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Anche e soprattutto su queste pagine avete letto storie di squadre, campioni sportivi e prestazioni singole, che hanno dominato in lungo e in largo nelle loro specialità.

Alcune di queste perdurano nel tempo, fanno dei giri lunghissimi e poi tornano ad essere i mostri dei tempi d’oro, altre, al contrario, si spengono come stelle che non hanno più la forza di brillare.

In Italia è pieno di esempi di questo tipo e citarli equivarrebbe a fare un torto a chi citato non sarebbe, ma un particolare capitolo dell’enunciato di cui sopra va riservato alla Mens Sana Siena.

Un percorso di successi interrotto per il crack

Di tutto il percorso trionfale sportivamente parlando, di quella che a inizio millennio è diventato il Montepaschi Siena, rimane ben impressa nella memoria la parte finale di una stagione cestistica che a Siena, al contrario, ricorderanno anche e soprattutto per i titoli conquistati nei primi 14 anni del 2000.

Un totale di 6 scudetti, tutti conquistati tra il 2004 e il 2011, 3 Coppa Italia, consecutive, dal 2009 al 2011, 6 Supercoppa, ancora oggi un record mai nemmeno uguagliato, la Coppa Saporta del 2002. Esistono altre vittorie, ma come vedremo successivamente, saranno revocate.

La Montepaschi fece sognare i tifosi della Mens Sana, gli stessi tifosi che oggi tendono a piazzare un pesante spartiacque tra quella squadra vincente e il resto della storia di una società gloriosa, che ancora oggi esiste e che ha ripreso dalle categorie più basse, prima la promozione e poi la Serie C Silver.

La vera storia della squadra toscana, quella non esattamente conosciuta dall’appassionato medio di pallacanestro, parte da una scissione del comparto pallacanestro dalla Polisportiva Mens Sana in Corpore Sano 1871.

L’approdo in Serie A a inizio anni ’70

La Mens Sana Basket si stacca quindi dalla Polisportiva, anche se, in realtà, la città è del tutto consapevole che il pezzo di storia iniziale della squadra di pallacanestro, non verrà mai scisso dalla sua costola iniziale.

Nonostante si parli di Serie A fin dal 1961, in quegli anni esiste una categoria superiore, la Serie A d’elite e occorre aspettare una decina di anni prima che la Mens Sana Basket conquisti il massimo campionato, dopo aver dominato quello precedente della Serie B 72/73.

Da quel momento si susseguono stagioni felici e meno felici. Siena fa la spola tra la Serie A1 e la neonata Serie A2, prima di scendere definitivamente in Serie B nel 1986.

La Serie B ospita la squadra di basket senese per 4 stagioni, prima della storica promozione in Serie A 2 del 1990, quando fu il compianto Dado Lombardi a guidare la Mens Sana verso la risalita.

Negli ultimi anni dello scorso millennio Siena rimane costantemente tra le prime della classe della massima serie e centra praticamente sempre un piazzamento utile che le permette di partecipare alla Post Season, ma se vogliamo trovare un punto di svolta nella storia del basket senese, dobbiamo fare riferimento alla stagione 1999/2000, quando Siena perde solo dal Barcellona, e ai quarti di finale, la possibilità di giocarsi la vittoria della Coppa Korac.

Erano gli anni di mostri sacri della pallacanestro nazionale come Maurizio Lasi e Mauro Sartori, mentre “la Cantera” senese lavorava benissimo, visto che dalle giovanili usciranno fior fior di giocatori come Moretti e Frosini.

L’inizio periodo d’oro

I buoni risultati non tardano ad arrivare. Siena conquista ogni anno dei piazzamenti onorevoli in Campionato, che le permettono di permanere in pianta stabile nelle competizioni europee che contano, Coppa dei Campioni, allora Suproleague, compresa.

Il win to win della Mens Sana è rappresentato prima dal legame con la Banca della Città, il Monte dei Paschi, poi dai successi sempre più frequenti, coma la già citata Coppa Saporta del 2002.

In panchina quell’anno c’è un certo Ergin Ataman, coach di cui scopriremo le infinite qualità negli anni successivi.

Nella stagione successiva Siena sfiora l’affermazione in Eurolega, approdando alle Final Four dove perse in semifinale nello scontro fratricida con la Benetton di Treviso e chiude quarta in campionato, centrando per la prima volta le semifinali playoff.

Dopo la partenza di Alphonso Ford e Mirsad Turkcan, Siena si rafforza in modo definitivo in vortù degli arrivi di Vanterpool, Thornton e David Andersen, che rappresenteranno l’ossatura di una stagione trionfale al termine della quale, con Charlie Recalcati in panchina, conquista il suo primo scudetto e si conferma in Euroleague, dove viene eliminata ancora una volta in Semifinale e ancora una volta da un’italiana, la Fortitudo.

Pianigiani e i nuovi successi

L’arrivo di Rimantas Kaukenas e, soprattutto, di Shaun Stonerook capitano per sei stagioni di seguito, che rimarrà di gran lunga il giocatore più amato dei biancoverdi, fanno decollare la Mens Sana.

Gli scudetti e le Supercoppe arrivano, come scritto in precedenza, in quantità e non mancano i grandi nomi che vogliono giocare per la squadra toscana.

Parliamo di gente come Terrell McIntyre che nel 2007 vince anche il titolo di MVP del campionato di Serie A, Henry Domercant, Romain Sato, Benjamin Eze e gli indimenticati Bo McCaleeb. Alcuni di questi partecipano alla trionfale stagione del 2010/2011, quando la Montepaschi porta a casa Supercoppa, Coppa Italia, Scudetto, il quinto consecutivo, e Final Four di Eurolega, ancora una volta persa alle semifinali, questa volta con il Panathinaikos.

La parabola discendente

I primi smottamenti di un periodo che successivamente definire buio è un eufemismo, si sentono quando nell’estate del 2012 la dirigenza decide di dimezzare il budget rispetto alle precedenti stagioni.

Siena tiene botta per altre due season, vincendo lo scudetto nel 2013, Siena gode ancora dell’effetto-vittorie degli anni di maggior splendore, ma le finanze cominciano a scarseggiare e vengono venduti a Milano pezzi pregiati come Kristjan Kangur e David Moss, seguiti successivamente dall’astro nascente del basket italiano, Daniel Hackett.

La squadra viene affidata a Marco Crespi e sfiora un altro scudetto in una finale al cardiopalmo che Siena perde solo a Gara 7 contro la rivale di sempre, Milano.

Proprio il 2014 è l’anno orribile per eccellenza della Mens Sana, il cui CDA non approva il bilancio e la società viene messa in liquidazione. Le teste cominciano a cadere una ad una, come ad esempio quella di Ferdinando Minucci, con il quale Siena rescinde il contratto anche per via dell’iscrizione nel registro degli indagati per fatture false e dichiarazioni mendaci, in virtù delle quali viene sottoposto agli arresti domiciliari.

Il successivo 9 luglio la società subisce l’onta del fallimento, per il quale viene nominato un curatore fallimentare. La Federazione revoca gli scudetti del 2012 e del 2013 e tutti i titoli nazionali di quelle stagioni, due Coppa Italia e una Supercoppa.

A Siena non si sono arresi e, per non chiudere in modo indecoroso una storia tra le più affascinanti del nostro sport quanto meno a livello di successi sportivi, si sono messi in testa di fondare una nuova società, la Mens Sana Siena 1871, tramutatasi poi in Mens Sana Basket 1871, per ottemperare agli obblighi per l’iscrizione in Serie A2 nel 2015.

Seguono annate difficili, durante le quali non vi è più l’interessamento di un Main Sponsor ad aiutare le finanze della società che vive sull’orlo del baratro e che in più di un’occasione è a un passo da una nuova messa in liquidazione.

Il tutto fino al 19 marzo del 2019, giornata in cui la FIP è costretta ad escludere ancora una volta dal campionato di Serie A2 la squadra di Siena, in virtù di un comportamento considerato lesivo dell’integrità del campionato.

Nell’estate del 2019 i senesi ci provano ancora una volta, questa partendo dai gradini più bassi, prima la promozione e poi la Serie C Gold, categoria alla quale la Mens Sana Basketball Academy partecipa tutt’oggi, sgomitando per lo più contro squadre della stessa regione e territori limitrofi.