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Non basterebbero migliaia di libri per spiegare chi era Vujadin Boskov.

Allenatore giramondo, personaggio istrionico, dotato di un carisma e di un’ironia fuori dal comune. Il suo nome è legato per forza di cose al calcio italiano. Con la Sampdoria dei Vialli e dei Mancini ha compiuto probabilmente uno dei più grandi capolavori nella storia del calcio. Scudetto, Coppa delle Coppe, una serie di Coppe Italia e una finale di Coppa Campioni persa ad una manciata di minuti dai calci di rigore.

Insomma uno di quegli allenatori capaci di trasformare come pochi le proprie squadre e diventare allo stesso modo un’icona del calcio. Di Boskov poi sono mitiche le sue frasi e i suoi aforismi. Ne ha snocciolati a migliaia nella sua carriera e noi ne abbiamo scelti dieci.

Dieci aforismi che meglio di altri, ci spiegano chi era davvero Vujadin Boskov . Il Re degli allenatori Balcani. Vediamo quali frasi più di altre sono passate alla storia.

#1 La chiarezza Boskoviana

Rigore è quando arbitro fischia

Vujadin Boskov

La più famosa di tutte. Nasce all’indomani dell’ennesima domanda nella moviola post partita per un rigore non concesso alla Sampdoria. Ti aspetti lamentele e attacchi, ma Vujadin sorprende tutti con questa mitica frase. Da quel momento diventa un must nel gergo calcistico per tutti quanti.

#2 Il cervo Gullit

Gullit è come cervo che esce da foresta

Vujadin Boskov

Milan e Sampdoria in quegli anni, assieme ad Inter e Napoli battagliavano per lo scudetto. Dunque le sfide fra rossoneri e blucerchiati erano sempre molto attese. Quel Milan li aveva i tre olandesi e Boskov rimase impressionato da Gullit. Non solo per le qualità di gioco. Soprattutto per la straripanza atletica. “Gullit è come cervo che esce da foresta” sintetizza alla perfezioni le doti fisiche dell’olandese: è rimasta negli annali questa intervista di Boskov.

#3 Il cane Perdomo

Se io sciolgo il mio cane, lui gioca meglio di Perdomo. Io non dire che Perdomo giocare come mio cane. Io dire che lui potere giocare a calcio solo in parco di mia villa con mio cane

Vujadin Boskov

Ecco, questo è un paragone etologico opposto a quello di Gullit, ed indica una non particolare stima per le caratteristiche tecniche di tale Josè Perdomo. Il suddetto giocatore doveva essere il regista del Genoa stagione 89/90 ma si rivelò un grosso buco nell’acqua per il Grifone. E questa frase di Boskov alla vigilia di un derby non ha certo aiutato la carriera dell’uruguagio rossoblù… Da quel giorno del povero Perdomo si persero le tracce.

#4 Tutto e subito

Meglio perdere una partita 6-0 che sei partite 1-0

Vujadin Boskov

Per Vujadin Boskov la sconfitta con un passivo pesante non sembra essere un grande problema. Prima di infilare una serie negativa di risultati, meglio un KO pesante che vada poi a cancellare gli altri KO. Tutto questo è racchiuso in questa frase che anche in questo caso denota una logica lapalissiana che costituisce parte della comicità boskoviana nelle sue interviste.

#5 Top player

Un grande giocatore vede autostrade dove altri solo sentieri

Vujadin Boskov

Secondo Boskov i grandi giocatori si possono riconoscere soprattutto da quello che vedono in campo, rispetto agli altri. E lui di grandissimi ne ha allenati molti. Ma siamo abbastanza sicuri che quando disse questa famosa frase, il suo pensiero fosse destinato al suo preferito, Roberto Mancini. E se ci pensate, la descrizione non fa una grinza.

#6 Giornalista non ci siamo

Io penso che tua testa buona solo per tenere cappello!

Vujadin Boskov

Con la stampa il rapporto di Boskov fu altalenante. Regalava perle, ma allo stesso tempo non mancavano scontri accesi con alcuni giornalisti. Il più emblematico arriva quando lui siede sulla panchina del Napoli e un giornalista afferma che i partenopei saranno destinati alla retrocessione. Ed ecco che magicamente la testa del povero giornalista diventa buona solo per essere l’appoggio di un fantomatico cappello.

#7 Turisti in campo

In campo sembravamo turisti. Con la differenza che per entrare allo stadio non abbiamo pagato il biglietto

Vujadin Boskov

Con i suoi giocatori era molto bravo nell’utilizzare bastone e carota. Una volta però la Sampdoria giocò talmente male che anche un fine umanista come Vujadin ebbe a ridire della prestazione della squadra: tutti turisti, nessuno escluso e con tanto di biglietto (giustamente) pagato.

#8 Categorie Allenatori

Gli allenatori sono come i cantanti lirici. Sono molti e anche bravi, ma soltanto due o tre possono cantare alla scala di Milano

Vujadin Boskov

Boskov poteva lasciare immune la categoria degli allenatori? Assolutamente no. Alla domanda che categorie possono esserci per suddividere gli allenatori, Vujadin non ha dubbi, e ci spiega come ce ne siano molti di bravi, ma solo pochi sono capaci di acuti paragonabili a quelli di un grande cantante lirico.

#9 Differenze importanti

Nel calcio c’è una legge contro gli allenatori: giocatori vincono, allenatori perdono

Vujadin Boskov

In molti spesso si chiedono se in certe squadre sono più importanti i giocatori o gli allenatori. Boskov sentenziò alla sua maniera in epoca non sospetta, lasciandoci una verità assoluta: a pagare è sempre l’allenatore.

#10 Panchine

Se mettessi in fila tutte le panchine che ho occupato, potrei camminare chilometri senza toccare terra

Vujadin Boskov

L’ultimo aforisma di Vujadin Boskov concerne le sue tante esperienze da allenatore. Alla domanda quante sono state, lui riuscì nuovamente a dare un tocco di fantasia alle sue parole ricordando la sua lunga e fortunata carriera con un immagine che sa di passerella finale.