Oggi Jasmine Paolini affronta Maria Sakkari a parti invertite, rispetto alla prima volta che si incontrarono. Le due tenniste hanno praticamente la stessa età, ma percorsi di carriera molto diversi, quasi opposti tra loro.
Il terzo turno del WTA Premier Madrid mette di fronte per la terza volta in carriera la greca e l’italiana, che oggi è numero 6 al mondo mentre Sakkari è crollata al n.82. Quasi quattro anni fa, al 2° turno del Roland Garros 2024, la situazione era quasi speculare…
Maria Sakkari, l’amazzone fragile
Esterno, giorno, 3 giugno 2021. Al Roland Garros, Maria Sakkari affronta Jasmine Paolini al 2° turno dello Slam parigino. Il tutto finisce in un’ora e 8 minuti, un 6-3 6-2 senza discussioni. Del resto, a quel torneo Maria arriva da n.18 WTA e, a quasi 27 anni, finalmente pare che stia per prendersi ciò per cui ha vissuto da quando ne aveva 6: un posto nell’élite del tennis. Del resto, la madre Angeliki era stata top 50 WTA e aveva programmato tutto per lei, compresi periodi di un coach personalizzato che la allenava anche in casa. Fin da tenera età, Maria ha vissuto e respirato solo tennis. Dunque, seppur più da giocatrice costruita che da talento naturale, quando le si pone di fronte quello scricciolo che risponde al nome di Jasmine Paolini, che in classifica stazione appena al n.91 WTA, sembra naturale che venga spazzata via. E così avviene.
La top 10 e la pressione insostenibile
A quel torneo, Maria Sakkari centrerà poi la sua prima semifinale Slam, in una dinamica sempre un po’ strana: ai quarti aveva dominato la futura regina della terra battuta Iga Swiatek, mentre in semi viene sorpresa dall’outsider che non ti aspetti, Barbora Krejcikova. Dunque, la gioia per il traguardo della prima agognata semifinale Slam viene già controbilanciata dalla delusione per aver poi perso da favorita.
Ad ogni modo, Sakkari conferma un eccellente stato di forma allo US Open dello stesso anno. Anche qui, non poteva esserci uno svolgimento normale. Tra terzo turno e quarti, Maria batte tre avversarie con classifica migliore di lei (Kvitova, Andreescu e Pliskova), ma perde secco in semifinale dalla più clamorosa meteora nella storia del tennis: Emma Raducanu.
Archiviato anche questo traguardo-delusione, Maria Sakkari conclude il 2021 con l’obiettivo centrato della top 10 WTA. Sembrava uno step intermedio verso lidi ancora più nobili, come pareva dimostrare il n.3 raggiunto nel 2022, dopo la finale di Indian Wells e i quarti a Roma. Nei momenti che contano, però, c’è sempre qualcosa che non va.
Quando si avvicina un match ad alta pressione, Maria fa fatica. In generale, mentre scriviamo, Sakkari ha centrato nove finali nel circuito WTA, vincendone soltanto due, a Rabat 2019 e Guadalajara 2023. Le semifinali Slam, invece, sono rimaste solo le 2 centrate nel 2021. La caduta di rendimento nei match che contano inizia a diventare un problema nel problema, perché la ragazza se ne rende conto ma non sa darsi una spiegazione.
Arrivano altri record, ma negativi: nell’agosto 2023, Maria Sakkari diventa la prima top 10 a perdere per tre volte in fila al primo turno di tornei del Grande Slam (Roland Garros da Muchova, Wimbledon da Kostyuk e US Open da Masarova). La top 10 è salva, ma non per molto: nell’estate 2024 scadono pesanti cambiali di punti e Sakkari esce fuori dalla top 10, mentre nel marzo scorso altri punti non confermati decretano l’uscita dalla top 50.
I tennisti tra pressioni privilegi, sacrifici e anni “perduti”
Oggi affronta Jasmine Paolini da n.82, la sua peggior classifica dall’agosto del 2017. Per contro, l’italiana sta cercando di capitalizzare al meglio il suo “career year”, quel 2024 per molti versi irripetibile. Il segreto è non trasformarlo in un fardello, come è accaduto alla sua rivale odierna. Ma non è semplice.
Il tennis di oggi è come un tagadà, una giostra perpetua in cui bisogna cercare di rimanere in piedi. Quale è il modo giusto per affrontarlo? Parliamo di ragazzi e ragazze che vivono sì un sogno, quello di girare il mondo giocando a tennis e venendo pagati un sacco di soldi (quando le cose vanno bene). Però sono ragazzi che spesso hanno sacrificato tutto per questo obiettivo. Lo aveva confermato anche Angeliki, la madre di Maria Sakkari: “Maria ha sacrificato tanto da quando era una ragazzina. Solo i suoi demoni interiori o un infortunio possono tenerla lontana da un campo da tennis. Perché i tennisti non perdono solo contro gli avversari, ma anche contro se stessi”.
Viene in mente Carlos Alcaraz e il suo rivendicare momenti per recuperare la sua spensieratezza, momenti che però possono costare cari nella frenetica vita di un predestinato a essere campione. Forse, la perla più rara nel talento di Jannik Sinner è questa facilità a mantenere un equilibrio e non farsi divorare da demoni che avrà anche lui, ma che riesce a tenere incredibilmente a bada.