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Non è vero che il Piemonte è solo Torino. Non è vero, allo stesso tempo, che il calcio piemontese è quasi soltanto rappresentato dalla Juventus, dal Toro e dall’Alessandria.

Non è vero perché, prima che qualunque di queste tre squadre potesse davvero dimostrare il proprio bagaglio tecnico, sociale, culturale, la storia la scriveva la Pro Vercelli.

Siamo agli albori del Novecento e a Vercelli si respira un’aria pulita. In quello che sarà poi intitolato, nel 1932, lo Stadio Silvio Piola – il miglior marcatore di tutti i tempi in Serie A, giocatore della Pro prima di passare alla Lazio, dove segnerà la maggior parte delle reti nella massima serie del nostro calcio –, il sole sembra battere più forte che altrove, nonostante le temperature tutt’altro che tropicali. È il sol dell’avvenire.

I primi due scudetti

1908. A cinque anni (di assestamento) dalla sua fondazione, la Pro Vercelli partecipa al primo campionato della sua storia. Certo, chiamarlo campionato è quantomeno eccessivo: sono infatti quattro le squadre che vi partecipano; oltre ai Leoni, l’Andrea Doria – antenata della Samp – la US Milanese e la Juventus. Di squadre del centro o del sud, neanche l’ombra.

La brevissima stagione inizia il primo marzo e si conclude il 17 maggio. Pur partendo senza i favori del pronostico, è proprio la Pro Vercelli a portarsi a casa il bottino. Grazie alle gesta di Rampini I, la Pro si sbarazza agevolmente della Juventus (con la quale trionfa 2-0 a Torino nelle cosiddette Eliminatorie Piemontesi), per poi aver la meglio nel mini girone da tre con l’Andrea Doria e l’US Milanese (che si scioglierà nel 1928).

La stagione successiva le squadre sono nove. Aumenta dunque la difficoltà, almeno in teoria. Ma non in pratica, perché la Pro Vercelli prima si fa beffe del Torino; poi, in semifinale, il 21 marzo, ha la meglio sul Genoa (fondata nel 1893) col punteggio di 3-2 all’andata e di 1-1 al ritorno. Tre delle quattro reti sono segnate da Visconti, mattatore della finale ancora contro l’US Milanese (2-0 all’andata e 2-2 al ritorno). La Pro Vercelli vince così il secondo titolo consecutivo, trionfando col poi divenuto celeberrimo 2-3-5, modulo che condivide con altre squadre, ma che interpreta in maniera unica.

I 3 scudetti consecutivi

La stagione 1909/10 è ricordata per l’onta della finale, persa addirittura 10 a 3 ai danni dell’Inter. Le prime polemiche ante-litteram sul giorno di disputa della gara portano i vercellesi a schierare una formazione di ragazzi nella finalissima. Per l’albo d’oro però sarà l’Inter a conquistare lo Scudetto. Per il resto sappiamo davvero poco di quella polemica.

Sappiamo anche che in seguito a questa indimenticabile sconfitta arrivano, tra il 1910 e il 1913, tre titoli consecutivi.

Nella stagione 10/11, i piemontesi vincono 12 delle 16 partite giocate, segnando 44 reti e subendone appena 8. Semplicemente incredibile. Alla faccia del riscatto. Si segnalano un 7-2 all’US Milanese, un 4-0 secco alla Juventus e un imbarazzante 6-0 ai danni del Genoa. Ad incontrarla in finale il Vicenza, che si era aggiudicata il girone emiliano-veneto. 3-0 all’andata per la Pro e 2-1 in trasferta. Titolo meritatissimo, ancora una volta nel segno di Rampini I.

Nel campionato 11/12 iniziamo a intravvedere una parvenza di campionato autentico, con un calendario dilatato dal 24 settembre al 28 aprile. 14 squadre ai nastri di partenza e, ancora una volta, la Pro Vercelli a farla da padrona con 32 punti in 18 partite. Niente da fare per l’agguerritissimo Milan, che finirà ad un punto dai vercellesi. La finale, questa volta contro il Venezia, fu una vera umiliazione per i lagunari: 6-0 a Venezia, addirittura 7-0 a Vercelli. Quarto titolo in banca, e con enorme merito ancora una volta.

Il quinto alloro arriva nel 1912/13. 20 ottobre/1 giugno le date. Addirittura 30 squadre. La Pro domina il Girone piemontese, neanche a dirlo, con 9 vittorie e un pareggio in 10 uscite stagionali (38 reti segnate, solo 2 subite, un dominio ai limiti del ridicolo per le altre squadre).

Al Girone Nazionale la storia prosegue sull’onda lunga di quello regionale. 18 punti in 10 turni, 22 reti segnate e una sola subita, nessuna sconfitta. Questa volta sarà la Lazio ad affrontare la Pro Vercelli in finale. Anche in questo caso, la partita – giocata sul campo neutro di Genova – riservò un incontro senza troppe sorprese: 6-0 grazie alle reti di Berardo (doppietta), Rampini I, Milano I e Corna (doppietta anche per lui).

Il declino, la guerra e il ritorno alla vittoria

Il 1913/14 è l’anno da ricordare per la fine del dominio della Pro, che viene superato nel Girone piemontese dal Casale. Nel 1914/15, invece, è il Genoa a vincere, con la Pro che venne superata dal Torino nel corso del secondo Girone.

Lo scoppio della Prima Guerra scombussola tutto. Dal 1915 al 1919 il campionato si ferma; solo le cosiddette Coppe Federali si giocano, ma senza alcuna valenza statistica.

La stagione 1919/20, quella del ritorno alla vita e al calcio giocato, vedrà trionfare l’Inter (che nella finalissima di Bologna farà fuori uno stoico Livorno, col punteggio di 3-2).

La Pro tornerà in auge l’anno successivo. 88 le squadre totali tra nord e sud, una marea. La Pro Vercelli si aggiudicò il secondo Girone – il primo era stato conquistato dall’Alessandria. Contro i Grigi si gioca a Vercelli il 10 luglio: finisce 4-0 per la Pro grazie alle reti di Rampini II, Gay e Rosetta. Poteva anche finire peggio, perché l’Alessandria si ritirò al 62’.

La prima finale si disputò a Livorno; nello strano incrocio dei destini del territorio e delle squadre di Serie A, è proprio il Bologna a sfidare la Pro Vercelli. 2-1 ai supplementari grazie al gol vittoria di Rampini II al 128’. La seconda finale, quella decisiva contro il Pisa (che fece fuori proprio il Livorno) finirà 2-1 sempre per la Pro sul campo neutro di Torino.

Siamo così agli sgoccioli della gloriosa storia della Pro Vercelli, stella cadente del nostro calcio. L’ultimo trionfo arriverà proprio nella stagione successiva, divisa in due campionati.

La Prima Categoria se l’aggiudica la Novese, la Prima Divisione proprio la Pro Vercelli. Due titoli in un solo anno, decisi a tavolino il 22 luglio del 1922 dal cosiddetto Compromesso Colombo. La Pro, nella finalissima, sfidò la Fortitudo, che superò il proprio girone facendosi beffe dell’Audace Roma come della Lazio. Il doppio confronto finirà 3-0 a Roma e 5-2 a Vercelli; questo è anche il settimo e ultimo titolo nella storia della Pro.

La Pro Vercelli oggi

La storia recente è davvero indecente, specialmente se pensiamo a cosa fu la Pro Vercelli per un buon decennio (cioè dal 1908 al 1922; da cui dobbiamo togliere i campionati non disputati a causa della guerra).

Negli anni immediatamente successivi al 1922, la Pro Vercelli continua ad essere tra le squadre più forti del nostro calcio, senza però mai riuscire a vincere l’ottavo titolo.

Il passaggio al Girone Unico nel 1930 segnerà l’inizio del definitivo declino. Nel 1935, a cinque anni dal grande cambiamento del nostro calcio, la Pro finirà in Serie B, quindi nel 1940 addirittura in Serie C.

Da lì in avanti solo una continua e intramontabile altalena tra C(2) e C. Solo nel 2014 la Pro Vercelli è riuscita a salire in Serie B, salvo poi riscendere in C nel 2018, laddove si trova tutt’ora.

E dalla quale ci auguriamo sinceramente possa uscire al più presto. Sempre che la speranza sia ancora viva.