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Da alcuni è considerato lo sportivo più forte di tutti i tempi, i detrattori non lo mettono nemmeno davanti ad alcuni dei suoi colleghi. 

Quando si parla di mostri sacri di ogni disciplina sportiva, il rischio di creare personaggi divisori è sempre dietro l’angolo, ma è difficile trovare un campione che, come Roger Federer, ha messo tutti, o quasi, d’accordo.

Talento cristallino, classe inarrivabile 

Una delle ragioni principali per le quali il tennista svizzero sia diventato uno degli sportivi più amati dell’intero pianeta, va ricercata nel suo comportamento dentro e fuori dal campo. 

Raramente lo si è visto contestare una decisione del giudice di sedia o di linea, si contano sulle dita di una mano i momenti di tensione tra lui e l’avversario di turno, praticamente mai si è lasciato scappare qualche parola fuori posto in conferenza stampa, o in un’intervista qualsiasi.

Una carriera fatta di successi, quella dell’elvetico, che ha collezionato qualcosa come 20 tornei del Grande Slam vinti, record che condivide insieme ad un altro campione con cui ha battagliato per due decenni, Rafa Nadal.

Dietro di loro si sta facendo minaccioso Novak Djokovic che sembra avere tutte le carte in regola per raggiungere prima e superare poi, entrambi e portare il record a suo vantaggio, visto che di Slam, il serbo, ne ha portati a casa solo uno in meno, 19. 

Il viale del tramonto, o c’è ancora spazio per un titolo?

È inutile nascondere che le ultime due stagioni di Roger Federer siano state piuttosto difficoltose. 

Tra infortuni, acciacchi, forfait dell’ultima ora, i suoi tifosi più agguerriti hanno spesso pensato al peggio negli ultimi mesi della carriera del “Re”, ma il rientro al Roland Garros ha riacceso qualche speranza.

Il cammino di Federer al French Open di Parigi, lo ha visto sconfiggere tutto sommato nettamente i primi tre avversari incontrati per strada, Istomin in tre set all’esordio e Cilic e Koepfer rispettivamente al secondo e terzo turno. 

Soprattutto la battaglia contro il tedesco e qualche polemica di troppo nel match contro il croato del turno precedente, hanno consigliato a Federer di risparmiare energie fisiche e nervose in vista di quello che in tanti considerano il canto del cigno del campione rosso-crociato. 

È conseguentemente arrivato il ritiro poco prima degli ottavi di finale, ritiro del quale ha beneficiato il nostro Matteo Berrettini, eliminato poi al turno successivo da Djokovic. 

La stagione sull’erba di Federer, e, forse, la successiva sul cemento, potrebbero così essere le ultime grandi occasioni per lui per provare a fare molta strada in un major, ma, questo non se lo nasconde nessuno, gli scambi brevi dell’erba di Wimbledon e la temperatura clemente di Londra, potrebbero dargli qualche chance in più.

La sconfitta di Halle e i campanelli d’allarme

L’idea dello staff che segue Federer era quella di giocare almeno altri due tornei prima di presentarsi a Londra, possibilmente giocando il maggior numero di partite. 

A metà mese Re Roger si è presentato ad Halle, in Germania, dove, dopo aver vinto non senza qualche difficoltà, contro il poco temibile bielorusso Ivashka, ha subito un brusco stop dal canadese Auger-Aliassime, dopo tre set di vera battaglia agonistica al termine dei quali il nord americano ha chiuso 6-2 al terzo. 

Dopo quella sconfitta le notizie sullo svizzero si sono fatte sempre più rarefatte, tanto che si è addirittura pensato ad un nuovo forfait a Wimbledon, rumor poi subito rientrato.

Sta di fatto che quella contro Auger-Aliassime sia stata l’ultima partita giocata da Federer che a questo punto rivedrà il campo solo al primo turno di Wimbledon dove partirà con la testa di serie numero 7. 

Sensazioni non positive

Al termine della sconfitta contro il canadese, Federer è apparso piuttosto sfiduciato, come se qualcosa non andasse, a prescindere dal risultato finale. 

Se si va a scrutare le statistiche del match, si scopre qualcosa che prima di oggi si era verificata raramente in casa Federer. 

Aliassime ha avuto a disposizione qualcosa come 15 palle break, buona parte delle quali collezionate nei due set vinti, il secondo e il terzo.

Da questo dato non si può non pensare alla tenuta fisica del “Re”, anche perché 15 palle break concesse ad un giocatore, seppur di fascia medio alta, come il canadese, in soli tre set, non fanno ben sperare per gli incontri da disputarsi sulla distanza al meglio dei 5 set. 

Nessun tennista si era mai procurato così tante palle break contro Federer in un match dalla breve durata e gli ormai vicinissimi 40 anni sembrano cominciare a sentirsi davvero tanto.

Federer ha sempre dimostrato di fare le scelte giuste durante tutta la sua carriera, anche e soprattutto quando si è trattato, negli ultimi tempi, di preservare il proprio corpo in vista degli appuntamenti più importanti dell’anno. 

E Wimbledon aspetta Federer, almeno quanto lo aspettiamo noi.