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Le due giocatrici che si contenderanno la vittoria degli US Open in campo femminile, Aryna Sabalenka e Coco Gauff, hanno un nome e un cognome e, se da una parte i favori del pronostico sono stati rispettati, dall’altra, la finale sarà orfana di una delle due campionesse, Iga Swiatek, che un po’ tutti si aspettavano di trovare all’atto conclusivo.

US Open, le semifinali femminili, dominio Gauff, Sabalenka soffre

Nella notte appena passata, dunque, sono state giocate entrambe le semifinali in campo femminile e, questa volta, i pronostici sono stati rispettati in pieno, anche se al termine di due partite molto diverse l’una dall’altra.

Gauff in due set non smette di stupire

Nella prima la statunitense Gauff, probabilmente la giocatrice più in forma di questo ultimo scorcio di stagione, ha spezzato la resistenza di Karolina Muchova, giunta in semifinale con le ruote un po’ sgonfie, a differenza dell’attuale numero 6 al mondo che ha confermato il suo più che florido periodo.

Coco non perde infatti dallo scorso 11 agosto, ai quarti di finale di Montreal e da quel momento ha inanellato qualcosa come 11 vittorie di fila, tra Cincinnati e US Open.

Nella notte, dopo una pio di ore scarse di battaglia, Gauff ha così portato a due i successi in carriera contro la giocatrice ceca, il secondo dopo quello di Cincinnati di non più di 15 giorni fa, quando la statunitense ha battuto in finale la sua avversaria di questa notte, sempre col punteggio di 2 set a zero. Lo score di questa notte è invece stato 6-4 7-5 e, anche se non è stata una passeggiata, l’americana ha dovuto faticare molto meno di quanto non abbia fatto Sabalenka.

Spavento Sabalenka, ma la finale è sua

Il compito di Aryna appariva più semplice contro Madison Keys, la numero 17 del mondo che si è ritrovata in semifinale sconfiggendo ai quarti Marketa Vondrousova in due set e iniziando alla grandissima il match contro la giunonica campionessa bielorussa, che si è fatta sorprendere dalla frizzantezza iniziale della statunitense, capace di mettere sotto la sua avversaria senza concederle nemmeno un game.

Sembravano quindi tornati i fantasmi di un tempo, che infestavano la testa della Sabalenka in più di un’occasione negli anni passati, ma è evidentemente cambiato qualcosa rispetto a qualche stagione fa, e la reazione è stata esemplare.

E non è stata una reazione banale, anche perché lo standard di gioco della Keys non si è abbassato di molto, tanto che le due frazioni successive, la Sabalenka se le è dovute guadagnare al Tie Break, il primo dominato per 7-1 e il secondo condotto in porto per 10-5, dopo qualcosa come 2 ore e 35 minuti di vera a propria battaglia.

Le due semifinali maschili

Bisogna ancora aspettare qualche ora, invece, per conoscere il nome dei due finalisti del tabellone maschile, che usciranno dalle semifinali che si giocheranno nella serata e nella notte di oggi e che metteranno di fronte da una parte due giocatori accreditati per la vittoria finale e, dall’altra, una sorpresissima che risponde al nome di Ben Shelton.

Shelton-Djokovic: il nuovo che avanza, contro il più grande della storia

La prima delle due semifinali è quella che si giocherà alle ore 21,00 di questa sera, venerdì 8 settembre e metterà di fronte Novak Djokovic, autore di un percorso molto sicuro fin qui e il giovanissimo ventenne Benny Shelton, salito agli onori della cronaca tennistica per aver messo a soqquadro la sua porzione di tabellone, sconfiggendo giocatori del calibro di Tommy Paul agli ottavi e Frances Tiafoe agli ottavi, peraltro due suoi connazionali non proprio facilmente battibili, per via dell’esperienza che entrambi possono vantare in un palcoscenico da far tremare i polsi, come quello del centrale di Flushing Meadows.

Nella notte Shelton proverà a fare il “Davide” della situazione contro il “Golia” del tennis degli ultimi anni, Novak Djokovic, che in tutti i match giocatisi fin qui, ha sofferto solo con Djere, ma mettendo in cascina, per il resto, solo vittorie senza sbavature, tutte per 3-0, contro Muller, ZapataMiralles, Gojo e Fritz.

La freschezza del giovane americano è l’unico punto a favore di Shelton in un match che appare senza pronostico, freschezza che Djokovic potrebbe soffrire soprattutto in virtù dei cambi di ritmo del suo avversario.

Non ci sono precedenti tra i due giocatori.

Alcaraz-Medvedev: differenza di valori e caldo galeotto

Se vogliamo parlare di favoriti, va ovviamente messo in evidenza il gap che, in questo torneo, così come in tutta la stagione 2023, Carlos Alcaraz vanta nei confronti del suo avversario di semifinale, Daniil Medvedev, che, a parte lo stato di forma ritrovato proprio a Flushing Meadows, sembra pagare tanto in termini di tecnica e condizione attuale al baby fenomeno iberico.

Anche in questa edizione degli US Open, Alcaraz ha distrutto qualsiasi cosa gli si ponesse innanzi, a forza di vincenti poderosi e colpi che hanno deliziato il pubblico presente alle partite e quello che ha visto i suoi match in televisione. Scambi da fondo campo che Alcaraz predilige far partire per poi prenderne il controllo fin dal punto successivo al servizio o alla risposta, giusto per mettere in mostra una superiorità che in pochi possono arginare.

Dall’altra parte Medvedev ha comunque palesato un ritorno agli albori che hanno fatto capo alle sue stagioni migliori e non parte certo battuto a tutti gli effetti, anche in virtù del fatto che il dritto ha ripreso a funzionare a meraviglia e, in alcuni dei match giocati, vedi gli ultimi due contro De Minaur e Rublev, il russo è apparso a tratti un muro invalicabile.

Il fattore meteo avrà indubbiamente la sua importanza, ma anch’esso gioca a favore di Alcaraz, che non si è lamentato del caldo, o almeno lo ha fatto decisamente di meno rispetto a quanto dichiarato da Medvedev al termine del match vinto ai quarti col connazionale Rublev.

Si è parlato infatti di naso consumato e di un utilizzo fin troppo dannoso degli asciugamani rinfrescanti che possono, sì, dare un po’ di refrigerio, ma che alle volte sono addirittura deleteri per la respirazione dell’attuale numero 3 del mondo, costretto in ben due occasioni a ricorrere al medical timeout nei match di ottavi e quarti di finale.

Si gioca all’una del mattino al Arthur Ashe Stadium di Flushing Meadow a New York.