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I nostalgici per uno sport che non c’è più, a ragione o a torto, hanno potuto in questi mesi attingere alla fonte delle varie emittenti televisive per rispolverare gli scontri epici presenti a larga mano all’accensione dei loro apparecchi. 

Calcio, pallacanestro, pallavolo, pugilato sono solo alcuni esempi rispetto alla vasta scelta che canali satellitari e analogici ci hanno proposto in questi tempi di assenza completa dello sport in diretta. 

Tennis & Co

Ma c’è uno sport che ha subito negli ultimi decenni una trasformazione che più di altri ha fatto storcere il naso ai propri appassionati, il tennis. 

I materiali coi quali sono costruite adesso le racchette, la pressione delle palline, il rivoluzionario modo di prendere le decisioni da parte dei giudici di sedia coadiuvati da ogni tipo di tecnologia, e ancora le varie tipologie di tie break per far sì che gli incontri non durino all’infinito, il fondo della terra rossa, le superfici più veloci e l’importanza sempre più determinante del servizio.

All’elenco appena fatto potremmo aggiungere tanti altri capi d’accusa che potrebbero servire ai nostalgici per preferire il tennis che non c’è più rispetto a quello odierno. 

Eppure ci sono dei giocatori che, non più giovanissimi, hanno vissuto buona parte di queste innovazioni e si sono dovuti adattare ad un gioco più aggressivo, più veloce, più potente

Le sorelle Williams

Se parliamo di dinastia nel tennis, l’idea va a cadere su una coppia di pantere nere, meravigliose nella loro eleganza, mista a quella potenza che per sommi capi avrebbe, ed effettivamente ha, avuto le carte in regola per dominare in lungo e in largo su ogni campo e in ogni periodo. 

Ci riferiamo ovviamente a Venus e Serena Williams probabilmente l’esempio più fulgido e chiaro di come il patrimonio genetico di due parenti strettissimi possa generare una coppa di straordinarie atlete che hanno messo nella bacheca familiare un’infinità di titoli. 

Entrambe hanno toccato l’olimpo del tennis mondiale, per ragioni anagrafiche Venus prima di Serena, ma se vogliamo parlare del parametro che meglio indica la carriera di un giocatore, o, in questo caso, di una giocatrice, i titoli di singolare del Grande Slam certificano un palese 23-7 a favore della piccolina di casa, Serena. 

Se non bastasse questo dato potremmo fornirvi quello dei titoli complessivi che dicono 73-49, ma se siete dei provetti San Tommaso, a far pendere la bilancia dalla parte di Serena ci sono anche gli scontri diretti in carriera, 18-12. 

Quasi gemelle

Abbiamo parlato di differenza di età, ma alla fine le due campionesse sono quasi coetanee, visto che mamma Oracene diede loro la vita a giugno del 1980 e a settembre dell’anno successivo. 

Oracene Price è probabilmente il motivo principe della super carriera delle figlie più piccole di questa forza della natura che in precedenza partorì anche Yetunde Price, Lyndrea Price e Isha Price, tutte regolarmente con cognome di mamma e tutte molto meno famose delle più giovani Williams. 

Per far capire quanto le sorelle Williams possano aver contribuito a scrivere la storia del tennis recente, basterebbe ricordare che sono le uniche due tenniste in attività ad aver vinto più di 50 titoli tra doppio e singolare, rispettivamente 99 e 74. Alla lista andrebbe aggiunta la Clijsters, tornata in attività, ma ancora abbastanza insicura se giocare solo il doppio o rituffarsi nella mischia dei singolari. 

Per la cronaca la signora in testa alla classifica risponde al nome di Martina Navratilova, a quota 354… 

Papà Richard 

Il padre di cotanto paradiso tennistico è invece il signor Richard Williams, originariamente rude mezzadro terriero che, al rientro da una faticosa giornata di lavoro in mezzo ai campi della Louisiana, si incastrò di fronte alla televisione e scoprì che per pochi giorni di lavoro nemmeno poi così tanto sfiancante, in caso di vittoria si potevano acquisire ricchezze che un lavoro sui campi avrebbe dato in anni di aratro e zappa. 

Quella sera stessa scrisse un manifesto di 80 pagine su cui promise nero su bianco che le figlie sarebbero presto diventate l’orgoglio di papà e mammà in campo sportivo. 

La carriera delle sorelline cominciò molo presto sotto l’occhio severo di papà Richard, tanto che le prime racchettate arrivarono a Los Angeles, in uno dei quartieri ghetto della città, dove era molto frequente giocare senza la rete e, soprattutto, dove la pallina si incastrava con buone probabilità tra una siringa e l’altra. 

Il contesto era quello perfetto, secondo Richard, per indurire carattere e tempra, tanto che il mantra era sempre quello: “dovete capire cosa vi aspetta se non lavorerete duramente e/o se non vi mettete a studiare come si deve”. 

L’allenamento dei due coniugi

Rick Macci fu il primo vero allenatore delle due sorelline, se si esclude il ruolo che decisero di intraprendere papa e mamma Williams. 

Nel suo libro Macci scrive che le movenze delle due sorelle preadolescenti erano semplicemente selvagge, totalmente prive di basi tecniche, ma le due bambine mostravano una voglia di mangiare campo e avversarie assolutamente mai viste prime. Avevano un desidero focoso di combattere, di primeggiare, anche l’una sull’altra. 

Alla “Macci Tennis Academy”, Venus e Serena rimasero 4 anni, prima che il padre decidesse di riprendersele sotto la propria ala convinto che niente e nessuno sarebbe stato in grado di farle allenare e giocare meglio di lui e Brandy, spaventato, com’era, dalla fortissima percentuale di bianchi presenti nella scuola di Macci. 

Le accuse di Oracene

Ci furono più accuse di violenza domestica verso Richard che negò sempre e, nel 2002, dopo due anni di separazione, Oracene chiese il divorzio dal marito e tornò al suo cognome originale, Price.

L’anno successivo Yetunda Prince, la sorellastra delle Williams, fu fucilata e uccisa a Compton dove era rimasta a vivere. Tutte le sorelle ne uscirono devastate. 

Nonostante il divorzio, i genitori di Venus e Serena decisero di continuare a lavorare secondo i loro canoni per quello che consideravano il bene delle due figlie ed è relativamente recente il distacco dalla loro casa comune in Florida, nel 2015, quando Serena e Venus costruirono una dimora tutta per loro. 

La carriera

A Serena fu diagnosticata all’inizio del 2013 la sindrome di Sjögren, malattia autoimmune che le causava affaticamento e terribili dolori articolari, disturbo che cominciò a combattere giorno dopo giorno, ma che piano piano ha inciso sulle sue doti tecniche a atletiche. 

Tutto questo mentre Serena continuava a mietere successi su successi che, gioco forza, hanno aumentato il divario tra i titoli vinti dalla sorella minore rispetto a quelli della maggiore. 

Mentre aspettiamo che il programma di Slam e tornei principali riprenda ad essere calendarizzato con una certa regolarità, Serena, seppur messa a dura prova dalla turbolenta gravidanza, rimane tra le prime 10 nel mondo, mentre Venus, non più presente come un tempo, è scivolata al numero 67 della classifica WPT.

Sono due giocatrici, due donne, due agoniste, che hanno fatto sognare milioni di appassionati in tutto il mondo e solo per questo dovremmo ringraziarle per ciò che hanno dato al tennis. 

Per qualsiasi campionessa ognuno di noi faccia il tifo.