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Soltanto 13 club nella storia hanno vinto almeno uno Scudetto (Bologna, Juventus, Torino, Inter, Roma, Milan, Fiorentina, Cagliari, Lazio, Verona, Napoli e Sampdoria), ma solo una, il Genoa Cricket & Football Club, è riuscita nell’impresa di vincere il primo mai disputato nel nostro Paese. Questa è la storia di una squadra nata con la vittoria nel sangue, che aspetta di rinnovare la gioia dei pionieri da 97 anni.

Il primo scudetto non si scorda mai

Maggio è un mese particolare. Con sé reca il sole, ma anche le nuvole. La pioggia lo sfiora di tanto in tanto, ma il calore estivo, nei suoi giorni, già lo scalda. Per una città portuale come Genova, l’attesa può essere intollerabile, opprimente. E come maggio attende il sole mostrando le nuvole, così il Genoa attende la partita che può laurearla campione d’Italia.

L’8 maggio del 1898 l’attuale Serie A non era che un minuto torneo a quattro squadre, chiamato Il Campionato Nazionale di Football, con evidente rimando alla terra d’Albione. A contenderne la gloria il Genoa, l’FC Torinese, l’Internazionale Torino e la Ginnastica Torino. Detto altrimenti: due sole città potevano contendersi il titolo di Campioni d’Italia, Genova e Torino, a pochi chilometri di distanza.

Appena due anni prima, James Richardson Spensley, dottore a fianco dei marinai connazionali in terra genovese, fondava il Genoa, di cui era al contempo capitano. È lo stesso Spensley a promuovere la prima amichevole della storia contro l’Internazionale Torino di Edoardo Bosio, un commerciante che aveva fondato il calcio in Italia di ritorno da Londra. A vincere saranno i piemontesi. Ma entrambe le società capirono di poter fare le cose in grande. E così, appena qualche mese dopo, nascerà la Federazione italiana del Football, come solennemente annunciato dalla Gazzetta dello Sport il 26 marzo 1898:

“Il giorno 26 corrente venne definitivamente costituita la Federazione italiana del Football (…) La prima gara di campionato nazionale italiano del football avrà luogo in Torino il giorno 8 maggio. Oltre a premi in medaglie oro e argento, vi sarà una coppa d’onore (Challenge Cup) offerta dai torinesi alla squadra vincitrice”.

Gazzetta dello Sport 26 Marzo 1898

Velodromo Umberto I di Torino, 8 maggio 1898. Si gioca il quadrangolare valevole per la Challenge Cup. In finale arrivano il Genoa e l’Internazionale di Torino. Da una parte Spensley, il pioniere del football in Italia per antonomasia, dall’altra Edoardo Bosio, l’alfiere del calcio italiano. Ciò che più sorprende di quella partita è la quantità di pubblico raccontato dalle cronache. Quasi un centinaio – per un incasso di 197 lire, che sembrano pochi in confronto ai numeri odierni, ma che in realtà andarono ben al di là delle prospettive pre-gara: alla mattina, infatti, non erano neanche cinquanta i presenti totali al Velodromo.

La formazione del Genoa ci è pervenuta dalle cronache: Baird, De Galleani, Ghigliotti, Pasteur, Spensley, Ghiglione, Le Pelley, Bertollo, Dapples, Bocciardo, Leaver.

Il tabellino verrà timbrato proprio da Spensley e Bosio, ma il primo dovrà poi lasciare il campo per infortunio. Nonostante lo scoramento dei liguri, arriverà comunque la rete dello storico 2-1 firmata da Leaver, che consegnerà così i due punti e il primo titolo italiano della storia. Certo è che il grido di fine partita, un hurrà gridato a gran voce dai 22 in campo, fa pensare più all’Inghilterra che al Belpaese, ma tant’è.

Il Genoa che per primo ha dominato il calcio italiano

Nel frattempo il Genoa adotta le nuove camicie a strisce verticali biancoblu, diverse quindi dalla camicia monocolore bianca indossata in occasione della prima finale al Velodromo. L’anno successivo il titolo andrà nuovamente al Genoa, che affronterà in finale l’International FBC di Torino e che, per la prima volta nella storia del nostro calcio, prenderà parte con cinque dei suoi giocatori ad una sfida contro la rappresentativa svizzera – una sorta di sfida tra nazionali ante-litteram.

Anno nuovo, vita nuova. Il Genoa ricorda il 1901 come un anno storico per due motivi fondamentali: il primo riguarda la prima sconfitta della sua storia contro il Milan di Herbert Kilpin (3-0) a Ponte Carrega. In seguito a quella difficile partita, il Genoa cambierà i suoi colori sociali, che diventeranno il granata e il blu disposti a quarti sulla camicia; si passerà in seguito al rosso e azzurro e infine, verso il 1904, al rossoblu definitivo che ha reso celebre il Grifone.

L’anno seguente è forse il più combattuto fino a quel momento a livello calcistico. Tante squadre forti si andranno ad aggiungere all’Internazionale di Torino e al Genoa CFC: su tutte la Juventus e la Pro Vercelli. Comunque il Genoa passerà senza troppi patemi e vincendo anche il derby con l’Andrea Doria il proprio girone ligure – formula necessaria a causa dell’aumento delle squadre in gara.

Ad aspettarla in semifinale c’è ancora una volta l’FBC Torinese (4-3 dopo i supplementari). La finale, per gli uomini di Spensley, si gioca il 13 aprile 1902. Il Genoa supera 2-0 proprio il Milan (reti di Salvadè e Pasteur II), e da lì in avanti conserverà il titolo fino al 1905, quando sarà la Juventus a prenderselo per la prima volta nella sua storia.

Solo il Genoa, in Italia, riuscirà a vincere per tre volte di fila il campionato, ma non è questo l’unico primato che spetta ai rossoblu. Per iniziativa di Spensley infatti verrà fondato il primo settore giovanile di sempre, quello appunto del Genoa, al quale risponderanno le altre società, fino a formare il campionato riserve – sorta di primavera ante-litteram.

Scudetti e coppe europee ante litteram

In campo internazionale, poi, il Genoa incontrerà (prima squadra italiana a farlo) e batterà (altro primato) il Football Velo Club Nizza (3-0 in Francia dopo il 6-0 di Genova). Nonostante tra le due città non corra una distanza siderale, l’incontro rappresenta un unicum e fa da apripista per altri incontri a livello internazionale.

È il caso della Coppa Palla Dapples – una coppa d’argento a forma di pallone – ideata dal socio-giocatore rossoblu Henry Dapples. Parliamo di una competizione a scontri diretti al termine dei quali ogni volta il vincitore si portava a casa il trofeo, per poi cederlo alla squadra sfidante che lo avesse battuto (chi vince regna, insomma).

Si andò avanti per sei anni, attraverso 47 incontri. Il 20 dicembre 1909 se lo aggiudicò definitivamente il Genoa dopo che la Palla Dapples aveva decorato le sedi di Milan, Juventus, Torino, Pro Vercelli, Andrea Doria e Unione Sportiva Milanese.

In campionato, il Genoa avrà la meglio della Juventus sia nel 1903 (3-0) sia nel 1904 (1-0). Senza contare lo Scudetto vinto durante la Guerra (1914-1915, ancora oggi contestato soprattutto dalla Lazio) e il doppio titolo del 1922-23 e 1923-24, questa primissima e giovane storia del nostro calcio la si deve al Genoa per altre due ragioni.

Il 18 marzo 1906 si doveva giocare la sfida con la Juventus, ma la prima invasione di campo della storia costrinse l’arbitro al rinvio. Nella gara di ritorno, verranno inoltre organizzati i primi treni speciali dedicati ai supporter delle due squadre.

Era finita l’epopea del Genoa. Era iniziata, sempre sotto il suo segno, quella del calcio come fenomeno sociale.