Vai al contenuto

Uno degli sport invernali in cui i colori azzurri hanno sempre brillato, in particolare negli anni ’90, è senza dubbio lo sci di fondo: disciplina durissima, ma che ha regalato al nostro paese grandissime soddisfazioni, e alcuni protagonisti di questo sport sono diventati delle vere e proprie icone.

Lo sci di fondo alle Olimpiadi

Lo sci di fondo fa parte dei giochi olimpici invernali sin dal 1924, in occasione della prima edizione di Grenoble, in Francia. Per quasi trent’anni è stata una esclusività maschile, poi a partire dal 1952 (ad Oslo) questa disciplina ha aperto anche al femminile.

Inizialmente, la gara maggiormente diffusa era la 18km in linea, che faceva il paio con la 50km. A partire dal 1936, a poco a poco, hanno cominciato a far la loro apparizione ai Giochi altre specialità, come la 4x10km , poi in seguito la 30km e via via tante altre varianti, fino alle gare di sprint introdotte (sia al maschile che al femminile) solo dopo gli anni Duemila.

Ad oggi, sono almeno una dozzina le discipline che mettono in palio delle medaglie. E in molte di esse, l’Italia è protagonista.

Lo sci di fondo italiano ai giochi

Se si fa eccezione con l’oro di Franco Nones di Grenoble 1968, l’Italia ha dovuto attendere addirittura il 1988 per riscoprirsi protagonista nel fondo, da quando Maurilio De Zolt ha aperto – con il suo oro nella 50km – quella che sarà un’epoca d’oro per lo sport invernale italiano.

Le olimpiadi invernali di Albertville 1992, in questo senso, sono memorabili:le medaglie azzurre sono addirittura 8, con un oro di Stefania Belmondo nella 30 km.

Ma la conferma definitiva del connubio Italia-Sci di Fondo arriva nel 1994 a Lillehammer, quando l’Italia coglie ben 9 medaglie, di cui 3 ori: due della nuova stella Manuela Di Centa (nei 15km e nei 30km) oltre alla staffetta 4x10km maschile (ad opera di De Zolt, Albarello, Vanzetta a Fauner).

Dopo qualche anno di soli piazzamenti, i colori azzurri tornano a dominare nelle Olimpiadi invernali di casa, quelle di Torino 2006: in quella occasione, Giorgio Di Centa vince la 50km, e ancora la staffetta 4x10km maschile (targata Valbusa, Di Centa, Piller Cottrer e Zorzi) sale sul gradino più alto del podio.

Nel 2014, clamorosamente, il punto più basso: dopo anni e anni di successi e piazzamenti, nessun italiano sale sul podio nel fondo. Ci ha pensato Federico Pellegrino, argento nello sprint a Pyeongchang 2018, a riportare l’Italia dello sci di fondo sul podio olimpico.

Gli atleti italiani nello sci di fondo

Come abbiamo appena visto, sono prevalentemente due i nomi che fanno rima con “sci di fondo” alle Olimpiadi: quelli di Stefania Belmondo e Manuela Di Centa.

La prima, piemontese classe 1969, ha totalizzato 23 vittorie in gare di Coppa del Mondo (attuale record per un atleta azzurro nel circuito mondiale) e 10 medaglie alle Olimpiadi: 2 ori (Albertville 1992 e Salt Lake City 2002), 3 argenti e 5 bronzi.

La Di Centa, friulana classe 1963, deve la sua fama alle fiammate olimpiche del 1994 a Lillehammer e del 1998 a Nagano. In Norvegia, infatti, la Di Centa era stata capace di vincere 2 ori, 2 argenti ed un bronzo, a cui si uniscono due bronzi presi tra Albertville e Nagano. Sempre la Di Centa, poi, ha colto due vittorie della Coppa del Mondo, nel 1994 e nel 1996.

A margine di queste due “regine” dello sport, si è messo in evidenza in particolare anche Giorgio Di Centa, fratello di Manuela, quando nel 2006 ne ha preso l’eredità vincendo due ori a Torino.