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L’infanzia a giocare nei campi di provincia in giro per l’Ile-de-France, l’ammissione alla prestigiosa accademia di Clairefontaine, la chiamata da parte del Monaco, con cui iniziano la carriera di calciatori professionisti, il passaggio da ala ad attaccante puro e la velocissima scalata fino al titolo di campione del Mondo. La carriera di Thierry Henry e di Kylian Mbappé è costellata di parallelismi che vanno anche oltre alle similitudini che possiamo vedere in campo. 

confronto henry-mbappè

Una leggenda ed una promessa a confronto

Campioni del mondo con la maglia dei bleus a vent’anni di distanza l’uno dall’altro, Henry e Mbappé sono attaccanti rapidissimi e tecnici, dotati di dribbling e accelerazione fulminante che li rendono quasi impossibili da fermare quando partono in velocità e puntano la porta. Sono gli unici due giocatori francesi nella storia ad aver segnato 30 gol in un solo campionato: esattamente 30 Henry con la maglia dell’Arsenal nella stagione 03/04, ben 33 Mbappé con la maglia del Paris Saint-Germain nella scorsa stagione. Mbappé è il più giovane marcatore nella storia del Monaco, avendo segnato nel 3-1 contro il Troyes, il 20 febbraio 2016, la sua prima rete da professionista a 17 anni e 62 giorni, infrangendo proprio il record detenuto da Henry, che il 29 aprile 1995 mise a segno una doppietta nel 6-0 rifilato al Lens, all’età di 17 anni e 255 giorni. 

Dal punto di vista tecnico, in entrambi possiamo ritrovare una velocità ed una capacità di dribbling fuori dal comune, che li rende quasi imprendibili per i difensori avversari. La sottile differenza che possiamo trovare è che Mbappé ha più potenza nello scatto, bruciando i difensori in partenza, mentre Henry guadagnava più terreno nella progressione. Ma una volta che si involano palla al piede è quasi impossibile fermarli senza commettere fallo, e l’unica opzione valida per il difensore è cercare di portarli verso l’esterno chiudendogli gli spazi per il tiro. Questo perché allo strapotere fisico, entrambi uniscono una precisione balistica che gli permette di inquadrare la porta con una precisione quasi chirurgica. E quando non riescono ad accentrarsi per tirare, sono sempre pronti a servire palla ad un compagno accorrente. Se Henry è diventato una leggenda con la maglia di Arsenal e della nazionale francese, il potenziale di crescita di Mbappé è ancora enorme, nonostante già oggi sia uno degli attaccanti più dirompenti del panorama mondiale. 

Chi era Thierry Henry 

Nato da genitori originari dei Caraibi (padre della Guadalupa, madre della Martinica) nel distretto parigino di Les Ulis, Thierry Henry cresce giocando a calcio nel Les Ulis, per poi passare al Palaiseau e quindi al Viry-Chatillon, dove a 13 anni viene notato dall’osservatore del Monaco Arnold Catalano. In seguito ad una partita in cui segna addirittura 6 gol, viene invitato ad unirsi al Monaco, a patto di frequentare il corso al Centre technique national Fernand Sastre di Clairefontaine, il miglior centro di formazione d’élite della Federazione calcistica francese. Nonostante gli scarsi risultati scolastici ne mettano a rischio l’ammissione, Henry completa il corso e firma il contratto professionistico con il Monaco, dove inizia a giocare con la squadra B (6 reti in 19 presenze) prima di fare il suo esordio tra i professionisti nel dicembre del 1994, a soli 17 anni. In quattro stagioni e mezza nel Principato, Thierry mette a segno 22 reti in 122 presenze tra campionato e coppe, vincendo il titolo di Giovane dell’Anno nel 1996 e figurando tra i protagonisti della vittoria del titolo francese 96/97. Nella Champions League dell’anno successivo porta il Monaco in semifinale, mettendo a segno 7 gol nella competizione, record per un francese, facendo coppia spesso con David Trezeguet, che diventa suo compagno d’attacco anche in nazionale. Con i Bleus i due vincono il titolo mondiale nell’edizione del 1998, giocata proprio in Francia. Con la maglia della Francia Henry vincerà anche l’europeo dei 2000 e la Confederations Cup del 2003, diventando il miglior marcatore nella storia dei Bleus con 51 reti in 123 presenze (secondo solo a Lilian Thuram). 

Nel gennaio ‘99 lascia il Monaco che a fine stagione avrebbe nuovamente vinto il titolo francese per la Juventus, che deve sostituire l’infortunato Del Piero. L’avvicendamento sulla panchina bianconera tra Marcello Lippi e Carlo Ancelotti, in una stagione molto sfortunata per la Juve, lo costringe a spostarsi sulla fascia e giocare come esterno di centrocampo, ruolo in cui non riesce ad esprimere totalmente il suo potenziale. Dopo 19 presenze e 3 reti (tra cui una pregevole doppietta all’Olimpico contro la Lazio), nell’estate 1999 riesce a fare solo una presenza in Coppa Intertoto prima di essere venduto all’Arsenal campione d’Inghilterra, dove ritrova quell’Arsene Wenger che l’aveva tenuto a battesimo con il Monaco. A Londra Thierry trova la sua consacrazione definitiva, tornando a giocare come attaccante puro, nonostante un inizio difficile, dove i dubbi sulla sua adattabilità alla velocità e alla fisicità del calcio inglese iniziano a serpeggiare tra i tifosi dei Gunners. Dopo le prime 8 partite in cui resta a secco di reti, inizia a trovare regolarità e a dimostrare tutto il suo bagaglio tecnico: in poco tempo diventa il beniamino dei tifosi di Highbury: con 229 reti in 377 presenze è entrato nella storia dell’Arsenal come il miglior marcatore di tutti i tempi, contribuendo alla vittoria di 2 campionati, 3 Coppe d’Inghilterra e 2 Community Shields, prima di passare nell’estate 2007 al Barcellona dove va a conquistare, insieme a 2 campionati, una Coppa ed una Supercoppa di Spagna, la Champions League, in quel 2009 da sogno in cui i blaugrana vincono tutto quello che era possibile vincere: Liga, Copa del Rey, Champions League, Supercoppa di Spagna, Supercoppa Europea e Mondiale per Club. Dopo l’esperienza spagnola, si trasferisce negli Stati Uniti, ai New York Red Bulls, dove chiuderà la carriera nel 2014.  

Kylian Mbappé, una storia che si ripete?

La storia di Mbappé è simile: nato da padre camerunense e madre algerina a Bondy, sempre nell’Ile-De-France, inizia a giocare a calcio nella squadra locale per poi entrare nell’accademia di Clairefontaine nemmeno tredicenne. Nel 2013 entra a far parte delle giovanili del Monaco, che lo strappa alla concorrenza di Real Madrid e Paris Saint-Germain, e in un paio d’anni arriva alla seconda squadra. Con la squadra B mette a segno 4 gol in 12 presenze, ma allo stesso tempo inizia a giocare anche con la prima squadra, abbattendo i record di Henry. In due stagioni mette a segno 27 gol in 60 presenze totali conquistando il titolo francese nel 16/17, prima di trasferirsi al PSG nell’estate 2017 per una cifra stratosferica che tra prestito, riscatto e bonus arriva a toccare i 180 milioni di euro, secondo solo al compagno di squadra Neymar. Sotto la Torre Eiffel Kylian conquista altri due titoli nazionali, oltre che due Supercoppe francesi, una Coppa di Lega e una Coppa di Francia. Nel 2018 è uno degli artefici dell’incredibile cavalcata della Francia nel Mondiale di Russia, laureandosi campione del mondo a 19 anni e segnando anche un gol in finale, unico giocatore sotto i 20 anni a riuscirci a parte Pelé. Ad oggi la storia di Mbappé richiama in maniera fortissima quella di Henry, ed i due giocatori sembrano così simili nelle giocate che talvolta sembra veramente di assistere al remake di un film già visto. Ma la differenza sostanziale tra i due è nell’età della maturazione: se Henry è dovuto passare per il difficile periodo juventino e attraverso un inizio all’Arsenal non proprio semplice, Mbappé ha vissuto fino ad ora un’ascesa continua, che l’ha portato a nemmeno 20 anni ad essere considerato tra i migliori 5 calciatori al mondo. Se da un lato questo può portare a pensare che possa anche superare i fasti di Henry, dall’altro viene da chiedersi se, nel momento in cui andrà incontro alle difficoltà che ogni calciatore si ritrova ad affrontare nel corso della sua carriera, avrà la stessa forza di Henry nel superarle e nel riaffermarsi. Di sicuro c’è la curiosità di vederlo all’opera in un campionato più competitivo rispetto alla Ligue 1, magari proprio la Premiership in cui Henry ha scritto la storia.