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Wimbledon si avvia alla parte conclusiva del suo percorso e noi vogliamo aiutarvi a capire un po’ di più delle 4 semifinali che si giocheranno nella seconda parte della settimana. Cominciamo con il tabellone femminile.

Meno sorprese rispetto al Roland Garros

Da che mondo è mondo è cosa risaputa che nel tennis femminile, soprattutto se facciamo riferimento ai tornei più importanti della stagione, difficilmente le campionesse maggiormente accreditate per la vittoria finale, riescono ad arrivare tutte quante in fondo al torneo.

Ciò che è capitato nell’ultima edizione degli Open di Francia, quando arrivarono in semifinale la testa di serie numero 17, la Sakkari e la numero 31 la Pavlyuchenkova ed altre due giocatrici, la Zidansek e la Krejcikova che non erano in origine teste di serie, è la cartina di tornasole di questo enunciato, ma a Wimbledon le cose sono andate diversamente. 

Hanno “tenuto” fin qui le prime due TDS, la Barty nella parte alta, favorita principale del torneo fin dalle prime giornate e la Sabalenka in quella bassa e le avversarie dei due penultimi atti non partono affatto battute. 

Barty-Kerber

La 25enne australiana numero 1 al mondo del seeding WTA, ha avuto un cammino piuttosto semplice, se si eccettua il primo turno, una sorta di passerella a favore della Suarez Navarro, alla sua ultima apparizione sull’erba di Wimbledon. 

In quella occasione la Barty ha perso l’unico set del suo torneo, per poi andare liscia fino alle semi e travolgendo per due set a zero, nell’ordine, Blinkova, Siniakova, Krejicikova e la fidanzata di Berrettini, Tomljanovic.

In semifinale arriva la Kerber, testa di serie numero 25, che ha disputato fin qui un torneo molto positivo, anche se denso di mine seminate qua e là. 

Al primo turno è arrivata una netta vittoria contro Stojanovic, per poi faticare in tre set contro Sorribes Tormo e Sasnovich, fino alle due splendide prove contro la pericolosissima Gauff agli ottavi e la Muchova ai quarti, entrambe eliminate in due set. 

Le chiavi del match

Bisogna cominciare subito col dire che tra le due, questa è una semifinale nobilissima, che metterà in campo ben 4 titoli del Grande Slam e ben tre sono stati portati a casa dalla Kerber, che ha vinto Australian Open e US Open nel 2016, per poi sollevare anche il trofeo di Wimbledon due anni dopo. 

Ashleigh Barty ha invece vinto un solo titolo, il Roland Garros del 2019 ed è più giovane dell’espertissima Angelique Kerber di ben 8 anni. 

Una delle chiavi del match potrebbe essere proprio la freschezza della giocatrice australiana, quando ormai si gioca a Wimbledon da due settimane, ma l’incontro è pieno di insidie. 

Va da sé che alla Kerber va riconosciuta una maggiore attitudine ai campi veloci e proprio nel torneo di quest’anno sembra essere tornata ai fasti che le hanno permesso di inanellare i tre Slam di cui sopra. 

Sarà il primo incontro tra le due sull’erba ed è la stessa Kerber ad essere molto affascinata dalla sfida, visto che ha dichiarato che la Barty riesce sempre a stimolarla al massimo. 

Da parte sua la Barty ha avuto parole al miele per l’avversaria, riconoscendole la superiorità sull’erba londinese. 

Buona parte del match girerà attorno alle percentuali di servizio della numero 1 al mondo, piuttosto performante quando si tratta di mettere le prime in campo. 

Se la Kerber riuscirà a fronteggiare questo particolare passaggio del match, allora ci sono parecchie possibilità di assistere a una partita piuttosto equilibrata e spettacolare. 

Sabalenka-Pliskova

Nella parte bassa del tabellone sono invece arrivate due giocatrici che in tanti vedono come vittime sacrificali della finale di sabato. 

Sia Sabalenka che Pliskova, infatti, appaiono in questo momento una spanna sotto ad entrambe le semifinaliste della parte alta. 

Aryna Sabalenka, che occupa in questo momento il numero 4 del seeding ed è la testa di serie numero 2 del torneo, ha avuto i soliti problemi di tenuta mentale, durante il suo percorso.

Ha fatto fuori con disarmante facilità la Niculescu al primo turno per poi faticare le classiche sette camicie contro Boulter al secondo turno e Rybakina agli ottavi. Ai quarti sono tornati il braccio e la potenza utili a portare a casa il match contro la Jabeur

Karolina Pliskova è la giocatrice che ha mostrato fin qui la maggiore sicurezza nei propri mezzi, tanto che nell’arco di tutte le partite disputate fin qui, non ha lasciato nemmeno le briciole alle proprie avversarie, vincendo tutti i suoi 5 match precedenti per sue set a zero. 

Si sono arrese, nell’ordine, Zidansek, Vekic, Martincova, Samsonova e, ai quarti di finale, la sorprendente svizzera Golubic, autentica rivelazione del torneo.

Le chiavi del match

Non è un segreto per nessuno che se la Pliskova fosse effettivamente tornata ai fasti del 2017, quando riuscì a toccare il numero 1 della classifica WTA, ci sarebbero ottime possibilità per andare alla conquista del suo primo titolo in un torneo del Grande Slam. 

Le convincenti vittorie sull’erba londinese di quest’anno, hanno dato spesso questa impressione e la giocatrice ceca ha spesso messo in difficoltà le rivali con quel gioco che ne ha contraddistinto gli anni migliori. 

Dall’altra parte sarà necessario da parte della Sabalenka ritrovare la potenza che è il marchio di fabbrica del suo gioco e che dovrebbe mettere in grossa difficoltà la sua avversaria.