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Le due semifinali femminili dell’Australian Open disputatesi questa notte a Melbourne, hanno prodotto risultati simili: veloce e senza esitazioni la vittoria di Ashleigh Barty nella prima, dominio assoluto di Danielle Collins nella seconda.

La Barty senza avversarie

La prima delle due semifinaliste risponde al nome di Ashleig Barty, la giocatrice che ha fin qui dominato in lungo e in largo la parte di tabellone che l’ha vista prevalere su ogni avversaria, con una facilità disarmante.

Anche nella partita di semifinale contro la pur brava Madison Keys, una delle sorprese di questi Australian Open, la numero 1 del mondo ha concesso ben poco alla sua avversaria.

Fin dalle prime battute del match si era capito che anche la penultima partita del torneo, si sarebbe trasformata nell’ennesimo terreno di conquista per la padrona di casa.

Pronti via, servizio Keys, vantaggi e break in apertura per l’australiana che si porta con una certa velocità sul 5-1, prima di chiudere con l’ennesimo break.

Durante il secondo set la statunitense prova una sorta di reazione d’orgoglio, che riesce in parte, almeno fino al sesto game quando, sotto 3-2 ma col servizio a disposizione, la Keys cede ancora una volta la battuta, lasciando strada libera alla Barty che chiude 6-3.

Esattamente come è successo in tutti i match precedenti, la Barty non ha mai perso il servizio e, contro la Keys, non ha concesso nessuna palla break, a fronte delle 6 offerte dall’americana, 4 delle quali convertite positivamente dalla Barty.

La differenza maggiore tra le due semifinaliste della parte alta, si è vista, come sempre quando nel torneo è scesa in campo la Barty, nel gap tra colpi vincenti ed errori non forzati.

Nel primo caso sono state 20 le occasioni in cui la Barty ha portato a casa il quindici, a fronte degli 8 della sua rivale. Per quanto riguarda gli errori non forzati, invece, i 24 commessi dalla Keys raccontano di un match giocato un po’ sotto tono.

Dopo l’ennesima vittoria, la Barty attende ora la Collins vincitrice sulla Swiatek.

Collins seconda finalista

La prima parte del secondo match di semifinale, ha seguito la falsariga del primo, visto il dominio della statunitense Danielle Collins, che ha avuto solo un piccolo passaggio a vuoto nella parte centrale del primo set, chiuso per 6-4, punteggio che non rende merito allo start della numero 30 del mondo.

La partenza del secondo set è stata ancor più negativa per la giocatrice polacca, che ha ceduto subito, piuttosto nettamente, il servizio a “15”, dovendo così affrontare tutta la seconda frazione di gioco, in salita.

Le cose sono peggiorate con il protrarsi del match, a fronte del secondo game in battuta perso, questa volta a zero, con la Collins che si portava avanti 3-0 e servizio a disposizione.

Il dominio della statunitense non si è placato. La Collins non ha praticamente concesso alcuna chance alla sua avversaria, chiudendo ancor più nettamente la seconda frazione per 6-1.

Una partita senza storia, se vogliamo ancor più a senso unico del match che l’ha preceduta, ma questa volta con la sorpresa di una Collins, ricordiamolo, numero 30 del mondo, che ha avuto la meglio contro una giocatrice, numero 7 del ranking, che era data nettamente favorita.

La finale

L’atto conclusivo del torneo femminile, si giocherà nella mattina di sabato 29 gennaio, con partenza alle ore 09,30 italiane.

Il percorso di Barty è stato uno dei più dominanti della storia degli Slam. Raramente, soprattutto in campo femminile, abbiamo assistito ad un cammino di siffatte proporzioni da parte di una giocatrice e, ovviamente, anche con la Collins il match di finale appare segnato.

La numero 1 del mondo è stata praticamente perfetta in ogni uscita e tutti i colpi hanno performato alla grandissima.

Un servizio strepitoso al pari di una risposta sempre molto profonda e un numero di vincenti costantemente sopra la media, hanno fatto degli incontri della favorita alla vittoria finale, match più simili a delle partite di allenamento, più che incontri di uno Slam.

Inoltre l’australiana ha sempre messo in campo una strategia senza sbavature, ponendo allo scoperto i punti deboli di ciascuna delle sue avversarie eliminate sulla sua strada.

La Collins ha avuto il merito, dal canto suo, di non snaturare mai il gioco che le ha permesso di arrivare fino in fondo.

Tanta solidità, scambi spesso conclusi con parecchi siluri da fondo campo e qualche, seppur rara, discesa a rete, tutti ingredienti che le hanno permesso di chiudere un buon numero di punti senza soffrire più di tanto.

La chiave della finale di sabato, va ricercata nella risposta della statunitense, che, nel caso riuscisse a limitare il servizio della numero 1 al mondo, potrebbe avere delle chance per tenere il match in equilibrio.

Va da sé che per raggiungere tale scopo, la Collins dovrà giocare al massimo delle sue potenzialità con la speranza che la Barty giochi, al contrario, sotto i suoi standard, per provare ad approfittare dei pochi spiragli che l’australiana le concederà.