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Di lei parlavamo poco tempo fa nell’articolo che celebrava il mito di Martina Navratilova. Tuttavia, il personaggio di Chris Evert non si esaurisce certo nella pur celeberrima rivalità con l’amica e avversaria Martina, perché si tratta – anche in questo caso – di un’atleta che ha cambiato la storia del tennis.

Chris Evert, la bellezza al potere

Per capire il potere deflagrante dell’arrivo di Chris Evert nell’agone del tennis mondiale, bisogna contestualizzare la società del tempo. Negli USA fine anni ’60, periodo di prese di coscienza collettive e conquiste sociali, la pratica agonistica per le donne non era molto popolare, perché vista come una sorta di minaccia alla femminilità. C’era però questa adolescente nativa della Florida che si presentava con un aspetto curato, completini in pizzo, grazia nei movimenti ma fondamentali solidissimi e un feroce spirito competitivo che creava un contrasto adorabile con il resto. Si trattava di Christine Marie Evert, destinata a diventare una vera e propria diva, la prima vera diva tennistica dell’era Open.

In breve tempo, Chris Evert diventò la “fidanzata d’America” e lei non ha mai mancato di alimentare questo mito, con una “history” sentimentale davvero lunga e piena di colpi di scena. Pensate a Wimbledon 1974 quando, non ancora ventenne, Chris aveva dominato Wimbledon un mese dopo aver fatto altrettanto al Roland Garros, presentandosi al tradizionale ballo celebrativo abbracciata a Jimmy Connors, che a sua volta aveva dominato il singolare maschile ed era il suo fidanzato dell’epoca. L’impatto mediatico di avere una coppia formata da un campione e una campionessa dello vincitori nella medesima edizione del torneo più prestigioso del mondo fu enorme, anche se la relazione tra i due non durò così a lungo.

In generale, la figura di Chris Evert è stata importantissima per il tennis non solo per il suo impatto sul campo, con le 18 prove del Grande Slam vinte e altri record di cui parleremo più avanti, ma anche per il fatto di aver tenuto il suo sport sempre molto in alto, nelle prime pagine dei giornali, anche per motivi di gossip e cronaca rosa.

La genesi del suo “sacrilego” rovescio bimane

La grandezza di Chris Evert si desume anche da alcuni dettagli tutt’altro che secondari, ma certo sottovalutati. Il fascino che emanava questa ragazza americana era tale da averle permesso di sdoganare un colpo al tempo ancora pochissimo diffuso: il rovescio a due mani. La piccola Chris aveva iniziato a impugnare il rovescio aiutandosi con la sinistra perché, a cinque anni, la racchetta risultava ancora troppo pesante per lei. Il padre Jimmy, che di mestiere faceva l’istruttore di tennis ed era stato figura fondamentale per la sua crescita non solo sportiva, aveva concesso questa deroga alle “sacre” regole estetiche del gioco, provando poi più avanti a cambiare il fondamentale della figlia, cercando di convincerla a staccare la mano. Non ci fu niente da fare, e non solo per la ritrosia di Chris, ma anche per i clamorosi risultati che riusciva a ottenere con quel colpo solo apparentemente sgraziato.

Le grandi capacità di coordinazione e spostamento di Chris Evert, unitamente alla qualità dei suoi due fondamentali, la resero una delle più forti regolariste di tutti i tempi, la prima tennista capace di dominare su tutte le superfici senza necessariamente scendere a rete.

Soprattutto nella prima parte della carriera, le avversarie provavano a rompere il suo predominio spezzandone il ritmo con delle palle corte, specialmente sul rovescio per costringerla a staccare la mano e metterla in difficoltà. In breve tempo, però, Chris Evert trovò il modo di rendere ancora più profondi ed efficaci i suoi colpi per neutralizzare – a modo suo – tale debolezza.

Gli impressionanti record di Chris Evert

Alcuni numeri fotografano più di altri il dominio messo in campo da Chris Evert nel cuore degli anni ’70. Dalla sconfitta contro Eugenia Birioukova nel primo turno di Charlotte, il 10 settembre del 1973, a quella contro Tracy Austin l’11 maggio del 1979, Chris Evert trascorse cinque anni e otto mesi senza conoscere sconfitta, sulla terra battuta. In totale furono 125 incontri vinti consecutivamente sul rosso, record ancora oggi imbattuto.

Imbattuto è anche il record globale di Chris Evert, ovvero quello della percentuale di incontri vinti in carriera: 1304 su 1448, un 90% di vittorie che non ha eguali nella storia di questo sport.

La rivalità con Martina Navratilova

Della infinita e storica rivalità con Martina Navratilova abbiamo parlato nel profilo di quest’ultima, ma alcuni numeri vanno ribaditi. Da record le 80 partite disputate tra le due, da record il fatto che 60 fossero finali. E poi ci sono altri due record, derivanti dal bilancio della sfida, 43 vittorie a 37 per Navratilova: per entrambe si tratta del maggior numero di sconfitte subite da una singola avversaria.

Lo scontro fra le due era totale, dall’estetica allo stile di gioco alle preferenze sessuali. Eppure, le due sono divenute presto grandi amiche e lo sono ancora oggi, anche per la comune battaglia contro il cancro che ciascuna ha dovuto sostenere più di una volta.

Esiste però un dettaglio che forse non molti conoscono e che fotografa benissimo la particolarità del rapporto tra Chris Evert e Martina Navratilova. Le due grandi rivali vinsero anche due prove del Grande Slam insieme, nel doppio femminile: il Roland Garros del 1975 e Wimbledon del 1976. Il video qui sotto si riferisce proprio a quest’ultimo torneo.