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Brian Clough e il calcio sono un binomio inscindibile. In terra britannica, ma anche al di fuori dell’isola. Brian Clough da giocatore, ma soprattutto da allenatore, ha scritto pagine indelebili del calcio. Prima portando al titolo inglese il Derby County e poi qualche anno riuscendo nel bis con il Nottingham Forrest, a cui seguiranno anche due incredibili Coppe dei Campioni. Insomma, un allenatore che merita un posto nella storia del calcio.

Istrionico e particolare, arrogante e mai banale. Non basterebbe un libro di soli aggettivi per definirlo. Di sicuro ha spaccato a metà i tifosi di oltre manica: uno così o lo si ama, oppure lo si odia. Se con Derby County e Nottingham ha lasciato il segno, c’è un buco nero nella carriera di Brian Clough. Piccolo per durata, ma al quanto grosso per come avvenuto. Stiamo parlando della sua avventura sulla panchina del Leeds. Appena 44 giorni fra primo allenamento e l’addio. Una storia che merita di essere ricordata.

Quel passato che non si perdona ad Elland Road

Brian Clough a sorpresa nell’estate del 1974 firma con il Leeds United. La corsa sorprende tutti, soprattutto per il rapporto non proprio idilliaco da avversario con i “Whites“. Alla guida del Derby County ha soffiato pochi anni prima il titolo al Leeds proprio all’ultima giornata di campionato. Non solo, ma fra lui e l’ex allenatore della sua nuova squadra, Don Revie, erano sempre state scintille. Accusava il suo precedessore di essere scorretto ed antisportivo.

Frasi che se da una parte tiravano in ballo Revie, in qualche modo andavano a colpire il Leeds e tutto l’ambiente di Elland Road. Insomma il passato non è incoraggiante, ma la dirigenza del Leeds vuol metterci una pietra sopra e spera con i risultati di far cambiare opinione ai suoi tifosi sullo stesso Brian Clough. Come detto il personaggio lo si ama o lo si odia, ma da tecnico potrebbe regalare soddisfazioni al Leeds e con le sue geniali intuizioni tutto può cambiare nel giro di poche gare.

I 44 giorni del Maledetto United

Brian Clough inizia la sua avventura il 30 luglio del 1974. Tanti fotografi, tanti giornalisti per non perdersi il primo giorno di “scuola”. I tifosi non mancano, ma sembrano al quanto freddi per non dire prevenuti nei confronti del neo tecnico. I primi allenamenti scorrono via veloci e senza grossi problemi. Poi qualcosa inizia a rompersi nel meccanismo ancora da oliare. Brian Clough non lega con i giocatori più in vista della squadra.

I senatori in pratica cominciano ad innescare le prime crepe nel rapporto con l’allenatore. Il primo ad essere insofferente nei confronti di Brian Clough è Billy Bremner, lo scozzese capitano del Leeds. Un inglese e uno scozzese già a cose normali faticano ad andare d’accordo, figuriamoci in una situazione precaria come questa. Brian si è sempre sentito un intruso nello spogliatoio del Leeds, proprio per opera del suo capitano. E lo dimostrano anche le sue parole, all’indomani dell’addio:

Billy mi ha fatto sentire come un intruso clandestino al veglione di capodanno. Non mi ha dato modo di potermi imporre come allenatore, ma non ha voluto neanche darmi la possibilità di farmi conoscere a livello umano. E ho sofferto tanto per questa cosa. Sono convinto che se avessi avuto più tempo a disposizione, probabilmente avrei aiutato la squadra a mettere le mani su qualche trofeo e anche lui avrebbe iniziato ad apprezzarmi. Purtroppo non è stato possibile.

Brian Clough dopo il suo addio al Leeds United

La rivolta degli altri senatori

I giorni passano, ma il clima nello spogliatoio del Leeds United si fa sempre più rovente. Il precampionato a livello di risultati non è stato per nulla esaltante e molti si lamentano dei metodi di allenamento di Brian Clough. Come detto, se Billy Bremner è colui che soffia sul vento della rivolta, anche gli altri giocatori non stanno a guardare. Per esempio due pezzi da novanta come Joe Jordan e Gordon McQueen accuseranno il tecnico di aver accettato l’incarico solo per distruggere il Leeds.

Secondo il loro punto di vista, Brian ha un solo obiettivo: far retrocedere gli odiati rivali (adesso la sua squadra, ma pur sempre nemici), schierando non i migliori giocatori, ma i peggiori presenti in rosa. In realtà per un competitivo come Clough, l’occasione era di quelle storiche. Riuscire a mettere da parte vecchi rancori e trionfare con il Leeds. E l’ombra del fallimento, lo porterà sempre di più ad abusare di alcool e sigarette.

I motivi del fallimento al Leeds

La verità sta nel mezzo probabilmente: da una parte un gruppo di giocatori arroganti e prime donne incallite che non hanno mai visto di buon occhio il suo arrivo, arrivando a rimpiangere il vecchio allenatore. Dall’altra un Brian Clough che forse ha preteso di entrare in una sfida troppo grande, anche per uno come lui. Soprattutto con il carattere come il suo: mai disposto alla diplomazia, dove esiste solo il bianco e il nero.

Da non dimenticare poi l’assenza di Peter Thomas Taylor, il suo fidato assistente. Con lui porterà prima il Derby e poi il Forest ai trionfi. Mentre nell’esperienza sulla panchina del Leeds, Taylor non ci sarà. Dunque Brian si trova davvero solo contro tutti. Una guerra destinata ad essere persa. L’avvio di stagione è di conseguenza con pochissimi alti e troppi bassi: 1 vittoria, 4 pareggi e ben 3 KO. Il 12 settembre, appena 44 giorni dopo essersi insediato sulla panchina dei “Whites”, Brian Clough e il Leeds si separano.

Hanno vinto i giocatori e ha perso l’ego di Brian. L’allenatore ottiene una buona uscita di 25 mila dollari, il saldo sulle tasse della sua casa e una mercedes. Pur di non vederlo più ad Elland Road, la dirigenza lo accontenta su tutto. Il destino però saprà dare una seconda possibilità a Brian. Pochi mesi dopo, nel gennaio del 1975 firma per il Nottingham Forest e da li per i seguenti 17 anni non ci sarà altra squadra per lui. Ma soprattutto ci saranno i grandi trionfi con i “rossi garibaldini”: in Inghilterra e in Europa. I 44 giorni con il Leeds restano ugualmente impressi nella storia del calcio inglese e nel 2009 ne verrà fuori anche un favoloso film.