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A poco più di due settimane dalla fine della regular season Nba quasi tutti i verdetti sono ancora da scrivere e la situazione, già ingarbugliata di sua con l’introduzione dei play-in, si fa ancora più complessa da prevedere alla luce delle assenze di tanti big, rimasti a guardare per vari motivi anche nelle partite giocate stanotte.

Il tutto tra l’altro portando a molti risultati che sono l’opposto di quello che quasi tutti si sarebbero aspettati. Emblematico in questo senso è quello che è successo ai Memphis Grizzlies, che hanno dovuto rinunciare nella partita contro i Brooklyn Nets alla loro stella Ja Morant, in odore addirittura di titolo di Mvp (e comunque quasi sicuro di essere tra i migliori tre giocatori della stagione).

La franchigia del Tennessee non ha tremato e anzi sfruttando la sua lunghissima panchina ha battuto quella che sembrava una squadra da titolo ma che ora ha visto abbassarsi ulteriormente le sue possibilità di anello, alla luce della notizia dell’assenza fino alla fine della stagione di Ben Simmons.

L’uomo ottenuto sostanzialmente in cambio di James Harden da Philadelphia ha accusato ancor prima di debuttare di un problema alla schiena che gli impedirà di dare una mano a Kevin Durant e Kyrie Irving.

I due stanotte hanno messo assieme 78 punti che però non sono bastati. L’ex playmaker dei Boston Celtics e dei Cleveland Cavaliers, non vaccinato in attesa di ricevere il permesso di scendere in campo anche nelle partite casalinghe dallo stato di New York, sta dimostrando di essere in gran forma ma tutto questo potrebbe anche non bastare.

Le assenze dei big three non hanno impedito di vincere neanche ai Golden State Warriors e lo stesso si può dire dei Phoenix Suns che anche senza Chris Paul hanno consolidato il loro primato ad Ovest, dove ormai sono sicuri del vantaggio del fattore campo visto il margine su tutte le inseguitrici.

Brutta serata invece per l’altra capolista, i Miami Heat, in cui qualcosa sembra essersi rotto, e non è solo la lavagnetta scagliata a terra da coach Spoelstra. Il rapporto sempre al limite con Jimmy Butler è ai minimi termini e il rischio di buttare via quanto di buono se non buonissimo fatto finora è alto. E sarebbe un vero peccato in una lega senza un chiaro padrone in cui sono davvero in tanti a poter puntare al titolo.

Tra questo, nonostante le dichiarazioni di rito, non sembrano più potersi essere i Los Angeles Lakers di LeBron James, sconfitti anche stanotte per l’undicesima volta nelle ultime quindici partite. Il re si è concesso un turno di riposo dopo aver superato Karl Malone al secondo posto della classifica all time dei marcatori ma anche con lui in campo i gialloviola non sembrano poter andare da nessuna parte.

Con Anthony Davis al 100% il play-in non sarebbe impossibile da vincere ma da lì in poi è quasi impossibile a questo punto aspettarsi qualcosa di più da una squadra che non a caso già l’anno scorso ha mancato l’appuntamento col bis.