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A Wimbledon 2025 si giocano oggi le semifinali del singolare femminile, con Aryna Sabalenka che sfida una sorta di “alter ego” come Amanda Anisimova, mentre Belinda Bencic cerca la sua prima finale Slam contro una Iga Swiatek a sua volta desiderosa di riscosse.

Wimbledon 2025: le semifinali femminili per una sicura prima volta

Per la seconda volta in tre anni, ma solo la quarta negli ultimi 50, accedono alle semifinali del singolare femminile di Wimbledon quattro giocatrici che non hanno mai vinto in precedenza il torneo. Era accaduto nel 2023 con Vondrousova, Jabeur, Svitolina e Sabalenka. Le uniche altre due volte erano accadute nel 2013 (Bartoli, Lisicki, Radwanska e Flipkens) e nel 2014 (Kvitova, Bouchard, Halep e Safarova). Per il resto, Wimbledon è sempre stato un terreno di caccia tendenzialmente abituale, nel tennis femminile. Sono però tempi strani, in cui la gestione dell’aspetto mentale è diventata più difficile e si fa fatica a trovare figure dominanti. Ce ne sono a livello fisico e/o tecnico, ma con fragilità personali che prima o poi arrivano a manifestarsi.

Vediamo allora le due semifinali nel dettaglio.

Aryna Sabalenka-Amanda Anisimova

  • Campo Centrale, ore 14:30 italiane

Quanto appena detto sull’aspetto mentale torna subito utile per la prima delle due semifinali. Aryna Sabalenka ha uno strapotere fisico che ricorda quello di Serena Williams, ma generalmente con meno talento e anche una minore capacità di interpretare le partite. La sua esplosione tardiva si spiega forse anche così, perché da un punto di vista fisico e tecnico la bielorussa aveva i numeri per arrivare in cima al ranking WTA ben prima di quanto sia poi effettivamente accaduto.

Dall’altra parte ci sarà Amanda Anisimova, che non ha ancora compiuto 24 anni ma sembra ne abbia molti di più, e non solo per i capelli divenuti neri da biondissimi di qualche anno fa. La statunitense di origini russe era una ragazza prodigio, arrivata in semifinale del Roland Garros nel 2019, a 17 anni. Quell’estate, prima di un US Open in cui era già una delle più attese, il padre-allenatore Konstantin morì improvvisamente di infarto a 56 anni. Per la ragazza – e sarebbe anormale il contrario – fu un colpo durissimo. Amanda si è trascinata come per inerzia ancora un paio d’anni, poi nel 2023 la decisione che spiazzava tutti: “mi ritiro”. Dopo una sconfitta a Madrid, la ragazza ammette di non riuscire a reggere la pressione e annuncia l’abbandono del tennis professionistico. Dopo 8 mesi ci ripensa, ma la risalita non è proprio delle più agevoli perché nel frattempo la ragazza era crollata al 373° posto del ranking. Poi, nell’agosto scorso, la finale del WTA 1000 di Toronto la fa tornare in top 50 e da allora è continuata una graduale ma costante risalita.

La semifinale di oggi è la seconda a livello Slam dopo quella già citata del Roland Garros 2019, verrebbe da dire la prima della sua seconda vita professionistica e non solo. Tecnicamente, Anisimova è una tipologia di giocatore abbastanza analoga rispetto a Sabalenka, ma con migliori capacità di lettura del match. Vedremo cosa ha in serbo per noi il campo, questo pomeriggio.

Belinda Bencic-Iga Swiatek

  • Campo Centrale, non prima delle ore 16:30 italiane

L’altra semifinale ha a sua volta un bel fascino anche se con storie completamente diverse. Belinda Bencic si era fermata un anno e mezzo per mettere al mondo la sua prima figlia, rimanendo fuori dal circuito fino all’ottobre scorso. Finora, l’apice della carriera lo aveva toccato con i due ori (singolare e doppio) alle olimpiadi di Tokyo nel 2021. A livello Slam non ha finora mai raccolto quanto avrebbe probabilmente meritato, ma oggi Belinda sembra il giusto mix di tra talento ed esperienza, con una prevedibile voglia di recuperare il tempo perso.

Dall’altra parte c’è una giocatrice enigmatica come Iga Swiatek, dominatrice assoluta sulla terra battuta ma che ha inspiegabilmente sempre balbettato su altre superfici, in un periodo in cui le differenze tendono ad appianarsi con la progressiva sparizione di specialisti e specialiste.
La squalifica per doping, seppur breve, ha avuto un effetto devastante sulla ragazza, togliendole evidentemente delle certezze fondamentali che l’hanno resa improvvisamente fragile sul campo. In questo Wimbledon sembra essere tornata ad avere una risolutezza abbastanza simile a quella dei tempi felici, e che a Wimbledon non ha forse mai mostrato prima di questa occasione.