Jannik e Carlitos fanno 13, ma soprattutto sono arrivati al punto in cui tutto il mondo del tennis li attendeva: a giocarsi i tornei del Grande Slam nelle finali. Dopo il Roland Garros, Sinner-Alcaraz sarà anche la finale di Wimbledon. E tutto il mondo si ferma.
Sinner-Alcaraz: la situazione prima della finale di Wimbledon 2025 e l’importanza delle superfici
La situazione tra i due dominatori del tennis contemporaneo è sorprendentemente netta: 8-4 in favore di Alcaraz se si considerano solo i match ATP, 9-5 se si includono anche il Challenger di Alicante del 2019 e la finale del Six Kings Slam dell’ottobre scorso. In un tennis avviato da tempo verso l’appiattimento delle differenze tra le varie superfici, gli equilibri tra Sinner e Alcaraz sembrano invece sorprendentemente influenzati da esse.
Assodato che la terra battuta è nettamente più congeniale allo spagnolo e il cemento è all’incirca l’opposto in favore dell’italiano, l’erba è il grande interrogativo di oggi. I due vi si sono affrontati solo negli ottavi di Wimbledon 2022, quando cioè entrambi erano ancora “solo” fortissimi prospetti con zero slam, Jannik n.13, Carlos n.7. In quell’occasione si era imposto Sinner 6-1 6-4 6-7 6-3 e quella partita può tornare utile. La statistica chiave di quel confronto era stata il cosiddetto Return Rating.
La possibile statistica chiave: il Return Rating
Spieghiamo innanzitutto come si determina questa voce statistica. Il Return Rating è la somma di quattro rendimenti percentuali: % di punti vinti in risposta sulla prima di servizio avversaria, % di punti vinti in risposta sulla seconda di servizio avversaria, % di palle break trasformate e % di giochi in risposta vinti.
Per intenderci, nella recente finale del Roland Garros il responso del Return Rating era stato 131-127 per Alcaraz. In quell’ottavo di Wimbledon, invece, si era avuto un notevolissimo 130-60 in favore di Sinner.
Per dire, nella finale di Roma il valore era stato invece di 175-68 per Alcaraz, dunque un divario ancora più grande, dovuto in buona parte al crollo di Sinner nel secondo set, ma in generale è opportuno ricordare la ragione per cui il RR conta tendenzialmente di più su una superficie come l’erba, che sulla terra. La ragione, piuttosto banale, è che sul prato si tiene mediamente molto di più il servizio, dunque la qualità della risposta è qualcosa che sposta parecchio.
Gli scambi lunghi e lo scontro nascosto ragione vs istinto
C’è poi l’altro aspetto tecnico che differisce enormemente i due giocatori, quasi come le loro evidenti differenze caratteriali. Alcaraz rimane tatticamente un istintivo, mentre Sinner è quasi sempre in controllo della situazione e più lucido. Carlitos preferisce il rimbalzo tendenzialmente più alto anche perché ha qualche microistante in più per pensare, non certo per difficoltà tecniche e infatti i due Slam consecutivi su erba sono lì a dimostrarlo.
Sotto questo aspetto, sarà importante vedere chi vincerà gli scambi lunghi, quelli da 20 colpi in su. Alcaraz è maestro nell’ammansire il pubblico e portarlo dalla sua parte con soluzioni spettacolari e la vittoria di quegli estenuanti rally sposterà qualcosa nella temperatura emotiva del match.
Sinner è la medicina di Alcaraz?
C’è poi un ultimo aspetto che credo sia importante sottolineare, ed è la caratteristica che ha permesso sin qui ad Alcaraz di scavare un piccolo solco nei confronti del suo grande rivale. Detto che le pause, i passaggi a vuoto e i cali di concentrazione difficilmente usciranno dal corredo genetico dello spagnolo, affrontare Sinner è per lui una sorta di medicina. Poiché l’italiano è l’unico – insieme a lui – a potersi permettere ritmi e livelli di gioco impossibili per tutti gli altri, il solo fatto di affrontarlo ha per lui l’effetto di un Adderall o un Ritalin, discussi farmaci per combattere il deficit di attenzione. Battute a parte, più semplicemente, Carlos sa che contro Jannik non può permettersi i cali che invece sono sostenibili contro qualunque altro giocatore e questo lo aiuta a rimanere sul pezzo.
Ma Jannik sa anche questo e allora è probabile che cercherà nuovi modi per fare uscire il suo avversario dalla comfort zone. Comunque vada, sarà spettacolo.
Comunque vada, non finirà qui: il mondo può fare a meno delle vostre certezze
Abbiamo già detto altre volte che la rivalità tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz è perfetta per polarizzare. I due corrispondono a profili quasi opposti non solo come stile e corredo tecnico, ma anche e soprattutto sotto l’aspetto caratteriale. Jannik e Carlitos sono due personalità agli opposti, forse non nella maniera quasi didascalica con cui vengono accompagnati dalla narrazione mediatica (uno bravo ragazzo e family guy, l’altro che festeggia facendo serata a Ibiza, etc etc).
Quello che più deve interessare, però, è la qualità dello spettacolo che questi due sono in grado di offrire oggi su un campo da tennis, qualità a cui nessuno riesce anche solo ad avvicinarsi. Le dinamiche social, e quelle da tifoseria calcistica con le quali milioni di persone si sono trasferite a guardare e tifare il tennis, inducono chiunque a dire la propria, anche senza alcun titolo o conoscenza per farlo. E questo va bene, intendiamoci, perché non esiste l’obbligo di essere esperti, per esprimersi su un qualcosa. Il problema nasce dalla mancanza di umiltà perché oggi si tende a rimanere schiavi del dovere di essere assertivi, definitivi, vittime del fascino perverso del “io l’avevo detto”.
Per un giorno, imparate a mettere da parte tutto il corredo di stupidaggini come “Carlos è il vero numero 1” e anche “l’italiano che non tifa Sinner si dovrebbe vergognare”. Tanto, gli equilibri tra questi due cambieranno ancora mille miliardi di volte.
Quindi, siate veri spettatori di tennis: godetevi lo spettacolo, e non rompete i co***oni.

