Vai al contenuto

Alcaraz “ringrazia” Sinner per avere sfinito Zverev e vola in semifinale, così come avevano già fatto Medvedev, Sabalenka e Keys nel più agevole dei modi. Oggi le semifinali femminili, che analizziamo per voi.

US Open, cosa è successo nel day 10: tutti i match chiusi col minimo dei set

L’ultima tranche di quarti di finale ha regalato molto meno tennis del previsto, poiché tutti e 4 i match di singolare in programma ieri a Flushing Meadows si sono conclusi in “straight sets”.

Zheng ghiacciata, Sabalenka ringrazia

Prima è stata Aryna Sabalenka a sbrigare in maniera abbastanza spedita la pratica Qinwen Zheng. La cinese è durata appena 1:13 in campo, anzi si potrebbe dire che in campo ci è entrata con mezzoretta di ritardo, avendo vinto appena 9 punti nei 27 minuti del primo set (6-1 Sabalenka). Poi Zheng si è un po’ ripresa, concludendo con dignità (6-4) il suo primo quarto di finale Slam. Ha vent’anni, è comprensibile e la sensazione è che la rivedremo diverse altre volte a questi livelli.

Medvedev-Rublev: Daniil vince ancora ma ammonisce la direzione del torneo

Nel secondo match della sessione diurna, è andato in scena uno scontro quasi sanguinoso, oltre che fratricida, fra i russi Medvedev e Rublev. Quest’ultimo, qualora ce ne fosse ancora bisogno, ha confermato di essere un meraviglioso perdente. Andrey ha iniziato alla grande, andando avanti 3-0 e vincendo tutti i primi 10 punti del match, ma è riuscito comunque a perdere il primo set per 6-4. Il suo amico Daniil lo conosce talmente bene da potersi permettere di subirne le sfuriate iniziali, perché poi Rublev ha sempre un gigantesco problema nel trovare piani alternativi quando gli avversari gli prendono le misure. E con un difensore come Medvedev, che riesce comunque a rimandartela quasi sempre di là, è quasi geneticamente destinato ad andare in tilt. In tilt però hanno rischiato di andarci tutti, ma per il gran caldo. “Qualcuno ci lascerà la pelle, prima o poi, e lo vedrete tutti”, ha ammonito Medvedev a favor di telecamera. Non era solo polemica, c’è più di un fondo di verità e l’organizzazione non sembra fare abbastanza per mettere i giocatori a proprio agio. Il catino dell’Arthur Ashe Stadium, anche con tetto parzialmente coperto, può essere insostenibile a quell’ora, e i giocatori a volte respiravano a fatica. Medvedev riesce comunque ad approfittare della storica inconsistenza dell’amico, chiudendo la pratica in 3 set 6-4 6-3 6-4 in 2:48.

Marketa ha problemi, passa Keys

La sessione serale inizia con un Vondrousova-Keys che si presenta come più equilibrata di quanto si rivelerà nella realtà. Il 6-1 6-4 finale si spiega con un match perfetto da parte dell’americana, che torna in semifinale dopo quella del 2018 in cui perse contro la futura vincitrice Naomi Osaka, rivelatasi al mondo proprio in quella occasione. Il match ha tuttavia anche un’altra spiegazione, ovvero nei problemi al gomito sinistro accusati dalla mancina ceca nel match precedente. Dunque, per la campionessa di Wimbledon non è una bocciatura ma una sconfitta di quelle che possono capitare.

Zverev troppo stanco

Il match più atteso era nettamente quello della tarda serata fra Carlos Alcaraz e Sascha Zverev. Tuttavia, il tedesco non è quello del match contro Sinner e la ragione è probabilmente proprio…. il match contro Sinner. Le 4h e 41 minuti necessarie per avere la meglio sull’azzurro sono state troppo anche per un grande atleta come Alexander Zverev, soprattutto per le condizioni di grande umidità che permangono anche alla sera e moltiplicano la fatica. Così, all’appuntamento dei quarti contro Alcaraz è arrivata la controfigura di Zverev, che è partito bene guadagnando palle break, ma poi non ha più trovato la forza di reagire quando il break lo ha subito lui. Finisce 6-3 6-2 6-4 in 2 ore e mezza troppo brutte, per essere vero Zverev.

US Open: oggi le semifinali femminili

All’una di questa notte prendono il via le semifinali del singolare femminile dello US Open 2023, con l’apertura riservata a Coco Gauff che affronta Karolina Muchova.

Gauff-Muchova, se Cincinnati ha detto la verità…

L’antipasto di questa semi si è avuta nella finale di Cincinnati, poco più di 2 settimane fa, con la 19enne americana vincitrice 6-3 6-4 in un match meno equilibrato di quanto potrebbe far supporre il risultato finale. Muchova era stata in quell’occasione molto fallosa (35 errori gratuiti), soffrendo molto la concretezza di Gauff che aveva dato una bella prova di maturità, portando a casa il primo 1000 in carriera. Oggi c’è di nuovo la ceca, sulla strada di una prima volta per Coco, in questo caso del primo Slam. Il finale, se Gauff mantiene gli standard visti nell’ultimo mese, appare abbastanza scontato.

Keys-Sabalenka, serve una Madison perfetta

A seguire c’è Keys-Sabalenka, con la statunitense che avrà bisogno di un match perfetto per avere qualche speranza di tornare in finale dopo 6 anni. In particolare al servizio, Keys deve concedere meno di quanto ha fatto contro una Vondrousova menomata. Alla ceca, l’americana ha concesso ben 9 palle break, nessuna delle quali trasformata mentre Keys ha capitalizzato tutte e 3 le occasioni avute per breakkare l’avversaria. L’impressione è che questo, con Sabalenka, non basterà.

Related Posts

None found