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Il programma di questo 13 agosto per il Cincinnati Open è davvero di quelli da non perdere. Iniziano gli ottavi di finale e l’Italia del tennis scende in campo con due match di grande fascino, seppure per ragioni molto diverse uno dall’altro: Sinner-Mannarino e Nardi-Alcaraz.

Cincinnati Open: doppietta azzurra nel WTA

La giornata di ieri è stata più che altro segnata dalla doppietta italiana nel singolare femminile, grazie a Jasmine Paolini che si è liberata di Ashlyn Krueger e a Lucia Bronzetti, che ha rimontato Jelena Ostapenko.

Il tie-break come rifugio, come inusitata comfort zone. Questa versione di Jasmine Paolini inizia a piacere, perché l’azzurra sta riuscendo ad andare oltre delle difficoltà che rimangono esistenti e a volte evidenti, ma vincere tre tie-break su tre implica anche una condizione atletica tornata ad alti livelli. Con essa, poi, cresce anche la fiducia e il 6-1 con cui la toscana ha chiuso l’insidioso match contro Krueger lascia ben sperare. Ora per lei ci sarà la rivincita contro Krejcikova, che l’aveva battuta nettamente nella finale di Wimbledon 2024.

Qualche ora dopo, è arrivata anche l’altra grande gioia italiana dal torneo WTA 1000. Lucia Bronzetti è riuscita a battere Jelena Ostapenko, guadagnandosi il secondo ottavo di finale in carriera a livello WTA 1000. Ieri, in sede di presentazione, avevo scritto che Ostapenko è una tennista che non conosce mezze misure: quasi imbattibile se è lei a fare il ritmo, fragilissima se costretta a muoversi per il campo e messa di fronte a variazioni frequenti. Nel 1° set, Lucia ha subito la pressione della lettone cedendo di schianto per 6-1, ma poi ha trovato le chiavi per metterla in difficoltà, ha tenuto duro anche mentalmente ed è riuscita a chiudere 6-4 al terzo. Per lei, adesso, ci sarà la testa di serie numero 2 Coco Gauff.

Cincinnati Open: gli incontri di oggi

Partono oggi gli ottavi di finale del singolare maschile, con due italiani in campo tra stasera e stanotte.

Jannik Sinner-Adrian Mannarino (dalle ore 21 italiane)

13 novembre 2020, interno, giorno. Il film di oggi inizia con un flashback, che ci riporta a quasi 5 anni fa all’interno dell’Arena Sofia, palazzetto che ospitava il torneo ATP 250 Sofia Open. In semifinale, il diciannovenne italiano Jannik Sinner affronta il ben più esperto francese Adrian Mannarino, trentaduenne che è in quel momento cinque posizioni più avanti dell’azzurro nel ranking ATP, n.35 contro n.44. Jannik era fresco di best ranking poiché reduce dai primi quarti di finale in carriera in un torneo del Grande Slam, quel Roland Garros strambo giocato in autunno per via del Covid. L’entusiasmo nei confronti dell’altoatesino era già molto alto, ma Rafa Nadal lo aveva un attimo riportato sulla terra, battendolo 7-6 6-4 6-1.

Jannik vincerà 6-3 7-5 contro Mannarino e poi porterà a casa anche la soffertissima finale, 7-6 al terzo contro Vasek Pospisil. Per Sinner era il primo successo nel circuito maggiore, si pensava già che potesse essere il primo di una lunga serie, ma il ragazzo è riuscito ad andare anche oltre le più rosee previsioni.

Sinner e Mannarino si sono poi affrontati altre due volte. Al Masters 1000 Montreal 2022 il francese vinse il primo set per poi cedere al terzo, mentre a Indian Wells 2023 la partita si concluse 7-6 6-4. Sempre per l’azzurro, che dunque conduce 3-0 nei precedenti.

Tuttavia, quella sorta di spadaccino francese è un avversario che a Jannik ha sempre dato un po’ fastidio e potrebbe farlo anche oggi, nonostante il livello di qualità e solidità raggiunto da Sinner sia inavvicinabile per quasi ogni singolo essere umano. La ragione di questa possibile difficoltà sta proprio nel profilo di giocatore incarnato da Adrian Mannarino. Un giocatore d’altri tempi, con quelle magliette bianche senza sponsor, quei colpi piatti e soprattutto quella racchetta incordata con 9-10 kg di tensione.

La tensione delle corde: cosa significa giocare con 9-10 kg

Facciamo un breve inciso per far capire quanto sia incredibile questo dato. Avere una tensione delle corde bassa aumenta la potenza dei colpi ma diminuisce il controllo. Per contro, una tensione alta privilegia il controllo a scapito della potenza. Per intenderci, John McEnroe giocava con tensione 18-19 kg, mentre Bjorn Borg incarnava l’estremo opposto, arrivando anche a 36 kg. Oggi la media del circuito è sui 25-27, Sinner gioca generalmente a 28.

Se chiunque di noi provasse a tirare un dritto con la racchetta di Sinner, c’è il forte rischio che la palla non arrivi alla rete. Per contro, se provassimo a colpire con la racchetta di Mannarino, è molto probabile che la palla finisca in tribuna, o in un campo adiacente. Per giocare come Mannarino (o come McEnroe, per certi versi) occorrono altissime sensibilità di braccio e di polso. Questo gioco consente colpi piatti e traiettorie singolari, a cui solitamente non si è abituati, e questo è esattamente il motivo per cui Sinner potrebbe aver bisogno di tempo per adattarsi. Il 99% dei giocatori del circuito gioca più o meno come Sinner, ma molto peggio. Mannarino, invece, rientra nell’1%.

Luca Nardi-Carlos Alcaraz (dalle 1:00 italiane)

Per stanotte non prendete impegni, verrebbe da dire. Il match tra Luca Nardi e Carlos Alcaraz, valido per gli ottavi di finale del Cincinnati Open, ha un fascino che va al di là del suo essere – perlomeno nelle valutazioni della vigilia – estremamente squilibrato. Seppure per via di un infortunio occorso a Jakub Mensik, Luca Nardi è riuscito a completare il déjà-vu che si prospettava: centrare il secondo ottavo di finale in carriera in un Masters 1000 e farlo ancora una volta partendo da lucky loser.

A Indian Wells 2024, dopo aver battuto Novak Djokovic guadagnandosi la notorietà planetaria, il pesarese si dovette arrendere 6-4 6-3 a Tommy Paul. Stavolta gli è toccato in sorte un “mostro” ancora più duro come Carlos Alcaraz. Lo spagnolo ha domato senza eccessivi patemi il talento ancora grezzo di Hamad Medjedovic e la sua condizione, in vista dello US Open, è palesemente in crescita.

Ora si troverà di fronte un Nardi fresco e senza nulla da perdere. Oltretutto, il marchigiano ha già preso un set ad Alcaraz nell’unico confronto che i due hanno sostenuto finora. Era il febbraio scorso, al 2° turno dell’ATP Doha, e Nardi vinse il 2° set per 6-4 dopo aver perso il 1° per 6-1. Alla fine, Alcaraz trovò il modo di vincerla, 6-3 al terzo, ma il gioco di Nardi può dargli un qualche fastidio.