Il primo capitolo della finale playoff ha visto la Virtus superare, non senza difficoltà, Brescia solo nei secondi finali. A guidare la squadra di Ivanovic un Toko Shengelia straordinario, che si prende la scena e la toglie a chiunque altro, compresi i ben cinque giocatori della Germani in doppia cifra.
Tornik’e Shengelia – 9
Toko Shengelia è indiscutibilmente l’MVP di Gara 1, chiudendo con 29 punti segnati in 29 minuti di gioco (12/14 da due punti) e 37 di valutazione. Un dato, quest’ultimo, che eguaglia la miglior prova in Serie A dell’ala di Bologna realizzata in questa stagione nella gara contro Treviso della venticinquesima giornata. Nella storia delle LBA Finals giocate dalle V Nere, il 37 di valutazione di Shengelia eguaglia la seconda prova assoluta, firmata da Sasha Danilovic contro Pesaro nel 1994 e contro Treviso nel 1995 e da Renato Villalta nel 1979 contro Milano. Il primato appartiene sempre all’ala serba, autore di un 44 in Gara 5 delle LBA Finals 1994 contro la Scavolini Pesaro. Numeri che vanno a confermare la bontà del giocatore georgiano, ormai un veterano del nostro campionato e voglioso di trascinare la Virtus fino allo scudetto.
Matt Morgan – 8
Sempre più leader e protagonista, il playmaker americano in questi playoff ha preso in mano le chiavi della Virtus. In 23 minuti di gioco in gara 1 chiude con 19 punti (1/3 da due, 2/5 da tre e uno straordinario 11/11 in lunetta), aggiungendo 4 rimbalzi e 5 falli subiti. Non più solo opzione dalla panchina, Morgan è cresciuto esponenzialmente con il passare delle partite, diventando elemento essenziale e a volte clutch nei momenti decisivi dei match per la Virtus. Con Pajola mai in calo e Hackett finalmente ritrovato, il pacchetto esterni delle V Nere è arrivato nella miglior momento di forma della stagione proprio quando conta di più.
Amedeo Della Valle – 5
Una partita di “pausa” la si può concedere anche a lui, che fino a questo match era stato sempre tra i migliori nelle fila della Germani Brescia. In 31′ in campo l’esterno di Alba ha chiuso con 9 punti e pessime percentuali (0/3 da due e 3/9 da tre), con 3 rimbalzi, 3 assist e soltanto 4 di valutazione. Un passaggio a vuoto che si può accettare dal miglior italiano della stagione regolare, il quale però non potrà più mancare all’appello affinché Brescia si giochi la serie finale il più possibile. Della Valle, alla prima finale scudetto da protagonista della carriera, sa quanto il popolo bresciano si aspetta da lui ed è facile immaginare che sin da gara 2 vedremo un altro tipo di prestazione.
Miro Bilan – 7.5
Immancabile invece l’apporto del centro croato. Per lui 16 punti con 4 rimbalzi, 4 assist e 20 di valutazione che ne hanno fatto indubbiamente il giocatore più pericoloso della Germani insieme a Burnell. Sempre presente quando c’è da andare a giocare in area pitturata, ha realizzato anche una tripla, lanciando a tutti il segnale di esserci. Chiamato a volte agli straordinari, Poeta deve stare attento a dosarne le forze per averlo il più lucido possibile nei momenti decisivi delle prossime sfide.
Jason Burnell – 7.5
Elemento imprescindibile dello scacchiere di Poeta. Gioca 27 minuti nei quali fa di tutto: lotta, spinge sotto canestro, fa muovere la palla in attacco e prende rimbalzo, tirando anche con ottime percentuali (3/4 da due e 2/2 da tre). Chiude con 14 punti e 22 di valutazione, catturando 6 rimbalzi e smazzando 3 assist. Giocatore completo se ce n’è uno, essenziale per il sistema di gioco di coach Poeta, che soprattutto grazie a lui e Bilan si è giocato gara 1 fino alla fine.
Alessandro Pajola – 7
Se i 6 punti segnati (2/5 da tre) parlano apparentemente di una partita anonima, quella di Ale Pajola non lo è stata assolutamente. In primis perché un giocatore come lui difficilmente non si fa sentire in campo, in secundis perché le giocate nel finale (stoppata e tripla a 3′ dalla fine) hanno avuto un impatto decisivo sul risultato finale. Giocatore che come pochi altri è legato alla maglia bianconera, sta disputando dei playoff da capitano senza esserlo, non lasciando a nessun avversario gli si ponga davanti la possibilità di diventare protagonista più di quanto non lo sia lui.