 nel 2014/15). Merito però anche di un Rafael Leao, che ha partecipato ad almeno una rete in tutte le sue ultime sei partite di campionato (3 gol e 5 assist) e chiude la stagione con 34 partite giocate con tanto di 11 gol e 10 assist totali in campionato.

2. La consolazione di Inzaghi

Due trofei messi in bacheca alla sua prima stagione in nero azzurro, con tanto di 25 vittorie in Serie A, come solo altri due allenatori esordienti erano riusciti a fare (Olivieri nel 1951 e Mourinho nel 2009). Eppure è chiaro che il “bersaglio grosso” mancato è una delusione cocente per come si era messa la stagione.

Restano alcune note positive, come la grande stagione di Niccolò Barella, autore di 12 assist su azione in campionato (nessun centrocampista nei cinque top campionati ha fatto meglio) o quella di Perisic, che con 49 reti totali diventa il centrocampista straniero con più gol all’attivo con la maglia dell’Inter.

Proprio nell’ultima si sveglia anche Joaquin Correa, autore di una doppietta come del resto in tutte le ultime cinque volte in cui è andato a segno. Per la Samp invece, eguagliato il suo peggior risultato della storia, con appena 36 punti (come nel 2010/11 quando però valsero la retrocessione).

3. Una Viola d’Europa

Dopo sei anni di attesa, la Fiorentina può tornare a sognare anche in Europa conquistando in extremis un posto per la Conference League. E per il popolo viola non ci poteva essere epilogo migliore, con la vittoria proprio sugli storici rivali della Juventus, già da tempo con l’obiettivo Champions in cascina.

La Fiorentina non batteva i bianco neri al Franchi dal gennaio 2017, e con questa vittoria ottiene un bottino di ben 40 punti in stagione conquistati tra le mura amiche, secondo solo a quello del 2012/13 quando arrivò a 43.

Una giornata particolare per molti in campo, con l’ultima partita di Chiellini in bianco nero (con tanto di 200° partita in coppia da titolare con Bonucci) dopo ben 561 presenze totali che lo rendono terzo in assoluto nella Juve dopo Del Piero (705) e Buffon (685).

4. Il Napoli da trasferta non basta

C’è (o dovrebbe esserci) qualche rammarico nella stagione partenopea, paradossalmente chiusa nel migliore dei modi con quattro vittorie di fila, oltre alla seconda miglior striscia di vittorie di sempre fuori casa, ben 13 su 19 trasferte giocate in stagione (solo nel 2017/18 ha fatto meglio con 14), 18 delle quali chiuse con almeno una rete all’attivo (non era mai successo nella loro storia).

C’è poi anche il dato positivo della difesa, con sole 31 reti subite, ovvero il secondo miglior risultato di sempre dopo quello del 1970/71 con 19 gol presi (ma in sole 30 partite). Contro lo Spezia sono arrivate addirittura tre reti in un solo tempo di gioco, come non succedeva da maggio 2021, ancora contro lo Spezia anche in quel caso.

5. Lazio e Verona, missione compiuta

Doveva essere una partita tra due squadre contente del loro ottimo campionato e così è stato, con tanto di spettacolo e sei reti in campo. Il Verona del resto con 65 record in stagione era al suo record assoluto per il maggior numero di gol segnati in Serie A, e solo una volta hanno fatto meglio anche in quanto a punti: 53 in questo campionato, contro i 54 della stagione 2013/14.

In evidenza da una parte Giovanni Simeone, che arriva a 17 reti in stagione (tante quante fatte in totale negli ultimi due campionati), ma anche Darko Lazovic, sette assist in campionato come non gli era mai capitato in carriera.

Dall’altra invece è arrivato il primo gol in assoluto in Serie A per Jovane Cabral (primo giocatore capoverdiano a segnare in campionato), oltre all’ottavo assist per Felipe Anderson (sua seconda miglior prestazione di sempre).

6. Sotto il segno di Mourinho

L’obiettivo minimo per la prima stagione di Mourinho in giallo rosso si può dire raggiunto, con la Roma che disputerà sicuramente una coppa europea per il nono anno consecutivo (e c’è ancora da giocare la finalissima di Conference League).

Tra i grandi meriti c’è quello di aver registrato una difesa che non prende gol da quattro partite e ha realizzato ben 15 clean sheet in stagione (non capitava dal 2017/18, quando arrivarono a 18), ma anche l’aver esaltato le doti di Tammy Abraham, che con 17 reti alla sua prima stagione di Serie A (solo Volk nel 1930 ha fatto meglio con 21), diventa anche il giocatore inglese con il maggior numero di gol in una singola annata di campionato. Abraham è anche il giocatore che ha segnato più volte il primo gol della partita (10).

Il tutto nella partita numero 3000 dei giallo rossi in Serie A, con un bilancio complessivo di 1268 vittorie, 892 pareggi e 840 sconfitte.

7. Un po’ meno Dea

Per la prima volta nell’era Gasperini, i bergamaschi non parteciperanno a nessuna competizione europea il prossimo anno. Mai infatti i nero azzurri di Gasp avevano chiuso a 59 punti e mai sotto il settimo posto.

Soprattutto nel girone di ritorno l’Atalanta ha mostrato una condizione non ottimale, passando da una media di 2 punti a partita a un misero 1.1 (21 punti sui 59 totali). Mai del resto era rimasta senza segnare per ben nove volte in stagione (ultima volta con Reja in panchina nel 2016 quando arrivò a 13).

E questo nonostante le 40 conclusioni effettuate nella partita contro l’Empoli (record di stagione), che diventa così la quinta partita in Serie A con almeno 20 tiri all’attivo ma senza vittoria finale.

8. Ride solo una rosso blu

La certezza è che nel prossimo campionato avremo una sola squadra colorata di rosso e di blu. Il Genoa infatti è retrocesso in una stagione con soli 27 gol segnati, la sua peggior prestazione dal 1989/90 (stesse reti anche in quel caso).

Il Bologna chiude una stagione tra luci e ombre con una vittoria che arriva con il ritorno al gol di Musa Barrow, in astinenza da 167 giorni e dopo nove gare in trasferta senza i tre punti (quattro pareggi e cinque sconfitte nel mentre).

La nota lieta è, tra le altre, il debutto da titolare di Wisdom Amey, che diventa solo il quarto sedicenne (16 anni e 283 giorni) a giocare dal primo minuto in Serie A dopo Pellegri, Donnarumma e Okaka.

9. Il Cagliari si impantana in laguna

Niente da fare per i sardi, che con il pareggio a Venezia trovano la loro sesta retrocessione nella storia. Non bastano i 31 tiri del Cagliari (record assoluto in Serie A per loro) che chiudono il campionato con due pareggi esterni come non capitava dallo scorso novembre, anche se purtroppo totalmente inutili ai fini della classifica.

Per il Venezia la (settima) retrocessione era già scritta, nonostante abbiano conquistato cinque punti nelle ultime tre partite di campionato. Magra consolazione il fatto che nessuno dal Verona 2015/16 aveva mai chiuso in ventesima posizione la stagione con ben 27 punti (allora furono 28).

10. L’impresa in differita

Alla fine è arrivata, pur dalle radioline sintonizzate sulla partita di Venezia, sfidando quel “7%” che era la probabilità di salvezza della Salernitana a un certo punto della stagione. Si tratta della prima salvezza della storia per i campani, che diventa anche la terza squadra a salvarsi nonostante i 78 gol subiti in stagione (c’erano riusciti solo i Livorno nel 1930 e la Lucchese due volte nel 1948 e poi nel 1950).

Sofferenza ai massimi visto che l’Udinese aveva già chiuso la partita dopo il primo tempo, concluso sullo 0-3. Proprio i friulani del resto, sono la squadra che da inizio aprile ha segnato più gol di tutte (25) e che chiude con 61 gol totali, come solo altre due volte era riuscita a fare. Per i bianco neri si tratta anche della miglior stagione in termine di punti (47) dal 2012/13 quando ne raccolse 66.