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L’Aquila Trento sta continuando a volare, lottando per chiudere la stagione regolare nella miglior posizione possibile in vista dei playoff, conquistati matematicamente già da diverse settimane. Quella della Dolomiti Energia è stata fin qui un’annata ricca di soddisfazioni, con un andamento in campionato sopra le aspettative – spesso è stata prima in classifica – e la vittoria in Coppa Italia a impreziosire un lavoro che dura da mesi e che sta facendo raccogliere i frutti sperati dal presidente Longhi e da tutta la società bianconera.

La scelta giusta: Paolo Galbiati

Buona parte del merito di questa splendida cavalcata ci sentiamo di darlo a Paolo Galbiati, ancor prima in verità a chi lo ha scelto. Il coach lombardo, arrivato due estati fa ha avuto un anno per fare il rodaggio e il secondo (l’attuale), per mettere a punto ciò che stava costruendo, nella tranquillità di un ambiente molto sano e propositivo, dove nel loro piccolo tutti lavorano per obiettivi credibili, con grande attenzione verso i giovani, l’ambiente e la sostenibilità. Trento rappresenta una delle poche isole veramente felici della pallacanestro italiana, dove non si fa mai il passo più lungo della gamba e la società prova a programmare, senza voler strafare.

In questo contesto Galbiati si è perfettamente ritagliato il suo posto da protagonista, portando quest’anno l’Aquila a ottenere il record di vittorie in Serie A (20), cosa mai accaduta prima; oltre che, come detto, a vincere il primo trofeo della storia societaria da quando è in massima serie. Con la sua voglia di fare, la grande empatia verso i giocatori e un modo di allenare estremamente moderno, che si basa su algoritmi e scelte precise su cosa allenare e su dove andare a cercare punti durante una partita, Galbiati ha confermato definitivamente il suo status quale allenatore di alto livello in Serie A.

Ford, Lamb e Niang

Dovendo trovare 3 giocatori da prendere come punti focali della bella stagione fin qui disputata dalla formazione trentina, i nomi scelti sono quelli di Jordan Ford, Anthony Lamb e Saliou Niang, che rappresentano il presente, la solidità e il futuro della società bianconera e, nell’ultimo caso, speriamo anche del basket azzurro.

Ford è stato spesso la chiave dei successi dell’Aquila: partito con il freno a mano tirato, ha pian piano preso confidenza con il nostro campionato, diventandone uno dei leader assoluti, viaggiando a 16.4 punti di media col 60% da due e il 40% da tre. La sua capacità di attaccare il ferro e di costruirsi tiri dal palleggio sono le doti evidenti di un quasi 27enne pronto probabilmente a un altro ulteriore passo dopo gli anni di NBA e la Coppa Italia alzata a febbraio con l’Aquila. Intanto Galbiati e il presidente Longhi sognano che la sua leadership possa portare la Dolomiti più avanti possibile anche nei playoff che stanno per arrivare.

Lamb è il grande nome, arrivato dalla NBA, che ha infiammato la piazza: apparentemente a volte indolente, ha dato grande solidità al gruppo (anche fuori dal campo) e si è sempre preso le proprie responsabilità in campo, con tiri difficili che un giocatore con lunga militanza NBA come la sua sa di doversi prendere. Notabile la sua capacità di tenere compatto il gruppo anche fuori dal campo, unendo al talento quell’esperienza necessaria per costruire qualcosa di importante in una realtà che prima di quest’anno non aveva mai vinto un trofeo nel massimo campionato nazionale.

E infine c’è Niang, cresciuto come pochi altri in questa Serie A. La sua forza è stato il minutaggio, che Galbiati gli ha sempre più concesso via via che le partite passavano. Ma non è stato un regalo, bensì un merito che il ragazzo nato a Dakar e cresciuto a Mandello Lario in provincia di Lecco si è guadagnato con forza di volontà, lavoro e grande energia. In doppia cifra nella prima di campionato, non l’ha più vista fino al quarto di finale di Coppa Italia, quando ha realizzato 18 punti che ne hanno consacrato le qualità e il lavoro dei mesi precedenti. Dopo questa occasione sono arrivate altre 8 doppie cifre, con il career high di 18 punti e 23 di valutazione fatto registrare nella vittoria contro Scafati della 25a giornata. Un classe 2004 di grande prospettiva, cercato ora dai migliori club italiani ed europei, pronto a diventare uno dei punti cardine della nazionale italiana dei prossimi anni.