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La storia della pallacanestro a Siena è una montagna russa, che ha avuto anni al massimo livello europeo, con alcuni dei migliori giocatori visti transitare sui nostri parquet, per poi dissolversi tra tribunali e fallimenti, ritrovandosi oggi ad avere una prima squadra in Serie C e solo tanti ricordi.

La storia

La Mens Sana Basket nacque come sezione autonoma della Polisportiva Mens Sana in Corpore Sano 1871, diventando ben presto il fulcro dell’attività sportiva della società. La prima apparizione in un campionato di Serie A fu nel 1961-62 – considerata all’epoca il secondo torneo nazionale, al di sotto della Serie A d’elite. Pertanto, la prima vera volta in massima serie fu nel 1972-73, con una squadra composta per la maggior parte da atleti senesi e allenata da Ezio Cardaioli. Da lì anni l’inizio delle montagne russe, dovute all’alternanza tra Serie A, A2, B, fino agli anni ’90, quando diventò presenza fissa ai playoff del massimo campionato, facendo arrivare nelle sue fila giocatori di altissimo livello.

Un salto di qualità che portò alla stagione 99-00, anno nel quale la squadra raggiunse i quarti di finale di Coppa Korac, venne eliminata dal Barcellona ma fu segno di una crescita che avrebbe di lì a poco visto la Mens Sana dominare il campo nazionale. Nella stagione 01-02, con l’arrivo di Ergin Ataman in panchina, la società raggiunse per la prima volta la finale di Coppa Italia, perdendola con la Virtus Bologna di soli due punti. Il riscatto però sarebbe arrivato con la vittoria della Coppa Saporta in finale contro il Valencia e la qualificazione alla successiva Eurolega, per via della rinuncia alla competizione da parte di Cantù (problemi di budget).

L’anno successivo, alla prima volta in EL, la Mens Sana raggiunse subito le Final Four, chiudendo terza, ponendo per la prima volta nella storia il nome di Siena sulle cartine geografiche del grande basket continentale. Preambolo al primo scudetto, che arrivò la stagione successiva, con Carlo Recalcati in panchina e i vari Vanterpool, Thornton e Andersen in campo, arrivati quell’anno e trascinatori della formazione biancoverde fino alla vittoria del titolo, con 3-0 secco inflitto in finale alla Fortitudo Bologna. Vennero raggiunte nuovamente le Final Four di Eurolega, ma anche questa volta Siena non andò oltre il quarto posto, uscendo in semifinale con la Fortitudo.

Fu il primo di una serie di anni di grandi successi: da lì arrivarono altri cinque titoli nazionali consecutivi, dalla stagione 06-07 al 10-11, tre Coppa Italia e sei Supercoppe italiane, sotto la guida di Simone Pianigiani, senese promosso dal ruolo di vice allenatore e diventato presto tra i migliori tecnici d’Europa, poi anche della Nazionale italiana. In quella squadra sono passati giocatori incredibili: da Kaukenas a McIntyre, da Stonerook a Eze, da Lavrinovic a Zisis passando per tanti italiani interessanti come Ress, Carraretto e Hackett, che hanno scritto pagine indelebili della storia del basket senese e italiano.

Il fallimento del 2014

Tutto crollò dopo la conquista dello scudetto 13-14. Prima la cessione di Moss, Kangur e Hackett, per arrivare al febbraio 2014, quando il consiglio di amministrazione non approvò il bilancio e la Mens Sana venne posta in liquidazione.

Il successivo 15 marzo la risoluzione del contratto con Ferdinando Minucci, allora general manager e precedentemente presidente, nel frattempo indagato per false fatturazioni e false dichiarazioni, per cui era stato sottoposto a misura cautelare e agli arresti domiciliari. Era inoltre in corso un’inchiesta avviata a dicembre 2012 per asseriti pagamenti in nero ed evasione fiscale da parte dei membri del consiglio del club, tra cui l’ex presidente Minucci.

A luglio 2024 venne dichiarato il fallimento giudiziario della società e a seguire, nel 2016, a seguito di condanne per ricettazione, associazione a delinquere per frode fiscale e bancarotta fraudolenta irrogate ai dirigenti del club, vennero revocati gli scudetti 11-12 e 12-13, le Coppa Italia 12 e 13 e la Supercoppa 13, con Minucci, Olga Finetti e Paola Serpi, allora segretaria generale e vice-presidente del club, radiati.

Un finale drammatico per una squadra ai tempi parsa invincibile, che ha fatto tremare l’Europa e fatto esaltare una piazza come Siena, piccola ma colma di tradizione ed entusiasma per i propri colori.

Rinascita confusa

Successivamente furono diversi i tentativi di rinascita della società senese, ma fu talmente grande la storia di “quella” squadra, che per dieci anni dominò in Italia e in Europa, che tutto ciò che arrivò dopo, risultò difficilmente paragonabile.

Su iniziativa della Polispostiva, venne fondata la Mens Sana Siena 1871, con l’intento di proseguire la tradizione cestistica della Mens Sana Basket. Si iscrisse in Serie B, venendo promossa grazie alla vittoria nello spareggio finale contro Agropoli. Nella stagione 15-16 l’approdo in A2, con a capo il presidente Lorenzo Marruganti, in panchina Alessandro Ramagli e in campo giocatori come Ranuzzi, Udom (oggi a Trento), Chris Roberts e Darryl Bryant. Ma le complicazioni non finirono, perché il presidente, insieme ai consiglieri d’amministrazione, si dimisero nel febbraio 2016 a causa della grave situazione economica del club, derivante dalla mancanza di un main sponsor. Per impedire la messa in liquidazione e permettere il proseguimento dell’attività sportiva, nelle settimane successive nacquero un’associazione sportiva (Io tifo Mens Sana Siena) e una società consortile (Basket e Sport Siena), composte da tifosi e imprenditori locali, che tennero in piedi la società, per quanto riuscirono.

Il resto della storia è fatto di ulteriori anni di grandi difficoltà economiche e societarie, con costanti cambiamenti a livello dirigenziale e per la parte di campo, con un nuovo punto di non ritorno nella stagione 18-19. Iniziata con un handicap di tre punti di penalizzazione dovuto ad un pagamento in ritardo delle tasse federali nella stagione precedente, nel febbraio 19 tutto crollò, di nuovo. Il roster venne quasi interamente smantellato per impossibilità di far fronte al pagamento delle tasse federali e degli stipendi di giocatori e staff. Il 10 marzo i quattro giocatori “senior” rimasti non diedero disponibilità a giocare la partita in trasferta a Legnano, causando la sconfitta a tavolino, e la settimana successiva a difendere i colori della società andarono gli under, onorando per quanto possibile match e torneo. Come inevitabile, la stagione si concluse anzitempo, il 19 marzo, con la decisione da parte della FIP di escludere la Mens Sana dal campionato, rea di “slealtà sportiva”.

Oggi la realtà senese parla di un club in Serie C, con a capo l’ex Rettore dell’Università di Siena, Francesco Frati, sotto il nome di Mens Sana Basketball, nata dalla Mens Sana Basketball Academy, costituita nel 2019 e ripartita dalla Promozione, per poi ripartire post Covid dalla C Silver. Un nuovo tentativo di rinascita per una città che ha vissuto il meglio del basket italiano ed europeo nella prima decade del millennio, facendo sognare i tifosi toscani e, più in generale, gli appassionati italiani, che vedevano nella squadra biancoverde l’esempio più florido di società che sapeva fare mercato, costruire staff e roster, ottenendo successi a profusione e diventando un punto di riferimento per la pallacanestro europea. Peccato, “solo”, che quell’abilità fosse (anche) frutto di illeciti, dei quali resta il ricordo, così come della Montepaschi Siena dei cinque scudetti consecutivi.