Vai al contenuto

Tredici giornate di Serie A e l’incertezza che regna. Fortissima. E indiscutibile. Al momento la situazione si presenta così: un punto tra le prime – Napoli e Milan – e le seconde, cioè Inter e Roma. Poi ci sono Como e Bologna che sognano, e a un punto da loro ecco la Juve di Spalletti, che è tornata alla vittoria contro il Cagliari, e che è sembrata effettivamente sulla buona strada verso il rilancio. Naturalmente, soltanto il tempo potrà dire se sarà così, nel frattempo i bianconeri si mettono in coda, perché per i primi quattro posti c’è da aspettare. Eccome.

Ma non di sola vetta vive il calcio italiano, anzi: c’è la concreta possibilità che almeno una decina di squadre si ritrovino coinvolte nella parte bassa. A partire dal Torino, reduce dal secondo ko di fila, e proseguendo con Lecce, Cagliari, Genoa (bravo De Rossi, non ha ancora perso), Parma, Pisa, e soprattutto Fiorentina e Verona, ancora a secco di vittorie dopo 13 gare. In bocca al lupo.

1) Scudetto, corsa a 4. Oppure a 7?

Staremo a vedere. Anche come continuerà questa appassionantissima corsa verso la gloria, con il Milan che effettivamente dopo il derby e dopo la Lazio sembra averne un po’ di più, anche per il “lusso” di poter giocare una partita a settimana. Certo, il Napoli che vince a Roma vale un messaggio molto chiaro: sono tornati, e sono tornati come voleva Antonio Conte. L’Inter inciampa, ma poi riparte, soprattutto se c’è Lautaro a dare una mano.

E le altre? Da capire come effettivamente tornerà a correre la Roma dopo la batosta con il Napoli, specialmente a livello ambientale. L’obiettivo resta comunque la Champions, e non per nascondersi, quanto per non bruciarsi. Dietro, il Como, sogna fortissimo. Poi c’è il Bologna, pur fermato dalla Cremonese, e la Juve che spera di avere continuità. Solo così potrà diventare temibile. Domenica avrà il Napoli, ecco il pressure test.

2) Non si parla abbastanza di Udinese

Vero: solo due vittorie nelle ultime cinque. Però l’Udinese è lì, a 18 punti, gli stessi della Lazio, a comandare tutta l’altra parte di classifica e a dimostrare che è una squadra molto più attrezzata di come la facevano passare, con una rosa all’altezza e – in particolare – un allenatore che continua a stupire, pure per il temperamento. L’ultima espulsione ricevuta fa sorridere.

Non se ne parla abbastanza, e però si dovrebbe. Perché avere 18 punti con 14 gol fatti e 20 gol subiti vale comunque un piccolo capolavoro. E vale un grande capolavoro aver ripreso Zaniolo, magari di nuovo ad altezza Nazionale. Vero che gli anni passano e i treni pure, però per Nicolò potrebbe essere arrivare un’altra primavera. Può fare benissimo, può essere la sua isola felice.

3) Gli sfoghi di Firenze

Le immagini di Dzeko che parla al megafono – per questo rischierebbe pure una squalifica, che sarà probabilmente una multa – è parecchio indicativa del momento che sta attraversando la Fiorentina. Nemmeno una vittoria in 13 partite, certo il pari con la Juve, però il ko con l’Atalanta a sancire ancora una volta il distacco tra una stagione e l’altra, con Palladino come rappresentante primo e ultimo. A Firenze ci si sfoga. A Firenze adesso si ha paura. Che i timori si facciano inevitabile obiettivo.

Da cosa ripartire? Il cambio in panchina sembra aver dato comunque qualcosa. Vanoli ha ritrovato Kean, e farà la differenza. In generale serve leadership in una squadra che, per quanto iconico, manda avanti l’ultimo arrivato. C’è un problema.

4) Applausi alla Cremonese

La Cremo sogna fortissimo, soprattutto dopo il 3-1 rifilato al Bologna, che certifica le ambizioni della squadra di Nicola, bravo ad andare oltre l’etichetta del salvatore della patria. E che ora si sta divertendo, perché è una creatura molto interessante quella grigiorossa. Certo, le copertine se le prende tutte lui, tutte Vardy. Sembrava un azzardo e invece si è dimostrato un calciatore con (ancora) parecchio da dare.

Se continuerà con questo passo, la Cremonese potrà davvero mettere al sicuro la salvezza in tempi record e poi vedere, valutare, fare la mina vagante e perciò senza avere una destinazione definitiva da raggiungere. Tutto quello che arriverà, sarà benedizione.

5) Dove può arrivare l’Atalanta?

Ecco, più dubbi su dove possa arrivare l’Atalanta, francamente, ci sono. Palladino ha ritrovato la vittoria e un po’ di sorrisi, soprattutto tra i giocatori, sono tornati a spuntare. L’obiettivo del nuovo tecnico sarà quello intanto di normalizzare la situazione, poi di tirare fuori carattere e qualità da una squadra che comunque ne ha da vendere. Raggiungere l’Europa sarebbe comunque un piccolo miracolo, il punto adesso diventa mettere le basi per presente e futuro.

Il motivo? Un’annata di transizione era ciò che si aspettavano tutti a Bergamo dopo l’addio di Gasperini, che si sta dimostrando un enorme valore aggiunto pure altrove. La Dea, sotto shock, sta lentamente smaltendo quell’addio. Provando la strada della continuità.